«Cinema francese sulle barricate» di Fulvia Caprara

«Cinema francese sulle barricate» IN ARRIVO I FILM DI OZONI, ROHMER, RESNAIS E LECONTE. IL SEGRETO DELLA RIPRESA? LA VARIETÀ «Cinema francese sulle barricate» Il ministro della Cultura: lotta allo strapotere Usa colloquio Fulvia Caprara inviata a PARIGI LA storia di una coppia raccontata a partire da cinque frasi, con Valeria Bruni Tedeschi e Stephane Freiss protagonisti, è al centro di «5X2», il nuovo film di Francois Ozon, regista di «8 donne e un mistero», già indicato come molto probabile partecipante al prossimo Festival di Cannes. L'adattamento cinematografico del racconto di Georges Simenon «Fuoco rosso» firmato da Cedric Kahn e interpretato da Carole Bouquet e JeanPierre Dairoussin. L'epopea di due coniugi. Isabelle Carré e Jacques Gamblin, che vanno in Cambogia per adottare un bambino, descritta da Bertrand Tavernier come un viaggio iniziatico dove burocrazia, difficoltà, false speranze e delusioni diventano «un rito di passaggio», l'arduo percorso del cambiamento interiore. E poi le ultime opere del maestro ultraottantenne Eric Rohmer («Triple agent») e di Alain Resnais («Pas sur la buche»); il nuovo film di Patrice Leconte «Confidences trop intimes»; il secondo capitolo del thriller «Fiumi di poipora» diretto da Olivier Dhan e «Agents secrets» in cui Fréderic Schoendoerffer ha fatto recitare fianco a fianco Monica Bellucci e suo marito Vincent Cassel. Nonostante l'ultima annata non sia stata fortunata come quella del «Favoloso mondo di Amelie», un successo internazionale che ha portato la Francia a un passo dall'Oscar, il cinema francese sprizza vitalità da tutti i pori. Lo confermano le parole del ministro della Cultura JeanJacques Aillagon che, l'altra sera, chiudendo la sesta edizione del «Rendezvous» con il cinema francese, è tornato a difendere la regola dell'«eccezione culturale». E lo conferma con un sorriso radioso Margaret Menegoz, alla guida delTUnifrance dopo l'improvvisa scomparsa, l'anno scorso durante la Berlinale, dell'impareggiabile Daniel Toscan du Plantier. Qual è il segreto della vitalità del cinema di Francia? «Il fatto che da noi - risponde Menegoz - tutte le persone impegnate nel settore hanno un doppio lavoro». E cioè? «Producono, recitano, scrivono, dirigono i loro film, e poi stanno sulle barricate». L'annuale appuntamento Unifrance ha riservato anche un premio importante al cinema italiano: l'altra sera il ministro Aillagon ha conferito al produttore e distributore Valerio De Paolis il titolo di «Chevalier des Arts et Lettres» per «essersi distinto nella divulgazione culturale in Francia e all'estero». Insomma, il cinemafrancese combatte su tuttiifronti: dalla difesa di quell'«eccezione», creata per contrastare a globalizzazione capitalistica nel campo dell'industria culturale, al mantenimento di rapporti sempre dialettici con lo strapotere della tv, alla promozione di un cinema fatto di autori, ma anche di generi e di divi: «La nostra particolarità sta proprio nella grande varietà di proposte: si va i dai film di animazione, a quelli di avventura, a quelli che parlano della società contemporanea». Ma per realizzare le pellicole ci vogliono i fondi: ((Abbiamo contratti quinquennali con Canal Plus e ogni volta che si avvicina la scadenza dei termini, rinegoziamo tutto chiedendo vantaggi e aumenti degli investimenti. Alla tv pubblica, France Television, abbiamo chiesto di mandare in onda un maggior numero di film francesi: in passatocibattevamoperl'obiettivo opposto, adesso invece ci siamo accorti che la visione di film sul piccolo schermo non influisce più di tanto sul consumo delle sale». Insomma, lottare, resistere, ma anche adeguarsi alle nuove realtà. Per fronteggiare i problemi economici è aumentato il numero delle co-produzioni con altri Paesi europei e quest'anno sono state 212 le pellicole made in Francia, esattamente una dozzina in più rispetto alla passata stagione. I film francesi più visti della stagione sono stati la commedia brillante «Taxi 3», il giallo onirico di Ozon «Swimming Pool» e «Il pianista» di Polanski. I film italiani che hanno avuto maggior successo in Francia sono stati «Respiro», ((Ricordati di me», ma soprattutto «La meglio gioventù». Gli spettatori dei film francesi all'estero hanno subito quest'anno un calo del 1207o (in tutto sono stati 37 milioni), ma questo non preoccupa gli addetti ai lavori, convinti che il fatto sia dovuto all'assenza di eventi come «Amelie» e di blockbuster come «Asterix». Se da noi è stato appena approvato un decreto legge che legalizza quella che prima veniva chiamata «pubblicità occulta», in Francia la proposta è impensabile: «Ù cinema non ha bisogno della pubblicità per vivere - risponde fieramente Menegoz -, non abbiamo il diritto di bombardare il pubblico inserendo marchi pubblicitari nelle pellicole, e ci batteremo per questo se necessario. Non ci piace l'idea che l'eroe di una storia debba far vedere che guida quella certa macchina e fuma quel tipo di sigarette, vorrebbe dire non rispettare gh spettatori». D contributo statale per la realizzazione di un film è fissato, in Francia, al 5007o, stessa quota prevista dalla nuova legge italiana, ma «esistono da sempre eccezioni per film di esordienti oppure di grande interese culturale, valutate da una specifica commissione». Insomma, dietro il fascino di un Gerard Depardieu capace di recitare durante le pause di una conversazione al cellulare (l'episodio è vero, raccontato dal regista di «Bon voyage» Jean-Paul Rappeneau) e di diventare ogni volta un uomo diverso, buffo, fascinoso, dolente, spaccone, c'è una struttura solida, un'industria vera, in grado di sopravvivere perfino ai terremoti pohtici: «Ho visto cambiare molti governi - dice Menegoz -, nessuno ci ha mai regalato niente, ma tutti, sempre, ci hanno ascoltato perché, attraverso le voci degh artisti, noi abbiamo accesso alla stampa e i pohtici, si sa, stanno molto più attenti a quello che dicono i giomah che a quello che dice la gente». Aillagon: «Difendiamo l'eccezione culturale» Tra le novità una storia d'amorecon la Bruni Tedeschi, «Fuoco rosso» di Simenon con Carole Bouquet e gli «Agenti segreti» Bellucci e Cassel Monica Bellucci e Vincent Cassel «Agenti segreti»