Muore nello stadio dove l'talia giocherà gli Europei

Muore nello stadio dove l'talia giocherà gli Europei LE IMMAGINI DEL DRAMMA: SOTTO ACCUSA GLI IMPIANTI PORTOGHESI MIKLOS FEHER, PUNTA DEL BENFICA, STRONCATO A 24 ANNI DA UN ARRESTO CARDIACO: A GU1MARAES L'AMBULANZA E' ARRIVATA DOPO UN QUARTO D'ORA PER COLPA DI UN MURO Muore nello stadio dove l'talia giocherà gli Europei Il dottor Tranquilli: «Qui non succederebbe, abbiamo mezzi d'avanguardia» Giancarlo Laurenzi Il prossimo 14 giugno l'Italtrap debutterà nella fase tinaie degli Europei affrontando la Danimarca nel nuovo stadio Alfonso Hennques di Guimaraes, 345 km a Nord di Lisbona. Sull'erba di quel! impianto inaugurato di recente, 30 mila spettatori di capienza, domenica sera si è accasciato senza più tornar? in '.ita l'attaccante del Bemioa Miklos Feher, nato a Budapest 24 anni fa, 25 presenze nella nazionale unghen;se con 7 reti. Nel lotto dei giocatori in campo Feher era uno dei più freschi, entrato al 15' st nella sfida che il suo Benfica, club nel quale era arrivato nell'estate del 2002, stava vincendo 1-0 contro i locali del Vitoria: a due minuti dalla fine del recupero ha perso conoscenza all'altezza della metà campo, dopo aver ricevuto dall'arbitro un'ammonizione. Quasi 5 ore di autospia non hanno chiaritole cause deha morte, saranno necessari altri esami di laboratorio; ma secondo Duarte Nuno, direttore generale dell'Istituto nazionale di medicina legale, l'ipotesi più accreditata è che a provocare il malore di Feher sia stata una trombosi polmonare. Dal canto suo, Deszo Lejko, medico dell'Ungheria, ha confermato «di non aver riscontrato in Feher problemi fisici negb ultimi 4 anni», ribadendo che il giocatore «non aveva mai aveva preso medicine per combattere disturbi cardio-vascolari». Compagni e avversari dell'ungherese si sono subito resi conto della tragedia e molti di loro sono scoppiati in pianti dirotti. L'ambulanza, invece, ha tardato l'ingresso in campo, sembra per colpa di un muro imprevisto che ha sbarrato la strada al mezzo, costringendo gli inservienti a picconarlo per proseguire. Riuscita infine ad arrivare sul prato, l'ambulanza ha lasciato lo stadio per l'ospedale (dove inutili sono stati i disperati tentativi dei cardiologi) 14 lunghissimi minuti dopo il momento del malore, im'eternità che potrebbe aver influito in maniera decisiva sulla sorte del povero attaccante del Benfica. La morte di Feher segue di 7 mesi quella di Marc Vivien Foe, deceduto a Lione lo scorso 26 giugno durante la semifinale della Federation Cup tra il suo Camerun e la Colombia. A differenza di quanto accaduto stavolta, in Francia nessun ribevo fu però mosso all'organizzazione e all'assistenza medica, scrutati dalla severità della Fifa in materia. La conferma viene dal dottor Carlo Tranquilb, direttore del laboratorio dell'Istituto di scienza dello sport del Coni: «I giocatori italiani dormano sereni: è inimmaginabile che ai prossimi Europei possa accadere una cosa del genere. L'Uefa impone procedure rigide per la sicurezza di atleti e spettatori, impensabile che un'ambulanza arrivi in ritardo. Ri¬ cordo bene i Mondiali del '90, fu la prima volta in cui si creò un pool di esperti che gestisse il comparto sanitario, garantendo standard di qualità elevatissimi». Di quel pool Tranquilb faceva parte insieme con Tommaso Longhi e Guido Bertolaso, direttori generali di Croce Rossa e Protezione Civile. Ricorda ancora Tranquilb: «Rendemmo obbligatori la presenza di ambulanze complete di defibrillatori automatici e di esperti in rianimazione. Personale medico e paramedico, cioè: quello è il segreto, intervenire negli attimi immediatamente successivi il malore. Anche 30 secondi in più rischiano di essere fatab. Più in generale; 3 minuti di arresto cardiaco possono produrre danni permanenti. L'esperienza di Itaba '90 fu considerata dalla Fifa un modello da imitare, e io personalmen¬ te curai la finale di Champions '96 tra Juve e Ajax giocata all'Olimpico». Insomma; per gb Europei gli stadi portoghesi dovranno adeguarsi. E i calciatori azzurri vivranno in pace; «L'Itaba è il paese al mondo in cui gb atleti sono più monitorati. La normativa civibstica non transige e con due decreti ministeriab tutela l'attività agonistica attraverso certificati e nulla osta (del medico sociale), rendendo obbbgatori gb accertamenti aU'attività professionistica. Nel calcio si parte dai 12 anni ed è obbbgatorio un controllo completo ogni 6 mesi. Non si elimina totalmente il rischio ma lo si riduce di molto; esistono cardiopatie congenite o acquisite che non si rilevano ai controlb. E poi c'è il comparto farmaci; l'assunzione di stimolanti, come le anfetamine, contribuisce a elevare i rischi. Però il rigore che c'è da noi altrove non esiste. In Portogallo, ma anche in Olanda; ricordate il caso di Kanu? Non l'avessero visitato in Itaba chissà dove sarebbe adesso. E la stessa Francia quest'estate ci ha spedito Fadiga che i sanitari dell'Inter hanno subito bloccato». E Francesco Furlanello, presidente del Congresso intemazionale sube aritmie e consulente del Coni, ammonisce; «Ci sono cardiopatie apparentemente su base ereditaria che non danno segno di sé. Mai sottovalutare un piccolo sintomo, allora; uno svenimento, il cuore in gola, la mancanza d'aria. Nei soggetti con una predisposizione basta una destabibzzazione elettrica improvvisa, scatenata daUo stress e dabo sforzo fisico, per arrivare alpeggio». L'AMMONIZIONE. Miklos Feher sorride all'arbitro Olegario Benqueren^a che lo ammonisce quando mancano due minuti alla fine (recupero compreso) della sfida tra i locali del Vìtoria e il Benf ica. Nato in Ungheria il 20 luglio 1979, Fehér aveva iniziato la sua breve carriera al Gyor ETO prima di giocare per FC Porto, SC Salgueiros e SC Braga. Era quindi approdato al Benfica. Esordio in nazionale nell'ottobre 1998 contro l'Azerbaigian: in 25 gare nell'Ungheria aveva segnato 7 reti. IL MALORE. Appena 30 minuti dopo essere entrato in campo, Feher si sente male piegandosi su se stesso mentre l'azione e la partita ripartono. Ma la gravità di quanto sta accadendo è subito evidente: «È incredibile che una cosa simile sìa potuta accadere - ha detto l'arbitro della partita -. Ho capito subito che stava succedendo qualcosa di drammatico quando è crollato a terra. Non ho potuto far altro che chiamare i medici». LA FINE. L'attaccante del Benfica è crollato a terra, colpito da arresto cardìaco. Compagni e avversari cercano dì soccorrerlo, poi arriveranno anche ì medici dì entrambe le squadre che tenteranno a loro volta dì rianimarlo in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Trasportato infine all'ospedale dì Guìmaràes, per il giocatore non c'è stato nulla da fare: è morto alle 23,10 ora locale dì domenica. La Federcalcìo portoghese ha proclamato un giorno dì lutto nazionale. \TRAGIC\ PRECEOENTl D\ TACCOLA.-CURI E FOE GIULIANO TACCOLA Attaccante del Genoa e poi della Roma, durante la stagione 1968-'59 aveva già segnato 9 gol in 12 partite quando venne colto da una strana febbre. Alla vigilia della trasferta a Cagliari, si senti poco bene e il tecnico Helenio Herrera lo mandò in tribuna. Era il 16 marzo '69: Taccola a fine match raggiunse i compagni negli spogliatoi, dove fu colpito da malore. Inutile il trasporto in ospedale. Una morte misteriosa RENATO CURI Ancora più scalpore fece la morte di Renato Curi, generoso mediano del Perugia. Era il 30 ottobre 1977 e la squadra umbra stava ospitando la Juventus in un incontro dì campionato: improvvisamente Curi stramazzò esanime a terra e morì senza aver ripreso conoscenza malgrado i tempestivi soccorsi. Lo stadio di Perugia ancora oggi porta il nome dello sfortunato giocatore LIONELLO MANFREDONIA Fu centrocampista, poi difensore e infine lìbero, dapprima colonna laziale, quindi juventino, infine - a sorpresa - romanista. La sua carriera finì il 30 dicembre 1989, quando fu colpito da infarto cardìaco durante la partita Bologna-Roma; sì salvò soltanto per il pronto intervento dei medici. Laureatosi poi in Giurisprudenza, è rimasto nello sport come dirìgente MARC VIVIEN FOE Il 26 giugno scorso a Lione, durante il 20 tempo dì Camerun-Colombia (semifinaledi Confederations Cup), il camerunense Marc Vivien Foe, 28 anni, fisico esplosivo e simpatia contagiosa, crolla dì colpo nel cerchio dì centrocampo, gli occhi riversi verso l'alto. La partita contìnua, la vita di Foe invece sì interrompe dopo ì vanì tentativi di rianimarlo. L'autopsia rivelerà un'anomalìa cardìaca