Un museo italiano per il Macintosh di Bruno Ruffilli

Un museo italiano per il Macintosh INAUGURATO A SAVONA. IL «COMPUTER CHE SORRIDE» HA APPENA COMPIUTO VENT'ANNI Un museo italiano per il Macintosh Bruno Ruffilli Il Macintosh ha appena compiu-' to vent'anni e già ha un museo: è stato inaugurato a Quiliano, in provincia di Savona. Per ora è privato e visitabile soltanto su appuntamento, ma presto sarà ospitato in locali messi a disposizione dall'amministrazione comunale. Il computer che sorride, il primo ad adottare un'interfaccia grafica simile a quella di oggi, con scrivania, cestino, cartelle, fu lanciato il 24 gennaio del 1984 con uno spot girato da Ridley Scott. Negli anni, nonostante i passi falsi della Apple, le burrasche finanziarie legate alla new economy e un mercato dominato dalla rivale Microsoft, i sostenitori della Mela sono aumentati costantemente. Irrimediabili snob, fieri di far parte di un'elite informatica, maniaci del design anche contro la funzionalità, i mac-fanati- ci si incontrano sul web e si riuniscono in gruppi di discussione, comunità, congreghe.Qualche volta escono dalla rete per incontrarsi in pizzeria, e naturalmente le conversazioni riguardano l'ultima versione del sistema operativo o le anticipazioni in rete sul prossimo iPod. Altre volte, complice un colpo di fortuna, si concretizzano in iniziative come quella di Quiliano: oltre cento co-mputer, ma anche software, prodotti dimenticati, manuali e libretti di istruzioni, per raccontare un'avventura cominciata nel 1976 con l'Apple I. Oggi l'azienda di Cupertino è tra le poche a registrare fatturati in crescita. anche se la sua quota nel mercato globale dell'informatica non supera il 5 per cento. Steve Jobs, poi, è una specie di mito: flirta con Hollywood (produce «Toy Story», in «Forrest Gump» il protagonista si arricchisce con le azioni Apple), predica una cultura tecno-umanista dalle riviste specializzate, rivoluziona il mercato discografico con iTunes Music Store. «Il museo - spiega Alessio Ferrara, tra i fondatori del gruppo ligure - è nato per caso, quando uno storico negozio di informatica della zona ha cambiato gestione. Il magazzino era pieno di vecchi computer Apple, che il nuovo proprietario non voleva. Ce li ha messi a disposizione e sono diventati il primo nucleo della collezione, il resto arriva dalle donazioni spontanee di persone che ci hanno contattato tramite il nostro sito www.allaboutapple.com». Il museo, unico nel suo genere in Italia, e tra i pochissimi al mondo ad essere deicati al Macintosh, diventerà un centro per la diffusione della cultura informatica, con un fitto calendario di corsi e incontri. Anche per Windows, che gli utenti Mac vedono come il fumo negli occhi? «Sì, la nostra piattaforma è stata sempre aperta agli altrei sistemi, ma non si può dire che sia successo il contrario». La Apple italiana, che sostiene l'iniziativa, ha presentato ieri in anteprima alcune delle novità lanciate al recente MacWorld di San Francisco. Tra i presenti in via Viario 19 oltre al sindaco di Quiliano, Nicola Isetta, decine di appassionati da tutta Italia, visto che quasi ogni regione ha la sua comunità Apple (Amug, per gli iniziati). Il vero regno del Macintosh, in tutte le sue forme, rimane però il web: qui un museo completissimo, anche se virtuale, esiste già da qualche anno. Per visitarlo basta digitare www.theapplemuseum.com; in italiano è su www.macitynet.it. Il primo Apple Macintosh messo in vendita nel 1984

Persone citate: Alessio Ferrara, Cupertino, Nicola Isetta, Ridley Scott, Steve Jobs

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Quiliano, San Francisco, Savona