«Qualcuno in passato giurò di averli visti» di Marina Verna

«Qualcuno in passato giurò di averli visti» L'IPOTESI DELL'ETOLOGO GIORGIO CELLI: FORSE UN MONTAGGIO DI ANIMALI DIVERSI «Qualcuno in passato giurò di averli visti» naturasta Aovranneescrsseecne, mentre smasceruna ceere Ira» « intervista Marina Verna E se il drago in bottiglia fosse un «montaggio» di pezzi di animali diversi? Le istruzioni le aveva già date nel '400 Leonardo da Vinci, in una sua celebre tavola: ah di pipistrello, testa di uccello, corpo di roditore, coda di lucertola. L'ipotesi è dell'etologo bolognese Giorgio Celli, studioso di insetti ma appassionato di draghi, che - come Miss Maiple di fronte a un nuovo caso - comincia col dire: questo mi ricorda qualcosa... A Celli, la storia del drago ricorda quella dell'Idra di Lema, il mostro dalle molte teste ucciso da Ercole in una delle sue dodici fatiche. Professore, lei parte da lontano... «Sì, parto dal '500 e dal naturali- sta bolognese Ulisse Aldovrandi, autore del monumentale trattato di zoologia "Il teatro della natura", che comprende anche un famosissimo libro illustrato sui draghi. Nel suo lavoro l'Aldovrandi si era dato un metodo molto rigoroso - siamo già in piena rivoluzione scientifica, Galileo sta inventando il cannocchiale e Harvey scoprendo la circolazione del sangue al quale si attenne sempre con scrupolo: descrivere e far disegnare nelle celebri tavole soltanto quello che aveva visto con i suoi occhi». Dunque i draghi li aveva visti? «Lui li dava per esistenti. E la cosa è tanto più degna di attenzione in quanto dell'Idra conservata nel Tesoro della Repubblica veneta aveva appunto detto che si trattava di un falso, una sapiente cucitura di pezzi di animali diversi. Dei draghi, invece, parlava con grande serietà. "Il teatro della natura" contiene una celebre xilografia - un drago alato dal corpo di serpente, con due cornetti sulla testa e una freccia come lingua - che sembra pescata nel mondo onirico ma è messa accanto ad animali rigorosamente conformi al modello, come un gatto, uno scoiattolo, un pappagallo. Se si pensa che l'Aldovrandi ospitava i disegnatori nella sua foresteria per controllare che restassero sempre fedeli alla realtà e non inventassero nulla, il mistero si infittisce». Allora almeno un drago doveva averlo visto con i suoi occhi... «Lui li dava per esistenti e non era certo un ingenuo. C'è per esempio una tavola con un "dracus bipes apterus", drago con due piedi e senza ali, che si dice fosse stato trovato nelle campagne bolognesi intomo al 1560. Però non ce n'è traccia da nessuna parte, se non appunto nelle tavole dell'Aldovrandi». Un falso anche quello? «Non so che dire. Di fronte ai draghi si possono assumere due atteggiamenti: quello dello zoologo che dice no, non ci credo, se così fosse qualcuno ne avrebbe visto almeno uno; e quello del criptozoologo, il cultore delle specie nascoste, che crede fermamente nell'esistenza del mostro di Lochness o dell'ultimo dinosauro superstite in Amazzonia. Ogni tanto la realtà gli dà ragione, nel senso che si trovano specie mai viste prima, anche di dimensioni ragguardevoli. Per esempio, una decina di anni fa è stata trovata in Gabon una nuova specie di scimmia». Magari si troverà anche il drago.. «Magari. Improbabile, ma chissà?». Giorgio Celli svolge ricerche presso l'Istituto di Entomologia dell'Università di Bologna Nel 1999 è stato eletto al Paramento Europeo nelle liste aei Verdi

Luoghi citati: Gabon