Bolkestein: «La Parmalat? Peggio della Ernon»

Bolkestein: «La Parmalat? Peggio della Ernon» Bolkestein: «La Parmalat? Peggio della Ernon» Bruxelles chiede un solo revisore per tutte le società di uno stesso gruppo il caso Maria Maggiore BRUXELLES IL crack Parmalat è «dello stesso ordine di grandezza o forse peggio del caso Enron in Usa». Non risparmia i toni gravi Fritz Bolkestein, il commissario al Mercato interno che già dopo lo scandalo Enron ammonì l'Europa di non lasciarsi andare «all'autocompiacimento» perché cose del genere potevano avvenire pure da noi. Ma l'olandese richiama anche alla prudenza nel giudicai scandah così grandi e ricorda che «una legislazione affrettata e mal concepita potrebbe peggiorare piuttosto che risolvere i problemi di regolamentazione messi in luce sia dal caso Enron che da quello Parmalat». Lo scandab di Collecchio fa tremare le capitali europee, perché ormai è chiaro che anche in presenza di regole severe, può sempre arrivare qualcuno che riesca ad aggirare le leggi. Così ieri il crack della Parmalat aleggiava come un fantasma tra i corridoi del Justus lipsius, dove i ministri delle Finanze dei Quindici erano riuniti per la consueta riunione Ecofm. Bolkestein e Tremonti hanno sollevato D caso durante la colazione di lavoro che è servita al commissario per ribadire lùi^enza di approvare una serie di direttive in cantiere sui controlh finanziari. La presidenza irlandese, che da gennaio ha preso la guida dell'Unione, aveva definito nei giorni scorsi il crac della Parmalat «un grande choc per l'Europa». E ieri molti ministri, arrivando sotto la pioggia nella sede del Consiglio a Bruxelles, hanno menzionato l'affaire. Per lo svedese Posse Ringholm, quello che sta venendo fuori con la Parmalat «è un segnale che dobbiamo aumentare la protezione sui mercati finanziari». Davanti ai blocchi di granito del Consigho, Ringholm ha ribadito la necessità «di velocizzare» il processo di regolamentazione dei mercati. «Non ci sono rischi per il sistema, ma i mercati devono essere controllati in modo mighore». Dello stesso avviso il collega austriaco Karl-Heinz Grasser, che ha definito lo scandalo Parmalat «un cattivo segnale» che hamesso in primo piano «la questio- ne degù standard contabili e della govemance». Più cauto il tedesco Hans Eichel che ha richiamato al bisogno «di verificare esattamente cosa sia successo e solo in caso di lacune intervenire». Può darsi che «le regole esistenti bastino», dice il tedesco, ma se ben appheate. Prudente anche il commissario spagnolo agli Affari economici e monetari Pedro Solbes, che ricorda.che lo scandrlo Parmalat «riguarda un' azienda specifica» e quindi «non avrà un effetto a catena sulla fiducia di consumatori e investitori». Il giorno in cui lo scandalo di Collecchio è approdato in Europa, la Commissione Prodi ha preso la palla al balzo per illustrare le misure urgenti che potrebbero, in futuro, ai^inare gigantesche frodi a danno dei risparmiatori. Bolkestein ha illustrato i princìpi della riforma delr«Ottava direttiva sulle norme societarie», che la Commissione presenterà sotto forma di proposta legislativa il prossimo marzo. . Il principio cardine a cui dovranno uniformarsi tutti i Paesi dell' Unione è che un solo revisore contabile sia pienamente responsabile per il rapporto di audit sul bilancio consolidato di tutte le società del gruppo. Una regola già applicata in tredici Paesi tranne Italia e Spagna dove varie società di audit gestiscono parti separate della contabilità dei grandi gruppi. I servizi di Bolkestein stanno studiando il modo per rafforzare la qualità dell'audit, con comitati di revisori indipendenti in tutte le aziende quotate, con sanzioni più severe di quelle attuali contro frodi e malversazioni. Per l'esecutivo europeo, ha ripetuto ieri il commissario olandese, «occorre accre- scere la cooperazione fra gh organi di controllo sia a livello europeo che con i Paesi terzi». Si studierebbe anche la possibilità di rendere obbligatoria la rotazione periodica delle società di revisione. Una soluzione già introdotta nella legislazione itahana. Il caso Parmalat ha messo in luce delle lacune anche in materia di responsabilità dei vertici aziendali. Secondo Bolkestein, occorre quindi «accelerare l'introduzione del principio di responsabilità collettiva di tutti i consiglieri di amministrazione per i conti aziendali» insieme con norme che assicurino la trasparenza della struttura dei gruppi. La Commissione è infine convinta che le operazioni in cui sono coinvolti paradisi fiscali o veicoli finanziari speciali debbano essere registrate nei bilanci aziendali. IL COMMISSARIO UE «Occorre accrescere la cooperazione fra organi di controllo sia a livello europeo che con i Paesi terzi Ma una legislazione concepita in fretta può essere dannosa» GRASSER «È un cattivo segnale che mette in primo piano la questione degli standard e della govemance» Ringholm: velocizzare la regolamentazione dei mercati finanziari Il commissario Frits Bolkestein Il ministro austriaco Karl-Heinz Grasser