Ciampi: Torino seguirà il suo esempio

Ciampi: Torino seguirà il suo esempio Ciampi: Torino seguirà il suo esempio Tanti messaggi, Fassino: da lui forza e immagine al Paese «In questi giorni, dopo la mia venuta a Torino per rendere omaggio a Norberto Bobbio, la mia memoria è tornata ad altre due visite alla Sua città, per me egualmente dolorose, compiute nell'arco degli ultimi dodici mesi. Or è un anno, mi unii alla famigha e alla moltitudine di torinesi che piangeva la scomparsa del Senatore Giovanni Agnelli». Inizia così un lungo messaggio che Carlo Azeglio Ciampi ha inviato al sindaco, Sergio Chiamparino. E' ima, certo tra le più autorevoli, delle tante manifestazioni di cordogho che ricordano, a un anno dalla scomparsa, la morte di Giovanni Agnelli. «Nell'ottobre scorso - scrive il Capo dello Stato - fu la perdita di Alessandro Galante Garrone che mi riportò a Torino». «Ho sentito, e ho condiviso, tutto il dolore della città per la perdita di tre uomini che, pur diversi, rappre¬ sentavano insieme un'idea dell' Italia che nella storia e nella cultura di Torino ha le sue radici. Nel loro operare, attingevano allo stesso patrimonio di valori, proprio della tradizione civile torinese, il cui contributo alla formazione e alla crescita dell'Italia contemporanea, democratica e laboriosa, di un'Italia parte attiva dell'Unione Europea, aperta alla convivenza pacifica fra tutti i popoli, è stato fondamentale». «Nell'esprimere, per Suo tramite, la mia vicinanza alla città ferita da queste perdite, voglio dar voce alla mia fiducia che Torino saprà traire dall'esempio di questi suoi illustri figli scomparsi e dal ricordo dei princìpi che li guidavano le energie per superare le prove che le mutevoh stagioni della storia propongono alla città, all'Italia, alTEuropa». Anche il leader dei Ds Piero Fassino ha inviato alla famigha un messaggio di cordogho: «Il mio pensiero va a un protagonista della storia d'Italia, un capitano d'industria che ha concorso in modo determinante alla forza economica e alTimmagine del Paese. Seppe svolgere un ruolo centrale con equilibrio e saggezza, sia nella sfera civile e professionale che in quella politica. E anche nei momenti di maggior difficoltà, come nella crisi della Fiat degli anni Ottanta, non negò mai il ruolo delle parti in conflitto, e cercò sempre un confronto leale». Anche la presidente della Provincia, Mercedes Bresso, ha ricordato la morte di Giovanni Agnelli facendo riferimento alla scomparsa di Bobbio e di Galante Garrone. «Era un esponente di quel primato torinese che ha bisogno di essere reinventato a ogni generazione, nell'industria come nella cultura. Grazie a per¬ sonalità come la sua, quella di Galante Garrone e di Bobbio abbiamo conseguito e conservato successi non effimeri. Grazie a loro sappiamo che l'arte del fare va sempre coniugata con la disciplina faticosa del pensare e con una rigorosa indipendenza di giudizio. Grazie a loro non partiamo da zero per costruire la Torino del 21" secolo». E ha aggiunto: «Negli ultimi anni aveva a cuore soprattutto l'azienda e la città. Sarebbe troppo facile, oggi, il paragone con altri meno nobili capitani d'industria, ma non si può non osservare la differenza fra chi investì se stesso, i suoi beni e la sua immagine in un'impresa in difficoltà e chi pare si sia comportato in modo ben diverso». UniCredit Private Banking ha deciso di ricordare l'Avvocato con l'istituzione di una borsa di studio, bandita in collaborazione con la Fondazione Agnelh.

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