Silenzio da Marte La sonda «Spirit» non risponde più di Maurizio Molinari

Silenzio da Marte La sonda «Spirit» non risponde più Silenzio da Marte La sonda «Spirit» non risponde più La Nasa: «E un problema estremamente grave» Ma domenica è previsto l'atterraggio di Opportunity Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Nessun segnale dal Pianeta Rosso, «Spirito tace. Passate 24 ore da quando è stato registrato l'ultimo contatto la Nasa ha ammesso: «E' un problema serio, si tratta di un'anomalia estremamente grave ed è questo che ci preoccupa in questo momento». Le parole di Pete Theisinger, responsabile del progetto, tradiscono preoccupazione, ma anche incertezza. Nel centro spaziale di Pasadena nessuno è in grado di dire cosa sia davvero avvenuto al mini-robot, atterrato su Marte con il compito di cercare tracce di acqua e possibili forme di vita. «Non è chiaro quale possa essere la causa capace di spiegare ciò che stiamo osservando» ha ammesso a denti stretti il vice-progettista, Richard Cook, al termine di una notte di infruttuosi tentantivi che ha visto impegnati decine di tecnici del «Jet Propulsion Laboratory» di Pasadena, in California. Senza poter sapere cosa è avvenuto la Nasa non è in grado di prendere alcuna decisione e per il momento evita di trarre conclusioni. L'ultimo contatto con il robot a sei ruote, atterrato il 3 gennaio, risale alle 15,40 di mercoledì (ora italiana). Aveva iniziato la missione di esplorare il cratere di Gusev avvicinandosi ad una roccia grande quanto un pallone che era stata denominata «Adirondak». L'esame avrebbe potuto aiutare a raccogliere elementi sul passato geologico del Pianeta Rosso. E' stato allora che le comunicazioni sono improvvisamente diventare incomprensibili e si sono interrotte del tutto. Non è scattato subito l'allarme perché nei giorni passati vi erano stati saltuari problemi di comunicazioni, a volte i segnali erano giunti direttamente a terra, a volte erano passati attraverso la sonda orbitante «Global Surveyer». All'inizio i tecnici del centro spaziale hanno pensato ad un evento casuale, dando una spiegazione legata alla meteorologia perché una forte tempesta di venti e pioggia aveva investito la gigantesca radio-antenna del «Deep Space Network» posizionata nelle vicinanze di Canberra, in Austraha. Ma con il passare delle ore, cambiato il tempo su Canberra, successivi tentativi non hanno dato alcun esito. Due le ipotesi: che si tratti di un problema del software che guida le attività del robot oppure che vi siano dei danni all'hardware, la struttura del veicolo. Nel primo caso la soluzione esiste perché i tecnici della Nasa sono in grado di riparare il software, pur trovandosi ad operare da 160 milioni di chilometri di distanza. Se invece il robot avesse subito danni «fisici» la missione sarebbe quasi sicuramente pregiudicata. I dubbi e l'assenza di comunicazioni impediscono per il momento di dire di più, l'unica certezza di Theisinger sembra essere che le pile solari ancora funzionano. Progettate per consentire al robot di sopravvivere ed operare per novanta giorni emettono ancora dell'eneigia ma ciò nonbastaa «dialogare» con «Spirito. La Nasa non è in grado di affermare altro se non che il robot, che aveva iniziato a muoversi sulla superfìcie il 15 gennaio, stava avvicinandosi ad «Adirondak». L'ultimo segnale di attività di «Spirit» è stato captato dalla sonda orbitante mercoledì, ma era del tutto incomprensibile: «Una serie a caso di zeri e imo» la definisce Cook con un'amarezza a cui si unisce la constatazione - messa per iscritto in un comunicato - che, durante la breve passeggiata «Spirit», non è riuscito ad inviare «i dati scientifici ed ingegneristici che ci eravamo attesi». In caso di fallimento, le speranze di riscatto della missione sarebbero affidate a «Opportunity», il robot gemello il cui atterraggio è atteso per domenica agli antipodi del Cratere di Gustav. Nel complesso la missione è costata 820 milioni di dollari e l'assenza di risultati tangibili per la Nasa si trasformerebbe in uno smacco a pochi giorni dal discorso con cui il presidente americano George Bu¬ sh ha affidato all'Agenzia spaziale il compito di prepararsi a «popola- re il Sistema Solare», citando prò- prio i robot come le «avanguardie dell'umanità». Sin da quando la sonda americana «Mariner 4» nel 1965 scattò le prime foto di Marte l'esplorazione del Pianeta rosso è stata disseminata di fallimenti e incidenti - di cui non sempre si è accertata la natura - l'ultimo dei quah è stata la recente perdita del veicolo europeo «Beagle 2» che dopo essere stato rilasciato senza difficoltà dalla sonda orbitante «Mare Express» non ha più inviato alcun segnale. Una fase della conferenza stampa a Pasadena in cui si annuncia il guasto di «Spirit» Sopra una delle ultime foto della superficie marziana inviata dalla sonda

Persone citate: Cook, George Bu, Gusev, Mariner, Pete Theisinger, Richard Cook, Space, Theisinger

Luoghi citati: California, Canberra, New York, Pasadena