«Bankitalia pronta a scioperare» di Alessandro Barbera

«Bankitalia pronta a scioperare» DOMANI L'AUDIZIONE DI FAZIO IN PARLAMENTO, IN SETTIMANA IL VARO DEI PRIMI PROVVEDIMENTI «Bankitalia pronta a scioperare» Il sindacato di via Nazionale contro il piano Tremonti Alessandro Barbera ROMA In attesa di ascoltare domani l'autodifesa del governatore Fazio, i dipendenti di Bankitalia suonano i tamburi di guerra contro la bozzia Tremonti di riordino delle Authority. «Siamo pronti allo sciopero. La decisione sarà presa domani (oggi per chi legge, ndr) al Consiglio Nazionale e i tempi saranno molto ravvicinati», dice il segretario nazionale della Falbi Luigi Leone. Nel corso di questa settimana il governo definirà nei dettagli il contenuto del provvedimento di riassetto complessivo delle Authority, atteso al vaglio del Consiglio dei ministri di venerdì: fra oggi e domani, ha detto ieri il ministro Alemanno «ci dovrebbe essere un ulteriore confronto a livello dei partiti con il ministro dell'Economia per definire le misure da attuare nell'immediato». «Un decreto legge», ha confermato Alemanno, che contenga le misure «realmente urgenti che rafforzino i controlli e aumentino le sanzioni». Fra queste potrebbero esserci nuovi poteri e personale per la Consob, nuove regole e sanzioni contro i reati finanziari e per i revisori. Quanto al «garante dei risparmiatori» cui ha accennato il ministro Buuiglione Aieinanno dice: «dobbiamo decidere se scegliere ima figura sul tipo del difensore civico o del commissario governativo. L'unica cosa certa è che sarà una interfaccia per le associazioni dei consumatori e aiuterà l'autotutela dei risparmiatori». Dettagli a parte, la bozza preoccupa il segretario del più importante sindacato di Via Nazionale, che spiega così le ragioni della mobilitazione: «siamo preoccupati del pesante ridimensionamento delle funzioni della Banca d'Italia, della lesione della sua indipendenza e le gravissime ripercussioni che tutto ciò avrebbe per le condizioni dei lavoratori». Leone punta il dito in particolare contro il passaggio della bozza che trasferirebbe all'Agenzia del Demanio parte del patrimonio immobihare di Bankitalia per metterlo a disposizione delle altre Authority laddove esse assorbiranno competenze di Via Nazionale: «Tutti palazzi storici e di grande valore». Una questione che, aggiunge Leone, potrebbe essere oggetto di esame da parte della Banca Centrale Europea il cui statuto tutela il patrimonio delle banche centrah. Ai piani alti di Palazzo Koch intanto il governatore e i suoi più stretti collaboratori mettono a punto il testo dell'intervento che domani Antonio Fazio farà di fronte alle quattro commissioni di Camera e Senato che lo attendono per discutere di Cirio e Parmalat. Dopo il durissimo attacco di Giulio Tremonti della settimana scorsa il governatore è chiamato a rispondere ai «quesiti» che formulò il ministro dell'Economia e in parte già oggetto di un «botta e risposta» nel corso dello scorso week-end fra Tesoro e Bankitalia: Perché Via Nazionale nel corso del 2002 bloccò 52 emissioni e non fece lo stesso «con altre emis- sioni autorizzate»? Perché la centrale dei rischi non rilevò il livello di indebitamenti di Parmalat? E infine perché Via Nazionale «non rilevò anomalie nei processi tra gli affidamenti bancari "ritirati" e le corrispondenti emissioni obbligazionarie? Sulla Centrale dei rischi il governatore ribadirà di certo quanto trapelato nei giorni scorsi da ambienti di Via Nazionale: essa «monitora» l'esposizione debitoria delle sole banche italiane e dunque non poteva vedere più dei tre miliardi di debiti che risultavano in capo a Parmalat. Sulla vicenda delle mancate rispo¬ ste al ministro in sede Cicr la linea di Bankitalia dovrebbe essere quella della difesa del segreto d'ufficio poiché, dicono a Via Nazionale, il ministro non può chiedere informazioni sulla situazione delle singole aziende o istituti bancari. Più in generale, spiegano ambienti vicini a Palazzo Koch, il governatore sottolineerà l'esigenza di non creare allarmismo e sfiducia nei confronti del sistema delle imprese i cui controlli devono però essere efficaci: dal Consiglio di Amministrazione ai sindaci fino ai revisori e ai certificatori. Prosegue intanto il dibattito sulla proposta Maccanico di affidare la proprietà di Bankitalia ad una fondazione pubblica per evitare il conflitto di interessi con le banche oggi azioniste di Via Nazionale. I difensori della prima ora delle ragioni dell'Istituto la bocciano: «non bisogna indebolire Bankitalia», dice 3 Luigi Grillo di Forza Italia. «La modifica del' assetto di Bankitalia o dei criteri di nomina del governatore non sono nelle intenzioni né nelle proposte delTUdc», aggiunge Ivo Tarolli, vicepresidente del gruppo centrista al Senato. Il segretario della Falbi Luigi Leone denuncia «il ridimensionamento pesante delle funzioni e il trasferimento di parte del patrimonio immobiliare» Fra oggi e domani nuovo confronto tra le forze della maggioranza ed il ministro dell'Economia per mettere a punto gli ultimi dettagli del riassetto I governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio

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