«Il burattinaio era De Lorenzo» di Lino Jannuzzi

«Il burattinaio era De Lorenzo» «Il burattinaio era De Lorenzo» Jannuzzi: «Fu lui a manipolare quelle paure» "PX E Lorenzo approfittò di ^-xJ un Antonio Segni, presidente della Repubblica, spaventato e malato. Gli ingigantì le preoccupazioni e lo convinse che di nessun altro si poteva fidare. Gli disse che ci avrebbe pensato lui, che non ci si poteva affidare a Moro». Il senatore Lino Jannuzzi era allora il giornalista dell'espresso che fece esplodere lo scandalo del golpe in preparazione. «Segni - racconta ora da Strasburgo - convocò allora Sceiba, al quale parlava di un Taviani comunista, gli esprimeva timori e gli proponeva l'esigenza di prendere provvedimenti drastici, per bloccare chissà quale pericolo. De Lorenzo era il suggeritore. Approfittava di una debolezza in modo sapiente e intanto preparava la sua carriera». Narra Jannuzzi che, secondo lui, il clima, era di preoccupazione forte fra i comunisti, che le liste di proscrizione erano pronte, che c'era chi dormiva fuori casa per sfuggire a un eventuale intervento diretto del generale e dei suoi carabinieri, giacché De Lorenzo affermava che tutto si poteva fare con il solo intervento dell'Arma. Poi vennero le inchieste dell'Espresso. De Lorenzo intanto aveva fatto carriera, passo dopo passo, fino a diventare il capo di Stato Maggiore dell'Esercito, avendo quindi a disposizione una forza enorme, «anche perché - ricorda il parlamentare - ogni volta che saliva un gradino, disponendo di quel potere, metteva un amico al suo posto precedente». Jannuzzi ricorda anche le diverse interpretazioni sul personaggio: «Sapeva convincere. Sociahsti come De Martino e Testa arrivarono a definirlo un partigiano». Ma gli articoli contro il «partigiano» suscitarono una reazione dura: «Fummo processati e in primo grado condannati, su sua denuncia. Moro pose il segreto di Stato sugli atti, cosi fu difficile difendersi». Poi arrivò una commissione d'inchiesta, presieduta da Alessi, che fece eliminare tutti gli omissis, tranne quelli riguardanti installazioni militari: «A quel punto venne fuori tutto, venne fuori la verità. E la verità era proprio che non c'era un prepararsi a contrastare la forza di una sinistra che in quel momento stava aumentando i consensi e non aveva bisogno di violenze. Era la manipolazione del presidente da parte di un generale dei carabinieri». Lino Jannuzzi

Luoghi citati: Strasburgo