Rossi: «Farò vincere anche la Yamaha»

Rossi: «Farò vincere anche la Yamaha» BUON ESORDIO DI VALENTINO IN MALESIA, MA BIAGGI È DAVANTI Rossi: «Farò vincere anche la Yamaha» «La nuova moto è maneggevole e leggera, ha solo bisogno di cavalli Darò ai tecnici tutte le indicazioni per diventare competitivi in fretta Ho messo in conto qualche batosta: questo è il bello delle sfide» personaggio Enrico Biondi inviato a SEPANG LI EMOZIONE comincia alle 10,45. Sul circuito di Sepang in Malesia, Valentino Rossi sale per la prima volta nella sua vita sulla Yamaha per cominciare la nuova avventura della MotoGp. Un'ora prima era stato tutto un crepitare di macchine fotografiche per lui, per lo spagnolo Carlos Checa (suo compagno di scuderia) e per la squadra-bis Yamaha formata dal giapponese Abe e da Marco Melandri. Per un'ora un centinaio di fotografi ha immortalato la nuova moto del pesarese, rigorosamente nera ma con bene in vista il marchio del nuovo sponsor tabaccaio francese (anche questa una novità per Rossi). Poi, a un segnale convenutq, giornalisti e fotografi hanno lasciato la pit-lane e la festa è cominciata. C'era grande attesa per questo debutto di Valentino su una moto che lo scorso anno aveva dato mille problemi. Lui però, dall'alto della sua classe, ha risposto da cavallo di razza, abbassando i tempi giro dopo giro e dimostrando una padronanza di guida che ha sorpreso tutti. La Yamaha, scorbutica e spesso inguidabile nel 2003, nelle sue mani è all'improvviso diventata docile, maneggevole, persino aggressiva. I tempi? Incredibilmente bassi: Valentino al termine della giornata e di 58 durissimi giri, ha fatto fermare il cronometro sul tempo di 2'03"79, a tre decimi appena dal tempo stabilito da Biaggi nel primo giorno di test con la Honda. E' vero che Valentino è ancora lontano 1"3 dalla migliore prestazione assoluta stabilita da Max giovedì e il tempo cedi passo» è ancora lontano dal romano, ma prima di domani sera, ultimo giorno di test, ci sono buone probabilità di avvicinare la Honda. Perché, se non fosse ancora chiaro, l'unica cosa che importa a Valentino è raggiungere e superare la moto della Casa di Tokyo, chiunque sia l'avversario che la guida. E a fine giornata il pesarese era molto soddisfatto: «Emozione? Tantissima all'inizio, ho sentito che davo una svolta alla mia vita, che questo era un giorno speciale. Ma sono febee della scelta che ho fatto: riparto da zero, con molte più motivazioni». Il ricordo della Honda non lo abbandona per tutto il tempo delle interviste, impossibile non fare paragoni con la moto che gli ha dato tre titoli mondiali negli ultimi quattro anni: «In Honda avevano un solo obiettivo: vincere. Se arrivavi secondo era un mezzo disastro. Alla Yamaha pressione non ne avverto. Per questo, psicologicamente, mi sono anche preparato a perdere. Non avrei fatto una scelta così importante se non avessi previsto di prendermi delle batoste. Il bello delle sfide sta proprio in questo». Le domande sulla nuova moto si accavallano, ma lui risponde a tutti con estrema franchezza: «La moto me l'avevano dipinta come cattiva e scorbutica. Io invece l'ho trovata molto meglio di quanto mi aspettassi, più maneggevole, leggera. Checa e Barros, a metà stagione 2003, avevano forse smarrito la strada. Poi per fortuna i tecnici hanno rimesso le cose a posto. Ecco perché la base su cui lavorare non è male. Certo, il lavoro che ci aspetta non è poco, agli ingegneri giapponesi ho subito chiesto un motore con molti più cavalli, poi spero di aiutarli con alcuni consigli a trovare la strada giusta per diventare competitiva. Il segreto della Honda? Semplice: non aveva punti deboli. E la mappatura elettronica serviva soprattutto per limitare l'enorme potenza del motore, per rendere l'erogazione più dolce. Qui di questi problemi ancora non ne abbiamo - ride soddisfatto della battuta - spero di averne presto, però. La sfida Yamaha-Honda è appena agli inizi, sarà come vedere un grande film». La stanchezza ha il sopravvento, è tempo di chiudere: «E' stata una giornata faticosa, particolare. Non dimenticate che io non salgo su una moto da tre mesi (qualcuno dice sia una bugia, che abbia in effetti provato la moto sia a Valencia l'ottobre scorso sia a Sugo, pista giapponese di proprietà Yamaha, in dicembre, però non ci sono prove, ndr) e non sono ancora a posto fisicamente». Se queste sono le premesse, gli altri piloti del Motomondiale comincino a preoccuparsi. Valentino Rossi a Sepang per la prima volta in selfa a una Yamaha

Luoghi citati: Malesia, Tokyo