L'Europa alla prova del dollaro
L'Europa alla prova del dollaro LA FRASE ANCORA UNA VOLTA: DEBOLI O FORTI CON BUSH? L'Europa alla prova del dollaro Carlo Bastasin IL prossimo choc dovuto europeo andrà in scena a Boca Raton in Florida il 6-7 febbraio, quando, molto probabilmente, il gruppo delle sette maggiori economie mondiab (G7), mancherà di trovare un consenso credibile sugli equilibri tra le valute. La ripresa economica europea è messa a repentagbo da un aggiustamento del dollaro che il governatore della Bce, Jean Claude Trichet, ha definito (brutale e sgradito». L'amministrazione Bush ha fatto capire di non avere alcun interesse a un cambiamento di linea. Ed è molto dubbio che l'Europa abbia la capacità politica di imporre un accordo a Washington. Dovrebbe invece farlo. fl calo del dollaro era un passaggio inevitabile a fronte di un'economia americana incapace di mantenere un equilibrio - o anche uno squilibrio sostenibile - tra risparmio e investimenti, senza l'afflusso mensile dab' estero di 45 miliardi di dollari. Quando il deficit di parte corrente è così macroscopico, la moneta si deve deprezzare per stimolare l'export. Negli ultimi due anni un calo del dollaro rispetto ab'euro prossimo al 5007o ha colpito due volte lEuropa; ha reso sconveniente l'export europeo a vantaggio di quello Usa e ha scaricato sull'Europa anche lo squilibrio commerciale con le economie asiatiche. Cina e Giappone infatti hanno venduto massicciamente le loro monete in cambio di titoli americani per arginare il dollaro. L'effetto sull'economia europea si è ovviamente raddoppiato. Non c'è ragione per cui l'Europa debba accettarlo senza condizioni. C'è, a dire il vero, una corrente di pensiero secondo cui quebo del dollaro è un falso problema. A novembre, il deficit commerciale Usa è diminuito, mentre c'è stato un forte afflusso di capitali privati esteri, grazie al nuovo sentimento ottimista sub'economia americana. Ma ciò non spiega in nessun modo perchè dovrebbe L'economia è retta (finosoltanto daldelle attività americana a che dura) valore finanziarie riuscire a stare in volo un'economia mondiale con un solo motore acceso, con un deficit deUe partite correnti ancora record, un debito privato e pubbbco terrificante. Una risposta è venuta da Alan Greenspan il 13 gennaio a Berlino aba Bundesbank Lecture: si tratterebbe nientemeno di un nuovo paradigma del senso finanziario della globalizzazione. I flussi finanziari non dipendono più dagb equilibri tra costo del finanziamento e rendimento dell'investimento, ma dal sempbce fatto che i capitab vanno dove devono andare... Se non fosse già andata male una volta, la chiameremmo New Economy, no? Finché gb americani compreranno merci asiatiche - sembra pensare Greenspan - gb orientab saranno contenti di acquistare titob denominati in dollari e garantiti da Washington. Di fatto in questo modo il risparmio interno degb Stati Uniti viene sostituito da un effetto ricchezza perpetuo attraverso l'aumento di valore deUe attività finanziarie o immobibari, davvero inspiegabile anche se si volesse perpetuare l'eco dei miracob della produttività Usa degb anni Novanta. Se il mondo funziona in questo strano modo, abora non è necessario aumentare i tassi reab d'interesse per accrescere il risparmio degb americani. Ma una cosa mi resta oscura: se gli Stati Uniti altro non sono che un'economia guidata dal valore degb assets finanziari, perchè gli investitori asiatici o europei non dovrebbero cambiare idea prima o poi e investire dove il capitale rende di più? E quando questo succederà e il dobaro sarà già deprezzato - come è il caso oggi - che cosa rimarrà in mano a Greenspan? O peggio come reagirà Bush, pur di far capire che l'unico rifugio sicuro di questo mondo è il Texas? Una ragione di più perchè l'Europa si faccia sentire in Florida, non solo con la voce della Bce, ma con quella dei suoi sfiatatissimi governi. ^^ Il sistema è da rivedere. Vanno colpite pesantemente le frodi, ma sarebbe sbagliato ingessare le imprese. Servirebbe cambiare l'approccio sui controlli, non solo formale ^^ Bisogna invece intervenire sulla qualità 59 Renato Soni, Milano, 21 gennaio 2004 L'economia americana è retta (fino a che dura) soltanto dal valore delle attività finanziarie
Persone citate: Alan Greenspan, Bush, Carlo Bastasin, Forti, Greenspan, Jean Claude Trichet, Renato Soni
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