Dall'Everest al Polo addio a «Mirko» re degli esploratori

Dall'Everest al Polo addio a «Mirko» re degli esploratori DOPO UN INCIDENTE STRADALE A CERVINIA NON SI ERA PIÙ RIPRESO Dall'Everest al Polo addio a «Mirko» re degli esploratori Minuzzo scalò la vetta nel 73 insieme con Carré! e due anni prima aveva raggiunto l'Artico dopo un'odissea di ottanta giorni sul pack personaggio Enrico Martinet CERVINIA ..Il EVEREST? Indimenti**Li cabile certo... e quei cinque minuti sulla vetta in cui ti monti la testa, non so neanche dire cbe cosa ti senti. Lo so, adesso Mirko lo ricorderanno soprattutto per quello. Non vorrei esagerare, però, guardi, l'Everest è stato una bazzecola rispetto alla conquista del Polo Nord». Rinaldo Carrel, 51 anni, guida del Cervino, parla di Mirko Minuzzo, 57 anni, cbe alle 6,30 di ieri è morto all'ospedale di Aosta, dopo tre anni di calvario per un incidente stradale alle porte della sua Cervinia. Minuzzo e Carrel sono i primi due alpinisti itahani ad aver raggiunto la vetta dell'Everest (5 maggio '73) e il Polo Nord, nel '71, dopo ottanta giorni sul pak con i cani da slitta. Erano gli uomini di punta delle spedizioni dell'industriale milanese Guido Monzino, morto nell'88, appassionato di alpinismo e avventure al limite del possibile. Grande organizzatore, «grande capo, come un duro capitano di vascello», ricorda Carrel. Accostamento cbe pare indulgere alla fantasia, ma è^zzeccato. Monzino, sull'Artico gelato, dovette sedare un ammutinataento, scoprire un débtto, convincere gb Inuit (il popolo eschimese), terrorizzati dall'orizzonte infinito dell'Artico, a giurare fedeltà aUa spedizione. Conosceva l'annuncio della morte, Mi- nuzzo, come tutti gli uomini di montagna cbe affrontano le imprese. L'aveva sentita scbiaffeggiare per tre giorni e tre notti la tenda piantata agli ottomila metri del Colle Sud, in una bufera di neve, con il termometro a meno 40 gradi. L'aveva vista negli improvvisi canali cbe si aprivano come voragini nel nulla nel pak della primavera inoltrata, vicino alle coste canadesi, e negli occhi iniettati di sangue degli Inuit rapiti dalterrore. E l'ha sentita entragli nella carne alle 13,45 del 25 gennaio 2001 quando ritornava a casa, a Cervinia, mentre il suo fuoristrada s'infilava sotto il bus-navetta degli sciatori. Chi lo aveva soccorso aveva telefo*natc a un medico di Cervinia, fornendo i dettagb della curva e assicurando: «Venga, c'è un automobilista morto». Mirko Minuzzo venne salvato, e operato più volte: una piastra gb bloccava alcune vertebre spezzate. Sembrava venirne fuori, da quel terribile inci¬ dente. Ma fu la febbre cbe lo assabva a indicare una subdola infezione cbe lo riportò negli ospedali, da Aosta a Torino, a Pietra Ligure. «Lo avevo visto nel maggio scorso - ricorda Carrel - era disperato». Oggi i funerali, alle 15,30 nella chiesa di Cervinia. «E tutti parleranno dell'Everest - dice Carrel - mentre Mirko ed io ricordavamo soprattutto il Polo e ci siamo sempre domandati perché quella nostra impresa fosse stata dimenticata. Ma cbe importa, noi certo non abbiamo scordato nulla». Vite parallele, quelle di Mirko e Rinaldo. Stesso paese, stessa montagna, ma legati soltanto dalle imprese, poi ognuno per sé. Mirko aveva imparato ad arrampicare con il padre di Rinaldo, MarceUo, cbe aveva partecipato a una decina di spedizioni organizzate da Monzino. Mirko aveva poi fatto la guida riempiendo il suo libretto di firme illustri, clienti accompagnati sulle montagne di Cervinia, dal Cervino alle Grandes Murailles. L'ultima sabta sul Cervino, com amici, è del settembre 2000. La sua attività principale, finito il tempo dei viaggi in tutto il mondo, era quella di albergatore: un meublé, un bar, una birreria e il cinema «Des Guides». Un concentrato di attività turistiche gestito con la mogbe Angela e i quattro figli. E b c'è il cimebo cui teneva di più, la sbtta cbe lo portò al Polo vNord é ohe costruì insieme con gli Inuit nei mesi passati a Kranak, vibaggio eschimese in cima alla Groenlandia. La spedizione Monzino arrivò lassù con il legname da slitta preso in Danimarca, dopo una trattativa estenuante per ottenere i permessi. Sconfitti da un compromesso: il capitano Monzino dovette imbarcare due tecnici e un medico danési. Il medico dopo due settimane alzò bandiera bianca. Il resto della spedizione partì con slitte identiche a quelle di Peter Pe- ary, che 62 anni prima aveva fatto lo stesso viaggio. Quattordici slitte, 180 cani e venti Inuit guidati da Tablanguak Peary, figlio del primo esploratore artico. Minuzzo ricordava: «Monzino ogni giorno dovette tener testa all'atteggiamento ostile dei danesi che simulavano gua¬ sti alle apparecchiature e ci mettevano contro gli eschimesi. Durante l'avvicinamento al Polo ci abbandonarono portandosi via alcune slitte e molti viveri. Un eschimese tentò di opporsi alla fuga, ma fu ucciso. Lo abbandonarono nudo sul pak dopo aver ucciso i suoi cani e bruciata la slitta». Sub'Everest, dopo tre giorni di bufera al Colle Sud, Minuzzo decise di partire verso la vetta in un'alba splendida, senza una nube, senza vento. «Eravamo in gran forma, sia noi sia i nostri due sherpa e comunicammo al campo-base il nostro tentativo», ricorda Carrel. Si fermarano la notte del 4 maggio a 8600 metri, in una tenda. E l'indomani fecero gli ultimi 248 metri di dislivello. Chi arrivò per primo, Mirko o Rinaldo? «Lo sappiamo soltanto noi, sarà così per sempre. Eravamo lassù insieme, questo conta. Non ci dicemmo proprio nulla, eravamo senza fiato nonostante le bombole d'ossigeno. Spossati, quasi increduli. Poi cinque minuti di follia, di gesti, di abbracci, di evviva. E ancora una ventina di minuti in cui alla gioia si mescolava il timore, perfino la disperazione. Bisognava scendere in mezzo a metri di neve fresca che se ne andava giù a lastroni. Non c'era più tempo per gioire». Il compagno di cordata «Partimmo per la cima nell'alba tersa, la notte ci fermammo a 8600 e l'indomani il trionfo Chi arrivò primo? Lo sappiamo solo noi e sarà così per sempre» Mirko Minuzzo ■^^■^^y-.mw I due alpinisti valdostani conquistano l'Everest il 5 maggio 1973

Luoghi citati: Aosta, Artico, Danimarca, Groenlandia, Pietra Ligure, Torino