Automazione tessile è la risposta ai cinesi di Paola Guabello

Automazione tessile è la risposta ai cinesi TECNOLOGIE E PROCESSI PRODUTTIVI Automazione tessile è la risposta ai cinesi A BIELLA IL PRIMO IMPIANTO WINPRO, CHE CONSENTE RISPARMI DEL 50 PER CENTO E UNA QUALITÀ MIGLIORE Paola Guabello UN risparmio fino al 50 per cento dei costi di produzione e una quanta elevata del filati che poi si trasformeranno in tessuto: è un impianto innovativo messo a punto a Biella, distretto tessile per eccellenza, fra la casa svizzero-tedesca Saurer e il Gruppo Luigi Botto di Vallemosso. Tre anni di lavoro, i primi passi vennero fatti dai tecnici del lanificio nel '99, hanno portato a un investimento di 60 mihoni di euro a alla realizzazione di un processo che consentirà di tenere testa anche all'agguerrita concorrenza cinese. Il processo, battezzato WinPro, grazie alla sua automazione elevata comporta anche risvolti seri sul piano dell'occupazione, con un minore impiego di personale (tagh del 50 per cento dei costi di manodopera); ma consente pure bassi consumi energetici (ridotti del 40 per cento) e flessibilità illimitata per ottenere grandi o piccole quantità di prodotto. Sarà possibile realizzare anche soltanto 2-3 chili di filato in vari colori, cosa impossibile con i vecchi filatoi che sfornavano non meno di 300 chili di filato per volta. Diretta conse¬ guenza della velocità e dei volumi di produzione sarà un risparmio notevole sullo spazio e sui costi di magazzino. Inoltre qualitativamente verranno prodotti Alati migliori ed a prezzo più conveniente. Con WinPro sarà possibile aumentare la velocità di produzione fino a 30 volte rispetto al filatoio tradizionale. «Non si tratta di una macchina - spiega Arianna Leone, vicepresidente del Gruppo - ma piuttosto di un nuovo metodo eh lavorare che rivoluzionerà il vecchio sistema ad anello chiamato "ring"». I vantaggi si leggono nelle schede tecniche distribuite durante la presentazione mondiale di Win Pro, che ha visto in cattedra a Biella Saurer Hamel e il team Luigi Botto guidato fin dai primi passi da Carlo Xotta, direttore tecnico del gruppo di Vallemosso. Quattro anni fa nella vallata biellese, cuore del distretto tessile, nasceva l'idea che dava origine alla prima macchina pilota installata nel 2001. Oggi l'impianto è una realtà, da una macchina passerà nel giro di qualche mese a 12 elementi. «E' un processo - spiega Pier Paolo Leone, presidente del gruppo - che si indirizza principalmente al lanificio, modello che negh ultimi tempi ha patito l'aggressione di una concorrenza senza regole e che ha pagato un prezzo probabilmente eccessivo, almeno in questi ultimi anni travagliati da molte circostanze negative da cui pare si possa intravedere l'uscita con la ripresa che si sta consohdando». Strategico nel Biellese ma pure nelle realtà pratesi e venete, dove la Luigi Botto si dichiara pronta a trasferire la propria esperienza di sviluppo. «In effetti - conclude l'imprenditore - questo nuovo processo altro non è che uno strumento in grado di restituire una straordinaria elasticità al lanificio verticale in termini di velocità di attraversamento, riduzio¬ ne del work in progress, riduzione degh spazi della mano d'opera e quindi dei costi operativi. In altre parole, ed ecco perché è stata scelta Biella, un decisivo miglioramento competitivo che tiene a bada anche paesi emergenti come la Cina». Il gruppo Luigi Botto dà lavoro a 800 dipendenti. La sede è a Vallemosso. Alcuni anni fa ha acquisito la Filatura di Crosa, oggi operativa a Pettinengo, e il lanifìcio Fratelli Fila di Coggiola; in questi giorni ha rilevato la Gartex International di Busto Arsizio dei fratelli Garavaglia, speciahzzata nella riproduzione di tessuti ad alto contenuto moda. Il nuovo impianto per la lavorazione tessile realizzato a Biella

Persone citate: Alati, Arianna Leone, Carlo Xotta, Garavaglia, Hamel, Luigi Botto, Pier Paolo Leone

Luoghi citati: Biella, Busto Arsizio, Cina, Coggiola, Crosa, Pettinengo