«Alta Roma» resta in tenga di Antonella Amapane

«Alta Roma» resta in tenga I MODELLI DA SPOSA FORSE A LUGLIO IN VATICANO «Alta Roma» resta in tenga Sfilata a Rebibbia. Sarli veste la Riccobono Antonella Amapane Maria Corbi Roma Avanti, il circo romano della moda apre la stagione e sotto il tendone tutto si mescola: abiti con politica. Vaticano e carcere, discoteca e cinema. Chi più ne ha, più ne metta. Grande curiosità per la sfilata a Rebibbia, nella sezione femminile, dove le detenute si confonderanno con le glamorous giornaliste di moda per assistere a una sfilata di giovani promesse. E a luglio saranno le carcerate a mostrare i loro modelli, dopo un corso di formazione sartoriale che partirà a febbraio. Sempre a luglio, gli abiti rigorosamente bianchi da sposa, potrebbero addirittura arrivare in Vaticano, nella sala Nervi. In attesa di questo evento- tra sacro e profano- gli stilisti saranno ricevuti mercoledì prossimo da Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. Un tour de force- tra istituzioni, penitenziari, Auditorium (ormai luogofashion della città)- che ingloba pure il cinema, a cui è dedicata questa edizione di Alta Roma. E sono sette i videoclip che si vedranno durante gli show, ma nessuno potrà essere esilarante come la ripresa casuale del colpo di scena avvenuto in passerella dallo stilista libanese Tony Ward. Non si può non ridere di fronte alle modelle che inciampano. Tutte. Una dopo l'altra. Compresa la sposa che resta in tanga - deliziosamente couture, profilato di jais con la gonna calata sotto i fianchi, impighata in un sandalo vertiginoso. Sembra la pubblicità del Coppertone versione erotica. E che dire dell'happening al Piper, mitica disco degli Anni Settanta, scelta da Gattinoni per presentare le sue toilette? E' lo stesso Guillermo Mariotto che entra in scena come un cantastorie. La folla in piedi, accalcata nella bolgia generale, vede benissimo le scarpe delle modelle in pedana. Molto meno gli abiti, omaggio a grandi maestri della couture del passato e del presente. Schubert, Valentino, Pucci, Capucci, Veneziani, Fourquet, Fabiani, Lancetti... venticinque vestiti che interpretano alla maniera di Guillermo Mariotto lo stile di questi big. Il senso dell'operazione, visto che i capi non uguagliano ne superano lo stile degli originali, ci sfugge. Il sottotitolo potrebbe essere: «volemose bene». Ma tant'è. Roma è così, un miscuglione caotico, bisogna trovare il lato buono, magari divertente della situazione. C'è un gran pigia-pigia anche da Shirò. Massimo Galestrini ossessionato dal rosa, pennella borse e tailleur in pelle di struzzo plissettato o coccodrillo punteggiati da cristalli e perline. Quanto costa un completo di rettile bon-bon modello Ivana Trump? Non meno di 25 mila euro. Un vero affare. Oggi Tocca a Sarli e alla sua moda Africana. Lo stilista napoletano ha assoldato Eva Riccobono, la bella indossatrice palermitana che ha avuto l'onore di una foto-francobollo sul calendario PireUi. Ma di star in passerella e nel parterre se ne vedranno veramente poche. Quando esce una brunetta piccolina sulla pedana di Susanna Liso (Le Tartarughe) in molti si chiedono: «Chi è?». Valentina Cervi, dice qualcuno, attrice di belle speranze, nipote d'arte. Il suo incidere bonsai, in imo dei vestiti concettuali della stilista amata dalle romane della borghesia impegnata, dopo il passo vichingo delle modelle professioniste, fa tirare un sospiro di sollievo alle donne normali. Le creazioni del Le Tartarughe mostrano una creatura marziana, allegra, coperta da vestiti geometrici in cui linee curve e squadrate si sposano in un gioco architettonico. Un Capucci style? Una edizione di moda politicamente corretta, questa. Dove trovano posto il palestinese Jamal Taslaq (fuori calendario) e l'israeliano Yossi Cohen con le sue creazioni per «riflettere» (ieri la sua performance dedicata alla fiaba «Il principe ranocchio», simbolo della metamorfosi). La sfilata di Tony Ward: la modella vestita da sposa inciampa e resta In tanga

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