Achille Lega, l'eleganza di un artista «selvaggio»

Achille Lega, l'eleganza di un artista «selvaggio» ANDAR PER MOSTRE Achille Lega, l'eleganza di un artista «selvaggio» [ ANGELO MISTRAWGEIQ7^ Nell'ampio e pohedrico panorama delle mostre torinesi, s'inserisce il Circolo degli Artisti, presieduto da Antonio Forchino, con la pregevole retrospettiva dedicata a un maestro del Novecento «Achille Lega». Organizzata da Stefano De Rosa, curatore del Museo «Primo Conti» di Fiesole, l'esposizione è stata realizzata con la collaborazione della Società di San Giovanni Battista di Firenze e mette in evidenza l'esperienza di questo artista nato a Brisighella in Romagna nel 1899 e morto nel 1934. Dipinti, incisioni e disegni esprimono il senso di una pittura estremamente misurata, essenziale nelle linee compositive e permeata da ima poetica definizione del paesaggio, delle figure, di vicoli e piazze di paese. Dopo aver frequentato per soli due anni l'Accademia di Belle Arti di Firenze e la Scuola Libera di Incisione all'Acquaforte, Achille Lega approfondì la sua formazione sulle pagine della rivista «Lacerba» e aderì giovanissimo al movimento futurista. Nel 1917 dipinse il quadro «Vibrazioni atmosferiche di aeroplano in volo», mentre nel 1919 partecipò all'Esposizione Nazionale Futurista organizzata da Filippo Tommaso Marinetti. Collaboratore del bisettimanale fiorentino «Il Selvaggio», diretto da Mino Maccari, Lega è stato invitato alle Biennali Intemazionali di Venezia, Quadriennali di Roma, Mostre del Novecento Italiano. Le affinità con Ottone Rosai e Primo Conti, il giudizio positivo e incoraggiante di Carlo Carrà (una ((buona pittura»), la presenza nelle collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e del Castello Sforzesco di Milano, costituiscono altrettanti testimonianze del suo percorso che in questa occasione dai dipinti «Donna che si pettina» e «Natura morta con vasetto e fiori», con la xilografìa «Maternità» del 1915 e l'acquaforte «Sintesi di figura seduta» del 1917, sino al disegno «L'Amo a Bellariva» del 1923 (via Bogino 9, sino al 9 febbraio, orario : 16-19) La Galleria Arteincomice, in via Vanchiglia Il/c, ha allestito una personale del pittore torinese Guglielmo Marchisio, che presenta una serie di cere sul tema «Torino tra sogno e realtà» (sino al 14 febbraio, orario: 9,30-12,30/ 15,30-19,30, tei. 011.885071). Le immagini di Marchisio sono il risultato di una delicata e preziosa interpretazione della città vista di notte («Notturno») con la svettante guglia della Mole AntoneUiana e, poi, in un altro quadro, si nota la «Chiesa di San Lorenzo» in piazza Castello ripresa con un segno nitido e incisivo, con un colore tenue che rende la rappresentazione luminosa. Il paesaggio urbano con i palazzi e le facciate barocche, lo spazio metafisico di piazza Vittorio Veneto, la collina con il Monte di Cappuccini e la centrale via Barbaroux, concorrono a creare il fascino e la storia di una Torino vista con profondo amore. Nell'atelier di Tegi Canfari, in via Mazzini 39, s'inaugura, dalle 18 alle 22, la collettiva «Opening» con sculture, video, foto, di Fulvio Colangelo, Marienzo Ferrerò, Hiroaki Asahaira e Carlo Pigrucci e della stessa Canfari (Info. 011.9425179). Alla Sala deUe Arti di Collegno, personale di scultura di Pino Scarfò (sino al 31 gennaio, Parco della Certosa Reale, via Torino 9, orario: 15-18,30). «VICOLO DELLA CAVA», ACHILLE LEGA, 1916