Scoperti i veri debiti di Parmalat: 14,3 miliardi di Zeni

Scoperti i veri debiti di Parmalat: 14,3 miliardi SLITTA A FINE FEBBRAIO LA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI SALVATAGGIO. L'ULTIMO BILANCIO SEGNAVA UN ROSSO DA 1,8 MILIARDI Scoperti i veri debiti di Parmalat: 14,3 miliardi revisori di Bondi ricostruiscono i conti. Truccato anche il fatturato Armando Zeni MILANO Una montagna di debiti, 14,3 miliardi di euro contro l'I,818 miliardi dichiarati a fine settembre nell'ultima relazione trimestrale Parmalat firmata da Calisto Tanzi, debiti che finalmente sono emersi sotto la lente dei revisori della PriceWaterhouseCoopers, incaricati dal commissario straordinario Enrico Bondi di stendere un rapporto vero sullo stato dei conti del gruppo di Collecchio, e che descrivono con la chiarezza dei numeri fino a che punto era arrivata la falsificazione dei dati in casa Parmalat. A conti fatti Tanzi ha nascosto 12,5 miliardi di passivo. Lo si era capito fin dai primissimi giorni dell'esplosione della crisi, subito dopo la scoperta dei buchi neri della Bonlat, dell'inesistenza dei fondi dichiarati presso la Bank of America, dell'impossibilità del gruppo di far fronte ai rimborsi dei bond in scadenza, lo si era capito ma i numeri sono un'altra cosa: impietosi e drammatici allo stesso tempo. 14,3 miliardi di debiti a fine settembre, una mazzata. Che lascia intrawedere, anche se su questo per ora nessun dato è certo, che l'analisi dei conti tuttora in corso da parte di PriceWaterhouseCopers su quanto é successo dopo, da settembre a fine dicembre, il periodo più nero nella storia di Parmalat, riserverà altre amarissime sorprese e che la Sfrar a suo tempo munagihata da analisti e osservatori di 16 miliardi di euro d'indebitamento non sia niente affatto campata in aria. ' Un colosso sùperindébitato, dunque, come si temeva e si immagina-' va. Un gruppo che a fine 2002 dichiarava 7,2 miliardi di fatturato, un margine operativo lordo di 931 milioni e 1,862 miliardi di debito e che, hanno scoperto ora i revisori, fatturava in realtà 6,2 miliardi, uno in meno, aveva un Mol di 286, tre volte meno, e un indebitamento finanziario ancora in corso di rilevazione ma sicuramente molto ma molto superiore. Un bilancio 2002 del tutto falso. Al quale ne sarebbe seguito un altro ancora più falso nel 2003 se non fosse scoppiato il bubbone. Dalle verifice di Price sui primi nove mesi dell'anno, infatti, non emergono soltanto i 14,3 miliardi di debiti contro l'I,8 dichiarato ma anche i 4 miliardi di fatturato (contrai 5,3 della trimestrale firmata Tanzi) e un Mol quasi cinque volte imferiore ai 651 milioni dichiarati: solo 121 e, a ben vedere, è un piccolo miracolo in tanto sfascio. La prova che, nonostante la montagna di debiti, il gruppo continua ad avere in sé potenzialità industriali elevate, se è vero che a far da contrappunto al rapporto finanziario su Parmalat Finanziaria dei revisori voluti da Bondi c'è l'analisi delle attività industriali, fatta da Parmalat spa con il supporto degli advisor Lazard e Mediobanca. Ebbene, se la situazione resta critica per la Dairy Usa e in Brasile, dove il presidente dei sindacati dell'alimentare ha denunciato che la produzione di Parmalat è dimezzata per mancanza di materia prima e ha prospettato la creazione di una cooperativa nazionale di produttori di latte per evitare che si creino situazione di monopolio a vantaggio della Nestlè (la quale Nestlè ha ripetuto ieri di non essere interessata a rilevare asset Parmalat), gli altri siti produttivi riescono tutti a provvedere al pagamento delle forniture e quindi a mantenersi operativi con risultati in alcuni casi sorprendenti. In Italia, per esempio. dove i prodotti Parmalat stanno registrando andamenti positivi e le vendite di latte Uht crescono del 13,807o rispetto a un anno fa. Ombre e qualche luce. Quel che è certo è che per avere un quadro di riferimento più certo bisognerà attendere un altro mese: slitta il piano industriale che, quando ancora di amministrazione straordinaria nemmeno se ne parlava, Enrico Bondi, l'uomo del salvataggio, sperava di poter presentare a fine gennaio. I buchi scoperti, le irregolarità di bilancio, gli arresti eccellenti, l'adozione dell'amministrazione straordinaria, hanno cambiato gli scenari, hanno imposto procedure e priorità diverse. Ùrgente era e resta la riscrittura corretta dei bilanci consolidati a cui si è dedicata PriceWaterhouseCoopers con i numeri resi noti ieri al mercato che finalmente rappresenta una base reale di valutazione sulla quale lavorare ma altre due settimane almeno serviranno per completare il quadro del 2003. In parallelo procede l'analisi di Lazard-Mediooanca per individuare le aree nelle quali è possibile un miglioramento economico con un riesame a trecentosessanta gradi del portafoglio produttivo del grappo dal quale potrà emergere se, dove e come procedere a eventuali dismissioni. Questi due elementi, si fa sapere da Collecchio, costituiranno la base del piano di ristrutturazione industriale, economica e finanziaria di Parmalat. Che dovrebbe essere presentato non prima dì -un mese, tra fine fétìbraio e inizi di marzo. Già oggi però i conti di Pwc saranno sottoposti da Bondi all'attenzione delle banche creditrici. L'incontro è fissato per il pomeriggio presso la sede di Mediobanca. Le vendite di latte in crescita dell 3,80Zo Oggi a Mediobanca il commissario incontra le banche creditrici 7722 I VERI CONTI DEL GRUPPO DI COLLECCHIO in milioni di euro VECCHIO BILANCIO CONSOLIDATO 5376 , Margine Operativo Lordo 1862 -'| ancora I |: »'rilevato ■|vi| Indebitamento, i i finanziario i 1 netto VECCHIA RELAZIONE TRIMESTRALE REVISORI RAPPORTO PWC 651 ESERCIZIO 2002 l'i . : - - il lyiargi06 ' indebitamento Ricavi ' Operativo finanzfario Lordo netto ^«^PKIft/» J ,MESl200Ì8.v..w^ 1818

Persone citate: Bondi, Calisto Tanzi, Del Piano, Enrico Bondi, Price, Tanzi

Luoghi citati: Brasile, Collecchio, Italia, Usa