«Troppi incidenti», i muratori si fermano di Marina Cassi

«Troppi incidenti», i muratori si fermano SCIOPERO DI OTTO ORE IL 6 FEBBRAIO PER CHIEDERE MAGGIORI CONTROLLI ANTINFORTUNISTICI «Troppi incidenti», i muratori si fermano I sindacati: aumentano i cantieri e i nscm Marina Cassi «Si lavora per vivere, non per morire». Lo slogan è brutale nella sua semplicità e spiega quanto i lavoratori edili torinesi siano preoccupati per le condizioni della sicurezza nei mille cantieri che fioriscono in città e in provincia. Venerdì b febbraio la categoria si fermerà per otto ore, una cosa che non accadeva più da cinque anni, «per la sicurezza nei cantieri, contro il lavoro nero e contro l'illegalità nell'impiego della manodopera». I segretari della categoria di Cgil-Cisl-Uil - Alberto Tomasso, Antonio Castaldo e Armando Dagna - hanno avuto una suggestiva idea per far capire al cittadino comune quanto il settore viva ancora di nero o grigio e quanto l'irregolarità si accompagni spesso a scarsa sicurezza. La Cassa edile consegna gratuitamente due volte all'anno a ciascun lavoratore iscritto una tuta ruggine, scarpe antinfortunistiche, giubbottone con strisce colorate a chi fa lavori stradah. La provocazione è questa: «Quanti lavoratori vedete nei cantieri con la tuta dalla Cassa edile e quanti in maglietta e scarpe da ginnastica? Ebbene chi non ha la tuta non è iscritto alla Cassa ed è come minimo un lavoratore in grigio». E dopo la suggestione i dati: in provincia di Torino ci sono 20 mila lavoratori iscritti alla Cassa (cioè completamente regolari), il doppio all'Inps, molti di più ancora sono quelli stimati realmente come addetti di un settore in crescita tumultuosa. E i segretari aggiungono: «Si è fatto un gran parlare di Olimpiadi, di come si voleva evitare che i giochi avessero alle spalle ì morti nei cantieri. Se ne è parlato e basta; i morti sono già due e di sicurezza non si occupa nessuno». Dall'ottobre del 2002 ci sono stati cinque morti; gli infortuni sono passati a Torino dai 7.300 del 2001 ai 7.400 del 2002 (mentre in Italia sono in calo) e i morti da 28 a 30. Per i segretari del sindacato la spiegazione sta nell'incremento nel numero dei cantieri e l'allarme per il futuro è altissimo. Dicono: «Apriranno almeno altri cento cantieri per le Olimpiadi; manodopera qui non se ne trova più e i cantieri delle grandi opere sono già pieni di trasfertisti e stranieri. Ormai tra gh iscritti allacassa edile un lavoratore su cinque è rumeno. Il rischio è che si sbattano al lavoro persone senza professionalità e senza formazione con le immaginabih conseguenze sulla sicurezza». Nella piattaforma dello sciopero si chiede alle istituzioni e alle stazioni appaltanti di aprire un confronto con il sindacato «per fare della sicurezza l'obiettivo prioritario per tutti». E il sindacato polemizza: «Ci piacerebbe che anziché Utigare sui posti le istituzioni premessero sull'Agenzia olimpica affinché si apra il tavolo, cosa che finora non è accaduta». E aggiungono: «C'è un tavolo per arrivare a yn codice etico degli appalti, ma si è fermato perché le imprese non sono d'accordo con il principio che significa che a tanti addetti devono corrispondere tanti contributi». E i sindacalisti ricordano anche che in altre regioni già si applica il cosiddetto documento unico di regolarità contributiva «che favorisce l'emersione dal sommerso e la sicurezza nei cantieri dando spazio solo alle aziende in regola con Inps, Inali e Cassa edile» e che in Piemonte ancora non funziona. Durante lo sciopero del 6 ci sarà un presidio di fronte alla Prefettura con un comizio con i tre segretari nazionali della categoria. WtiKVtVHIf" Lavoratori al lavoro su un'impalcatura, sovente sono sprovvisti dei mezzi antinfortuni

Persone citate: Alberto Tomasso, Antonio Castaldo, Armando Dagna

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino