L'Iran: pronti a voltare pagina con gli Usa di Emanuele Novazio

L'Iran: pronti a voltare pagina con gli Usa LA REPUBBLICA ISLAMICA CONFERMA LA VOLONTÀ DI USCIRE DALL'ISOLAMENTO L'Iran: pronti a voltare pagina con gli Usa Frattini in visita a Teheran: riferirò a Powell quanto ci siamo detti Emanuele Novazio Inviato a TEHERAN Un'apertura di credito politico che rilancia una collaborazione bilaterale dalle importanti ricadute economiche (l'Italia parteciperà a un corposo programma di opere pubbhcbe). Ma che mette in luce - soprattutto - il desiderio iraniano di uscire dall'isolamento intemazionale e di aprirsi sempre più all'Occidente: all' Europa prima di tutto, ma in prospettiva anche al «Grande Satana» americano, del quale ne a si rifiuterebbero gli investimenti petroliferi in un contesto gencialc più «adeguato». Il primo risultato della visita lampo a Teheran del ministro degli Esteri Frattini - che in 24 ore ha incontrato il presidente Khatami, il ministro degh Esteri Karrazi, il presidente del Parlamento Kharrubi e il segretario del Consiglio supremo della sicurezza nazionale Rohani (figura emergente, molto vicino all'influente ex Presidente Rafsanjani e indicato come probabile successore di Khatami) - conferma il dinamismo che anima la Repubblica islamica d'Iran perlomeno sul fronte estemo, e ne rilancia il | ruolo di potenza regionale. In un momento particolarmente delicato per Teheran, mentre il confronto fra i moderati di Khatami e i conservatori che si riconoscono nell'ayatollah Kamenei - guida suprema della Repubbhea islamica - si sta inasprendo sulla composizione delle liste elettorali in vista del voto politico del 20 febbraio, le voci raccolte da Frattini indicano la volontà iranania di giocare fino in fondo, in imo scacchiere incandescente, quel ruolo stabilizzatore aupiscato dall'Italia e dall'Europa: in Afghanistan dunque, ma soprattutto in Iraq, dove gli intelocutori del ministro degh Esteri hanno manifestato l'impegno a sfruttare al megho il forte legame con la comunità scuta. Un secondo tema conferma l'apertura di credito italiano: l'Iran, garantiscono Rohani e Karrazi a Frattini, manterrà l'impegno di sospendere ogni attività legata all'arricchimento dell'uranio e firmare il protocoho aggiuntivo del trattato di non proMerazione nucleare: secondo l'intesa raggiunta lo scorso ottobre con Francia, Germania e Gran Bretagana, e siglata il 18 dicembre con la presidenza di tumo italiana. In cambio però chiede un gesto all'Europa: la riapertura del nego¬ ziato economico con l'Ue, interrotto a giugno dopo le accuse americane a Teheran di sviluppare un programma nucleare militare, e ancora bloccato per perplessità non soltanto britanniche sull'effettiva volontà iranania di tenere fede agh impegni. Roma appoggia la richiesta di Teheran e la rilancerà in sede comuntaria: «Riteniamo opportuno qualche gesto simbolico nei suoi confronti» per tener vivo il negoziato, afferma Frattini, sottolineando la necessità che Teheran non rinunci a un «dialogo aperto e continuo» con l'Ue su diritti umani, condizione femmi- nile, libertà di stampa. Infine il dialogo con gli Usa. A una domanda della «Stampa» sulla possibile evoluzione dei rapporti con Washington, Karrazi risponde che «l'Iran non subordinerà i propri principi ideologici all'interesse nazionale». Lo stesso interesse che lo ha convinto a scegliere una linea di realpolitik in Afghanistan e che imporrebbe forti investimenti americani nell'industria petrolifera. Ma, aggiunge, «devono essere le società americane a chiedere la fine delle sanzioni» imposte dal governo Usa, sottolineando che non sarà certo Teheran a chiudere loro la porta. Frattini riferirà al segretario di Stato Powell, conferendo alla sua missione a Teheran il carattere di «ponte» aupiscato dagh stessi leader iraniani. Ma la buona volontà del ministro rischia di scontrarsi con la contraddizione fondamentale del sistema iraniano di potere: l'impossibilità di definire con certezza la sede della sovranità, in presenza di un conflitto endemico fra presidenza e govemo da una parte, e leadership religiosa e «Guardiani» dall'altra. La disputa sulle hste elettorah è soltanto l'ultimo, clamoroso esempio di un dissidio che mina la stabilità politica del Paese: il Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione ha bocciato oltre un terzo delle 8.200 candidature, penalizzando soprattuto quelle riformiste e sollevando le durissime proteste di Khatami. Il Parlamento ha votato domenica ima legge «di tripla urgenza» per imporre ima revisione del provvedimento, ma il Consigho l'ha subito bocciata. Nell'attesa di una decisione definitiva (entro fine gennaio), Karrazi e Karrubi confidano a Frattini il loro ottimismo su una «soluzione positiva che garantisca un'alta affluenza alle urne e la vittoria del fronte moderato». Fingono di dimenticare la disaffezione popolare, giovanile soprattutto, nei confronti di un riformismo considerato troppo debole e perdente. Anche Frattini auspica una soluzione positiva della disputa: ma a chi gh chiede quale sarebbe la reazione italiana a im risultato privo di consistente base elettorale, risponde con l'elusione diplomatica: «Le elezioni non si sono ancora svolte, non posso anticipare giudizi». Per il ministro degli Esteri Karrazi verrebbero accettati investimenti americani nell'industria petrolifera: «Le società interessate chiedano la fine delle sanzioni» Resta il problema di definire con certezza chi detiene il potere, anche se sulle elezioni i leader riformisti si dicono fiduciosi in una soluzione al braccio di ferro .. , ..j.-.: Il ministro degli Esteri Franco Frattini a Teheran con il presidente iraniano Mohammad Khatami