L'ombelico del MONDO

L'ombelico del MONDO L'ombelico del MONDO FABRIZIO VESPA La fascinazione esercitata dalla danza del ventre arriva da lontano, ma a ben vedere è solo una delle espressioni più riconosciute del potere di suggestione dell' ombelico femminile che travalica i tempi e si manifesta fino ai giorni nostri attraverso simboli eterogenei come quello misterioso di Mata Hari o l'altro più ruspante di Raffaella Carrà in salsa Anni 70 fino all'ombelico da culto patinato di Naomi Campbell. Forse sarà per questo, per questa forma di persuasione occulta, che la danza orientale sta conoscendo un periodo di grande riscoperta oppure più realisticamente perché questa espressione artistica, nata come rito privato riservato ad un ambiente composto esclusivamente da donne, è un mezzo sorprendente di celebrazione e affinamento dell'energia femminile. La risposta per alcune persone come Aziza che dal 96 ha creato un centro omonimo a Torino, è arrivata per caso, ma è stata determinante. Anni di danza classica alle spalle, allieva di Loredana Fumo, studi all'Accademia di Montecarlo, ima cugina, Monica Moro, insegnante di flamenco, l'afro dance, la danza etnica e poi 13 anni fa l'approdo casuale in uno stage di danza orientale, dopo mille esperienze Silvia Fiore in arte Aziza ha dovuto intraprendere un percorso lunghissimo prima di diventare insegnante di danza orientale, nonché una delle più apprezzate danzatrici italiane e ha viaggiato molto, specialmente nei paesi arabi, in Egitto, e poi in tutti in quei luoghi al di fuori del mondo arabo dove la danza orientale si è affermata come Parigi, Berlino e New York. Quando parla dell' argomento i suoi occhi azzurri si accendono insieme ai monili e agli ornamenti dai colori caldi che indossa con antica naturalezza: «quando noi occidentali parliamo di danza del ventre sicuramente intendiamo quella che tradotta letteralmente dall'arabo è la Raks Sharqi, cioè la danza classica che nell'Ottocento le truppe napoleoniche hanno visto praticare dalle danzatrici col ventre scoperto in Oriente e da lì è nato lo stereotipo che bene o male si è diffuso fino ai nostri tempi. In realtà la danza orientale oggi, proprio perché è una disciplina viva, è l'insieme ditante conoscenze di danza, è una contaminazione di tanti stili, nata però sempre dalla Raks Baladi cioè la danza del popolo e sviluppatasi fino alla sua forma più elegante che è appunto la Raks Sharqi a cui si sono aggiunte le trasformazioni attuali, prodotte dallo studio dei coreografi e degli insegnati residenti negli Stati Uniti e in Europa». Questa tuttavia è per definizione una storia dai contomi favolistici anche perchè senza scomodare il mito di Salomè o le atmosfere da Mille e ima notte, affonda le sue radici nella leggenda e nel destino di una parola parzialmente cancellata. «Infatti l'origine della danza del ventre si perde nella notte dei tempi e non esistono studi esaustivi a riguardo perché in era post-islamica la parola stessa "danza" fu addirittura abolita e se si va alla Biblioteca del Cairo è impossibile trovare una citazione di questo termine, visto che secondo i precetti religiosi non è consigliabile questo uso del corpo. Di conseguenza in questo suo percorso nomade, senza tracce identificabili, la danza si è affermata con sfumature diverse: per esempio quella turca è caratterizzata da movimenti più ampi e accentuati, i costumi sono più ridotti rispetto a quelli egiziani perché il suo percorso deriva dalle zingare turche, da un ballo più popolare ed è quindi meno raffinata rispetto a quella affermatasi in Egitto, da cui provengono storicamente le danzatrici più famose come Soheir Zaki, una delle più grandi, Fifi Abdou e il nuovo astro nascente Dina.» Oggi le allieve che frequentano i corsi di Aziza sono quasi 400 e in tutto il Piemonte le praticanti sono più di 2000, con fasce d'età che vanno dalle ragazzine di 10/11 anni fino alla fascia più consistente che è quella tra i 20/30 anni: ci sono tuttavia anche molte signore che detestano andare in palestra e praticano la danza anche a 50 o 60 anni. La gran parte di loro pratica la danza orientale per sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e una maggiore fiducia in se stesse così come conferma Francesca Passio in arte Najma Hassan che si è formata principalmente al Centra Artistique di Parigi con il maestro Zaza Hassan : «questa danza - afferma entusiasta - ti cambia la vita. A me l'ha cambiata completamente, io prima avevo un ottimo posto di lavoro, ero una contabile amministrativa, poi seguendo mia madre Marcella Zampollo, fondatrice dall'Associazione Apriti Sesamo, nei suoi viaggi di studio dedicati a questa disciplina mi sono appassionata anch'io e mi sono licenziata, per dedicarmi quasi esclusivamente a questo». Per le caratteristiche di questo tipo di danza dove si lavora singolarmente su ogni parte del corpo per poi assemblare i singoli movimenti in un unico gesto è bene seguire alla lettera un corretto insegnamento. «Infatti - avverte Francesca dopo i primi tre mesi di corso si riesce a sbloccare il bacino, si capiscono tante cose, in un anno si può imparare molto, ma il training soprattutto spirituale non finisce mai». La danza del ventre trova in città sempre nuove adepte UN MOMENTO DELLO SPETTACOLO UN MOMENTO DELLO SPETTACOLO