Arrestato a Udine l'artificiere degli Nta

Arrestato a Udine l'artificiere degli Nta UN ALTRO COLPO ALLA «NEBULOSA» TERRORISTICA DEL NORD-EST Arrestato a Udine l'artificiere degli Nta L'accusa: è l'autore di un attentato contro l'auto di un sergente Usa Uno dei militanti in carcere disposto a collaborare con gli inquirenti: alle elezioni regionali del 1998 si candidò per una lista prò Haider Guido Ruotolo ROMA E' finito in carcere l'altra sera, Gianluca Cosattini, sospettato di aver confezionato ordigni esplosivi per gli Nta. E siamo a tre, dopo gli arresti di giovedì di Luca Razza e Gian Antonio Pigat. E' come se fosse iniziato il conto alla rovescia anche per gli Nta, i Nuclei territoriali antimperialisti del Nord-Est. Quella «nebulosa» così longeva che per otto anni era stata un enigma irrisolvihile, come l'Unabomber che da dieci anni colpisce nel Nord-Est, sembra invece avere ormai se non le ore le settimane contate. Gli investigatori delle Digos e la Procura di Venezia hanno ingranato la marcia giusta. Come con le Brigate Rosse di Nadia Lioce e Mario Galesi, cosi con gli Nta il segreto del successo delle indagini sta nel lavoro sul campo, sulle scene dei delitti, sulle tracce lasciate dalle schede telefoniche utilizzate per rivendicare attentati o per far trovare documenti di organizzazione. La settimana che si apre domani, poi, potrebbe riservare nuove sorprese se è vero che uno dei tre arrestati. Luca Razza, ha intenzione di «collaborare» con gli inquirenti. Gli uomini della Digos erano già stati a casa sua, nella notte tra mercoledì e giovedì, a Campoformido (Udine), per una perquisizione che ha riservato sorprese: nello scantinato sono stati trovati petardi e polvere nert;, oltre a un computer e delle agende. Lapidario il commento del procuratore di Venezia, Vittorio Borraccetti: «Questo arresto non è un imprevisto, rientra nel percorso delle indagini. E' un suo sviluppo». Gli inquirenti, che gli contestano il reato di associazione sovversiva e detenzione illegale di esplosivo, ipotizzano che Gianluca Cosattini sia l'autore dell'attentato contro un'auto di un militare americano, il ^ergente dell'Usaf Steven Fregland, avvenuto il 12 gennaio 1996 a Spilinbergo, a poche ore dall'arrivo alla base Usa di Aviano dell'allora presidente americano Bill Clinton. Nel volantino di rivendicazione, fatto ritrovare il giorno dopo a Gorizia, gli Nta esplicitarono («Welcome Clinton») il movente dell'attentato, l'arrivo appunto del presidente americano ad Aviano: «I Nuclei territoriali antimperialisti, salutano il transito del guerrafondaio presidente Clinton, con un'azione armata che nella notte blindata del 13 gennaio ha colpito i beni di un servo Usaf a Spilinbergo-Pordenone». Anche Cosattini, come gli altri due arrestati, non ha un passato politico noto, è un elettricista sconosciuto di 28 anni. Troppo giovane per avere avuto rapporti con la colonna veneta delle Brigate Rosse degli inizi degli anni '80, tantomeno con quell'Autonomia Operaia di Padova del '77. Fa riflettere gli investigatori, al contrario, il passato politico di imo degli arrestati. Luca Razza, che nel '98 si candidò alle regionali per ima lista prò Haider, il leader xenofobo austriaco. E confermano l'ipotesi che gli Nta siano «una nebulosa» eversiva anche i rapporti politici - il gip che ha ordinato il suo arresto parla di «pluralità di riferimenti ideologici» - di Gian Antonio Pigat, che fu perquisito e interrogato anche dalla Procura di Bologna per l'omicidio del professore Marco Biagi. A casa sua furono trovati «documenti afferenti i Care, altri a firma Partito comunista intemazionale, Organizzazione comunista internazionalista unitamente a documenti riferibili invece all'area anarchica quali pubbhcazioni del Bonanno». Erano stati i carabinieri a indicarlo ai pm che indagavano sull'omicidio Br come un «spspetto», per via della sua somiglianza con uno dei «frequentatori» della stazione di Bologna immortalato dalle telecamere nei momenti del passaggio del professor Biagi. Interrogato dai magistrati bolognesi, Pigat aveva spiegato che «i suoi interessi spaziavano dall'anarchismo all'autonomia, dalla letteratura storica al movimento comunista e quindi al marxismo-leninismo». Questi riferimenti culturali e politici, senza «rigide barriere ideologiche», fa escludere allo stesso gip «l'idea aprioristica che l'appartenenza all'area anarchica sia di per sé incompatibile con l'adesione a gruppi eversivi di matrice marxista». Il quarto indagato, il triestino Fabio Sgargul, ritenuto autore della telefonata al «Gazzettino» di Venezia del 17 novembre del 2001, «con la quale venivano fatte ritrovare a Mestre due copie del documento contenente tra l'altro la seconda rivendicazione dell'attentato al Tribunale di Venezia e un pesante attacco al leader del movimento antagonista Luca Casarini, definito «mona», «servo di stato e parastato», è al centro di un colloquio intercettato dagli investigatori, tra Luca Razza e Gian Antonio Pigat. Il 3 dicembre scorso, i due commentano la notizia pubbhcata sui giornali sul coinvolgimento di Sgargul nell'inchiesta sugli Nta. E soprattutto conoscono Sgargul e i suoi rapporti con il leader degli anarcoinsurrezionalisti, il catanese Alfredo Maria Bonanno. Dice Razza, riferendosi a Sgargul: «Già ieri l'hanno visto passeggiare per Trieste con Bonanno». Anche Pigat gioca su più tavoli: lui che è noto «per la contiguità all'area anarchica scrive il gip -, ha da tempo contatti con il leader dei Care Maj Giuseppe (arrestato a Parigi è stato scarcerato, ndr) che lo indicava a C.L. come molto vicino a loro, a conoscenza di ciò che fanno e in sostanza come persona di fiducia cui rivolgersi per l'area di Udine». ^mmufìmitp - ,r"-..'s.":".".'::-::w's s.rrr-- «. ■. ^«« *S tSZÌ***'*^. IT;'""-****** ri-. Un volantino con la stella a cinque punte dei Nuclei Territoriali Antimperialisti