Dal sequestri alla droga È la nuova 'ndrangheta

Dal sequestri alla droga È la nuova 'ndrangheta LO STATO METTE LE MANI SU 5000 CHILI DI COCAINA, 140 ARRESTI Dal sequestri alla droga È la nuova 'ndrangheta L'organizzazione malavitosa calabrese fa sempre capo ai clan storici e «si rigenera» con i capitali provenienti dal traffico di stupefacenti il caso i Ruotolo ROMA LE cifre di «Decollo» parlano da sole: 5 mila chilogrammi di cocaina sequestrata, 140 arresti in tutto il mondo. E' raggiante il ministro dell'Interno, Beppe Pisana, nel commentare l'operazione anti-'ndrangheta del Ros dei carabinieri: «Questa grandiosa operazione intemazionale ha inflitto un colpo durissimo alla più potente organizzazione criminale itahana». Ancora Pisanu: «La 'ndrangheta non opprime solo la Calabria, ma è presente su tutto il territorio nazionale, in Europa e nei diversi continenti. Rappresenta la priorità assoluta contro il crimine organizzato». Colpisce la modernità di questa organizzazione criminale, al passo con i tempi della globalizzazione, in grado di movimentare «merce» preziosa da un continente all'altro come nessun'altra holding criminale intemazionale, in grado di fare accordi «commerciali» con altre controparti criminah. Un'organizzazione antica - il termine 'ndrangheta deriva dal greco: «società degli uomini valorosi» -, che affonda le sue radici, secondo gh storici, nella metà del '400, ai tempi degli spagnoli, comunque dall'unità d'Italia in poi. E die, come l'araba fenice, è in grado di risorgere dalle sue ceneri. Cento arresti, ieri. Altri 100 non più di due mesi fa in Aspromonte. Le statistiche raccontano che nell'ultimo decennio sono stati incarcerati per 'ndrangheta quasi 2 mila calabresi (su una popolazione regionale appena di due milioni di abitanti). Negli epici anni dell'Antimafia - gli inizi dei '90 - un rapporto della Dia del 1993, fotografava cosi la Calabria: «La densità criminale della regione, nel rapporto tra affiliati e popolazione, è del 2,70Zo». Insomma, tre mafiosi ogni 100 abitanti. Lo Stato, negli ultimi 20 anni non si è mai tirato indietro nel contrastare questo fenomeno, eppure la 'ndrangheta continua a ((rigenerarsi». Già nell'87, l'Antimafia segnalava: «La 'ndrangheta ha raggiunto un livello cu pericolosità e sviluppo simile alla mafia». Nella relazione 2003 i commissari di San Macuto scrivono: «Sarebbe un errore imperdonabile ritenere che con i capi in carcere l'organizzazione sia allo sbando». E ancora: «La versatilità che contraddistingue la 'ndrangheta è tale da consentirle di continuare la sua lenta ma inesorabile espansione». Colpisce, nella lettura delle relazioni istituzionah - Dia, commissione Antimafia, Procura nazionale antimafia. Viminale - ritrovare sempre gh stessi nomi, gh stessi clan, anzi «'ndrine», al centro delle attività criminah: Piromalli, Pesce, Morabito, Mazzaferro, De Stefano, Nìrta, Barbaro, Mancuso. Nel «Rapporto Italia 2004» che l'Eurispes presenterà domani c'è un capitolo dedicato alla «Malavita holding», e ampio spazio al suo intemo è dedicato proprio alla Calabria: «La 'ndrangheta, come le altre cupole, ha mostrato di sapersi rinnovare e di riuscire a riorganizzare piuttosto rapidamente Te proprie attività criminah sul territorio, dopo ogni imponente operazione compiuta dalle forze dell'ordine, principalmente attraverso la disponibilità di ingenti capitali di cui dispone». E ancora: «La 'ndrangheta sembra possedere una rinnovata capacità di attrarre giovani leve nel proprio giro». Il «segreto» del «successo» del¬ la mafia calabrese, sta, secondo Enzo Macrì, sostituto procuratore nazionale antimafia, nel sapere coniugare ((tradizione e modernità». Per tradizione, spiega Macrì, «si deve intendere le sue origini»: «La 'ndrangheta è un'organizzazione a carattere familiare, e per questo impermeabile al fenomeno del pentitismo, regolata da codici e regole di affiliazione antichi, che sopravvivono al trascorrere del tempo». Prosegue il magistrato: «La modernità sta nella sua capacità di organizzare gh affari». Oggi gh affari ruotano attorno al business della droga, del traffico di cocaina, come l'operazione «Decollo» dimostra. Le cifre del «Rapporto Italia 2004» sono impressionanti: ((Ammonta a quasi 100 miliardi di euro il giro d'affari deUe "quattro cupole" itahane previsto per il 2004». Le quattro cupole - Cosa nostra, 'ndrangheta, camorra e la mafia pughese - possono contare così su «un fatturato "fuorilegge" pari al 9,50Zo del prodotto interno lordo stimato, per l'anno in esame, in circa 1.052 miliardi di euro». Interessante la classifica per settori «produttivi»: la 'ndrangheta è prima per quanto riguarda il traffico di droga (22.340 milioni di euro); seconda per estorsione e usura (4.116); terza per gh appalti pubblici (4.703); prima per la prostituzione e traffico di armi (2.352 milioni a testa). E' finito il tempo dell'Anonima calabrese, dell'Aspromonte che custodiva i sequestrati, dei Paul Getty junior e dei Casella. Dal '69 all'89 in Italia vi furono 620 sequestri di persona: di que- sti, ben 114ii consumarono m Calabria, e ameno un'altra novantina furonl gestiti da calabresi. Complessiiamente, l'Anonima sequestri fatturò 400 miliardi di lire. E' allaspaUe la stagione drammatica ddle guerre di mafia, degli omiciq pohtici eccellenti - quello (Ml'ex presidente delle Ferrovie cfello Stato, Ludovico Ligato, uctiso il 27 agosto '89, o del magisttato della Cassazione, Antonio Siopelhti, che doveva sostenere ikccusa al maxiprocesso di Falcme e Borsellino, nell'estate'91 -tteha mattanza di Taurianova, ilpiccolo centro della piana di Gida Tauro, dove il 3 maggio '91, n un agguato furono uccise qiittro persone. Una testa si staclò dal collo di una delle vttimel e la cronaca ricorda che quelli testa rotolò per terra e fupresia calci. Oggi, la 'ndranghe.a fa kffari con la droga. E uno degli siodi di transito della «merce» l il porto di Gioia Tauro. La stola giudiziaria racconta eie, qulndo si stava per costruire i porti, nella metà del decennio pissatd un emissario della coscaPironalli andò a Milano a trattare col l'impresa: «Sappiate che loi rappresentiamo il passato, il ^esente, il futuro». II sostituto procuratdje antimàfia Enzo Mad «Le cosche gestite da vecchie famiglie ancorate a codici e ritualrantichi neanche scalfite dal fenomeno del pentitismo» ti blocco di marmo in cui era nascosta la cocaina sequestrata nel porto di Gioia Tauro