TORNA IL GOBBO

TORNA IL GOBBO TORNA IL GOBBO Ni ON è un musical, non è uno spettacolo. E' parole di chi l'ha inventata - un'opera popolare. Così Riccardo Cocciante definisce il suo «Notre Dame de Paris», scritto con Lue Pladmonton, con cui ha dato una svolta al mondo del palcoscenico creando un nuovo modo di fare musica e teatro. Non da zero però. «"Notre Dame de Paris" è una nuova opera popolare - spiegava l'artista nel settembre 2002 in occasione della prima venuta a Torino della produzione -. L'opera quando è nata era un dramma in musica, ì compositori elevati la consideravano una cosetta volgare. Questo destino popolare, oggi, l'opera l'ha perso totalmente. Si è distaccata dal pubblico, è diventata colta. La commedia musicale ne ha preso il posto all'estero e noi abbiamo perso l'opportunità di avere ima nostra commedia musicale. "Notre Dame" è la mia risposta a questo». Ritoma, dunque. Per la terza volta a Torino «Notre Dame de Paris» sarà al MazdaPalace - l'ex Palastampa, organizza Metropolis info 011/535.529 da mercoledì 28 a domenica 1 febbraio (sabato e domenica doppio spettacolo alle 16 e alle 21) con la sua scenografia essenziale ma imponente, il numeroso cast dei personaggi dai costumi fantasiosi, la grande musica, curata nella versione italiana da Pasquale Panella. Con tutti i protagonisti della storia d'amore e morte di Victor Hugo, Esmeralda, Quasimodo, Frollo, Febo, Fiordaliso, Clopin, Gringoire, impersonati da nuovi e vecchi interpreti: Ilaria Andreini e Leyla Martinucci; Heron Borrelli e Alberto Mangia Vinci; Fabrizio Voghera e Christian Gravina, Matteo Setti e Mattia Inverni; Ciò di Tonno, Cristian Mini, Claudia D'Ottavi, Chiara di Bari e Haria Deangelis. Un evento da non perdere. A cominciare dai numeri. Dal palcoscenico enorme, da record per l'Italia: misura 38 metri per 16 con un boccascena di 25 e una copertura sospesa che nemmeno i Rolling Stones. Dalle piazze toccate in sei anni di tournée in tutto il mondo (la produzione intemazionale di David Zard e Charles Talar ha lo stesso allestimento di quella italiana). Dall'imponenza delle strutture: il muro di fondo, la cattedrale, è alto 24 metri, al doppio cast, come s'usa nel melodramma, con gh attori-cantanti-ballerinì che si danno il cambio nei turni di riposo, data la fatica del tour. Chi ama lo spettacolo non può mancare. Perché sul palco ce n'è per contentare tutti. BeUe scene, bei costumi, bahetti sfrenati, musica magica per tutte le orecchie. Cocciante ha mescolato, da quel mago deUe note che è, le nostre radici, prendendo il megho: duetti che potrebbero essere mozartiani, dolcezze jortoghesi e spagnole, gusti della canzone francese; 'opera europea in risposta al predominio anglosassone, che mette d'accordo diverse generazioni e arriva, facile, a tutti noi. Vi si riconoscono giovani e vecchi, chi ama l'opera e obi adora il rock, senza distanze. Il risultato è U successo, ottenuto un po' ovunque. Lui se ne confessa entusiasta. «"Notre Dame" è un po' il mio premio alla coerenza, per non aver mai voluto seguire le mode, per aver sempre, a differenza di molti, considerato il pubblico intelligente, tanto da capire quando gh dai il megho». Vedere per credere. Cristina Caccia LA GRANDE OPERA-EVENTO DI COCCIANTE AL MAZDAPALACE DA MERCOLEDÌ' 28 AL I0 FEBBRAIO Riccardo Cocciante con Pasquale Panella. Sopra, lo spettacolo

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