Il monopolio dell' «ossigeno terapia»

Il monopolio dell' «ossigeno terapia» LA POLEMICA FINISCE IN CONSIGLIO REGIONALE Il monopolio dell' «ossigeno terapia» Saitta accusa: tutta la gestione del servizio in mano ai privati il caso LE «fiamme gialle» hanno sequestrato un po' tutto nella sede dell'Otip. Anche la documentazione relativa ai rapporti fra l'assessorato regionale alla sanità e l'azienda amministrata dalla moglie del dottor Moniaci. Ma, prima ancora che giudiziario, il monopolio dell'ossigeno terapia iperbarica concesso all'istituto di via Fola è una questione di politica sanitaria e in questo senso il «caso» è affrontato da un'interpellanza urgente presentata ieri dal consigliere regionale Antonio Saitta. L'esponente della Margherita chiede conto di una «gestione interamente privata di un importante servizio sanitario», domandando come mai il servizio presso le Molinette non sia più stato attivato dopo la chiusura del 1997. In particolare Saitta vuol sapere dal vertice dell'amministrazione regionale (Enzo Ghigo) e dal nuovo assessore Valter Galante se «non ritengano che questa scelta così protratta nel tempo di adeguare la camera iperbarica pubblica alle norme di sicurezza abbia di fatto favorito enormemente le due strutture private asistenti (l'altra si trova a Fara Novarese), a cominciare dalla Otip la cui attività è di fatto cresciuta in modo oioonen- zìale». Fine Anni Novanta: a gestire le Molinette era stato chiamato il dinamico Luigi Odasso, poi finito in carcere. Adesso nel terzo ospedale d'Italia gli si attribuisce il merito (postumo) di aver fatto stimare dall'ufficio tecnico diretto dal suo fedelissimo Aldo Rosso in 800 mila euro la somma necessaria per la ristrutturazione dei locali che ospitano tuttora l'inerte camera iperbarica. Con il tempo (un anno fa) e un nuovo vertice delle Molinette è maturato il progetto di spostare la struttura al Cto, «nosocomio con pazienti traumatizzati e ustionati che possono sviluppare - precisa il dottor Pierino Panarisi, direttore sanitario delle Molinette - gangrena gassosa e richiedere quindi questo genere di terapia». La scelta del Cto appariva più funzionale e nell'estate si è fatto l'accordo fra i due ospedali. La Regione ha finanziato i nuovi lavori. Ma fa notare Saitta che «solo per le emergenze la Regione ha speso oltre 5 miliardi di vecchie Ine negli ultimi tre anni destinandoli alle due strutture private funzionanti in Piemonte». E pure di questo chiede conto alla giunta regionale. Dell'assistenza ordinaria, quella che si traduce abitualmente in migliaia di prestazioni, non si conoscono le somme erogate nello stesso arco di tempo da Asl e aziende ospedaliere pubbli¬ che per usufruire dei servizi dell'azienda «I Cedri» di Fara Novarese e dell'Otip. Le delibere regionali degli ultimi tre anni sono facilmente disponibili. Come le relative «determine» di attuazione, che entrano nel dettaglio del regime di convenzione pubblico-privato. Quelle per gli anni 2001-2002-2003 le ha predisposte il superconsulente Diego Nocentini, fedelissimo di Ferro, e le ha firmate lo stesso direttore generale. Contengono snodi interessanti: «I costi indicati risultano di 356.355,26 eur - '"OO milioni di lire) per I Cedri e di 375.980,62 euro (728.000.000 lire) per l'Otip di Torino. La differenza di costi tra le strutture è dovuta al fatto che la prima garantisce il sistema di allertamento attraverso l'orga- : nizzazione abituale della casa di ; cura mentre l'Otip deve attivarlo ìspecificatamente per le 16 ore in ; cui l'istituto non svolge la normale attività ambulatoriale». Vale a dire: l'Otip è meno attrezzata, ; devono pagare i contribuenti i costi del suo adeguamento alla convenzione (determina 6045 del 13-5-2002). Altro aspetto curioso: -. all'istituto di via Fola vengono assegnate le prestazioni «in emergenza» segnalate dal 118 su di un 1 territorio che comprende i quat- ? tro quinti della popolazione pie- à montese. Non c'erano i soldi per i; ristrutturare la «camera» delle Molinette? [al. ga.l

Luoghi citati: Fara Novarese, Piemonte, Torino