Coppa d'Africa, tra stregoni bomber e vecchie polemiche di Roberto Condio

Coppa d'Africa, tra stregoni bomber e vecchie polemiche BLATTER: IL CAMERUN NON PUÒ GIOCARE IN BODY Coppa d'Africa, tra stregoni bomber e vecchie polemiche Roberto Condio Eia solita Africa, quando si parla di calcio. Non più Terzo Mondo, per tecnica e risultati, ma sempre fuori dal (nostro) mondo per i suoi riti e le sue abitudini. Polìtici, militari e soprattutto stregoni, laggiù continuano a contare almeno quanto bomber e fantasisti. Difficile capire, accettare. Occorre però adeguarsi, se si vuole seguire la 24a Coppa d'Africa in calendario da oggi al 14 febbraio in Tunisia (e in tv su Eurosport). Non sarà comunque facile parlare soltanto di gol, con quel che succede attorno alle 16 Nazionali in lizza per il titolo continentale detenuto dal Camerun. Tutto un programma, la vigilia. Già scatenati i «marabout» del Senegal e i sacerdoti del «vdodoo» del Benin, pronti a procurare aiutini esterni, «superiori». Nessuno si stupisce quando dicono che «serve una preparazione speciale» per far bene in un torneo così importante. Laddove «speciale» è, ad esempio, la «bottiglia lanciamissile» preparata dallo stregone più famoso del Benin. Contiene chissà quali diavolerie: puntata contro un avversario, lo indebohsce, altro che l'acqua benedetta del Trap. Ne sa qualcosa il portiere dello Zambia, costretto a uscire dopo 20' nel match-qualificazione: il Benin poi vinse 3-0, conquistando per la prima volta il pass per la Coppa. C'è tanta, troppa gente attorno al calcio africano. E i potenti vogliono comandare, mettono lingua. Sempre. Ultimo esempio, il presidente del Camerun: il et tedesco dei «Leoni indomabili» Schaefer aveva escluso Mboma, ex del Parma ora in Giappone; Paul Biya lo ha rimesso in lista con apposito decreto. E poi, tante, troppe beghe. Come in Sud Africa. La federa¬ li camerune e Eto'o zione che sospende e poi licenzia il et Mashaba reo di aver danneggiato i Bafana Bafana che giocano all'estero (McCarthy, Fish, Fortune e Radebe, infatti, in Tunisia non ci saranno); il tribunale di Johannesburg che annulla il provvedimento; Mashaba che adesso vuole riprendersi la panchina invece affidata a «Styles» Phumo. Le polemiche si estendono anche alle divise, l'ultima ossessione di Sepp Blatter, presidente della Fifa. Il numero 1 del football mondiale ha bocciato la scelta del Camerun che oggi esordirà contro l'Algeria sfoggiando una sorta di body, un pezzo unico di colore verde fino alla vita e rosso dal bacino in giù. «Se il Camerun gioca con questa divisa, infrangerà le regole» ha tuonato Blatter. Per fortuna, oggi si comincia a giocare. Con il solito «pieno» di osservatori e procuratori europei, anche se da scoprire ormai non c'è più moltissimo: dei 352 calciatori presenti, 223 sono già in club del Vecchio Continente. Addirittura 78 i «francesi» (quanti guai, adesso, per la Ligue!); soltanto 8 gh «italiani» (4 di serie A). Martins ha detto no alla Nigeria per non perdere spazio nell'Inter, il Ghana di Appiah e Muntali è stato eliminato dal Ruanda. Restano il perugino Diamoutene (Mah), l'udinese Nomvete (Sud Africa) e, nel Senegal, il modenese Kamara e Coly che però non vuol più saperne del Perugia («È un club di pazzi, voglio andarmene»). Occhio, allora, a Eto'o, Mido, Diouf, Geremi, Diarra e Trabeisi, gente da Champions. E ai padroni di casa guidati da Roger Le'merre, et della Francia europea nel 2000: non possono fallire ma devono fare tutto da soli. In Tunisia non ci sono stregoni. Al massimo possono provare ad addomesticare qualche arbitro. li camerunese Eto'o