Il monetarismo, Ubu roi d'Europa

Il monetarismo, Ubu roi d'Europa IL RICORSO DELLA COMMISSIONE PER IL MANCATO RISPETTO DEL PATTO DI STABILITÀ È PERICOLOSO MA INEVITABILE Il monetarismo, Ubu roi d'Europa Michel Rocard I L ricorso della Commissione I alla Corte di giustizia delltlnioI ne Europea contro il consiglio dei ministri per mancato rispetto del patto di stabilità presenta tre caratteristiche: è stupido, pericoloso e inevitabile. Ciò vale a dire che c'è qualcosa di guasto nel sistema dì regole che ha portato a questa situazione. Inevitabile. La Commissione non aveva altra scelta di tipo procedurale o politico che le consentisse di manifestare come, nel funzionamento dell'Unione Europea, il rispetto delle regole ha ima qualche importanza. Nessuna gestione dell'Unione o dell'euro è più possibile se ognuno può impunemente violare le regole comuni. Questa norma non vale solo per noi, essa riguarda l'applicazione naturalmente, essa si applica in particolare quando una regola è discutibile. Se chiunque si dovesse sentire autorizzato a respingere una regola per il semplice fatto che essa è contestabile, non ci sarebbe più civiltà. Pennettete a un ex primo ministro di Francia, che ha avuto la sua dose di decisioni difficili da prendere per applicare regole con alcune delle quali era in disaccordo, di esprimere la vergogna che prova nel momento un cui i suoi successori e il capo dello Stato manifestano oltraggiosamente e a più riprese la loro indifferenza, ed anche la loro ironia, verso delle regole che stanno violando. La morte del patto in realtà, per quanto sia inadeguato, implica la scomparsa di ogni regola formale nella gestione dell' euro, e questo potrebbe essere eccessivo in un colpo solo. D ricorso è altrettanto pericoloso. Se viene respinto, la Commissione sarà messa in ridicolo perdendo gran parte della sua autorità nel fare appheare qualsiasi regola in Europa. L'UE, invece di essere uno spazio retto dal diritto in condizioni migliori che altrove sulla terra, rischierebbe di diventare una giungla di interessi. Se il ricorso avrà un seguito positivo, la sola sanzione possibile consisterà in pesanti multe comminate alla Francia e alla Germania, vale a dire esattamente il genere di misure anticichche che non può che aggravare le tendenze recessive in atto nei due paesi e che questi hanno cercato di combattere mantenendo il loro disavanzo di bilancio. Siamo al punto di chiederci se obbediranno e, nel caso non lo facessero, se l'esecuzione delle sentenze giudiziarie è ancora una norma riconosciuta in Europa. Un bel pasticcio. In tutto quest'affare è la stupidità a dominare. Una stupidità dalle molte facce, che non riguarda soltanto la Commissione. Il primo errore consistette nel voler inserire dei principi di regolamentazione finanziaria in un trattato intemazionale esprimendoli con criteri quantitativi rigidi, indipendentemente da ogni riferimento alla congiuntura ed ad altri criteri di carattere più economico (occupazione, crescita...). Dobbiamo questo grave errore a una doppia arroganza. In primo luogo quella degli ambienti monetaristi, bancari o «esperti» con la loro insolente convinzione che inflazione e saldo di bilancio siano i soli parametri importanti nella gestione delle economie contemporanee. Il persistente dramma dell'occupazione nei nostri paesi non è ancora abbastanza profondo da convincerli di essere sulla strada sbagliata. Per lo meno, sarebbero dovuti rimanere sensibili al fatto che ogni congiuntura è fluttuante e che anche nei loro criteri un eccesso di rigidità è catastrofico. È mancata loro questa sensibilità poiché sono venuti a patti con un'altra arroganza, pohtica questa volta, e soprattutto tedesca in origine, con complicità da parte della Francia e dei Paesi Bassi. Il patto di stabilità - pardon, di stabilità e di crescita, grazie Lio- nelJospin, anche se questa rettifica non ha avuto tutte le conseguenze sperate - è, in effetti, il prodotto di una grande fierezza tedesca per quello che era il deutschmark ancora cinque o sei anni or sono, prima che la Germania entrasse in una crisi economica strutturale profonda che non dipende in niente dalla moneta, e di ima diffidenza, di nuovo tutta tedesca, nei confronti dei paesi a moneta debole dell'Europa meridionale. Il prezzo della scandalosa boutade sui paesi del Club Med è il patto di stabilità. I paesi dell'Europa meridionale, al pari del Belgio, non erano nella posizione di poter discutere; e la Francia, adagiata sulla propria stabilità monetaria faticosamente ritrovata da poco meno di dieci anni, ha ostentato fierezza invece di trarre lezione dalla propria storia. Nella nascita di questo brutto affare, il patto così com'è, la Commissione non ha niente a che fare. Ne pagherà le conseguenze, ma l'errore iniziale non è suo. Il secondo errore è collettivo e si protrae nel tempo. È poco meno di tre anni che avvertiamo l'unione monetaria realizzata, l'euro ben assestato e la crescita insufficiente. Di fronte a questa congiuntura, il rallentamento delle entrate fiscali si è aggiunto al bisogno di rilanciare la crescita attraverso una domanda intema sostenuta per mettere sotto una nuova luce il problema del disavanzo di bilancio. La forza delle evoluzioni in corso non lasciava alcun dubbio sul fatto che si stava andando a sbattere dritti contro il muro. La necessità di rivedere il patto per fare fronte a questa situazione era allo stesso tempo evidente e urgente. La Commissione e il molto diplomatico commissario Fedro Solbes, in particolare, non hanno saputo, o osato, prendere l'iniziativa. I capi di govemo nemmeno. Ma, per quanto riguarda questi ultimi, si sapeva già da tempo che non c'è più, ahimè, in Europa (tranne fc/je Guy Verhofstadt in Belgio e Jean-Claude Junker in Lussemburgo) un capo di stato in carica per il quale l'appartenenza all'Europa e la volontà di rafforzarla sia il parametro centrale della propria pohtica. Terzo errore: la Gemaania si rinchiude in una rigidità altezzosa e rifiuta ogni ingerenza esterna - da BruxeUes - nella sua sovranità di bilancio. La Francia si mostra meno rigida e si dice pronta a negoziare delle tappe. Questo sarebbe potuto bastare, perché nessuno in quest'affare è completamente stupido, e la Commissione valutava molto bene l'importanza di contrastare le tendenze recessive e di non lasciare svolgere alla pohtica di bilancio un molo negativo procicheo. Mentre questa flessibilità della Francia avrebbe potuto contribuire all'avvio di negoziazioni responsabili e di coinvolgervi in seguito i tedeschi, tutto è stato rovinato dall'irresponsabile nonemanza delle dichiarazioni dei dirigenti francesi. Molte cose potevano essere fatte, ma non negare l'esistenza di una regola e, meno ancora, il molo della Commissione. Questa si è quindi sentita messa con le spalle al muro. Beninteso, l'Europa cosi com'è, e soprattutto l'euro, sopravvivranno a questa storia. Non ci sono cadaveri in vista. Rimane il fatto che il danno politico è considerevole. La causa sarà lunga da istruire. Questo dà tempo. La soluzione deve venire dall'alto. Non sta ai giudici risolvere il problema di sapere a quali criteri deve rispondere la gestione della moneta unica. La revisione del patto di stabilità è tuttavia necessaria e urgente. Solo così si potrà regolare l'affare senza perdita di prestigio per la Commissione e per i due governi e senza che questo comporti un'amputazione della crescita a seguito di esborsi antieconomici. Tuttavia, l'essenziale non sta in questo. H punto essenziale è la sicurezza di sé e l'arroganza dei difensori di un sistema di pensiero finanziario - il monetarismo che intende ricondurre il. mondo intero al rispetto dei suoi soli criteri. Cresce in evidenza il carattere malthusiano di questa teoria. Essa limita l'apporto finanziario alla crescita, aggrava la disoccupazione, priva gli Stati dei mezzi per promuovere l'educazione di massa e la ricerca al livello necessario alle nostre società, spinge a rallentare l'assistenza pubbhca al punto da bloccare lo sviluppo di numerose nazioni. Per combattere l'inflazione esistono mezzi diversi dnlla rarefazione deUa moneta.' Si tratta di una battagha antica. Le supposte virtù del monetarismo hanno illuso per due decenni. È urgente rendersi ormai conto della sua nequizia. Dovrebbe, questo, essere un punto centrale della lotta deUe forze di sinistra, le quali oggi militano più contro le sue conseguenze che contro i suoi principi. Keynes non è morto, ed affrontare le teorie o le «grandi idee» è essenziale per la vita dell'umanità. Presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo. Traduzione del Gruppo LOGOS Cresce in evidenza il carattere malthusiano di questa teoria. Le sue suppostevirtù hanno illuso per due decenni. È urgente rendersi ormai conto della sua nequizia A due anni dall'introduzione dell'euro, la moneta unica europea, il patto di stabilità inizia a creare problemi

Persone citate: Claude Junker, Guy Verhofstadt, Keynes, Michel Rocard I, Solbes