Slitta a fine mese il varo della nuova autorità di Alessandro Barbera

Slitta a fine mese il varo della nuova autorità Slitta a fine mese il varo della nuova autorità Castelli: «Chi voleva vedere, poteva vedere». Possibile un inasprimento delle pene ~ Alessandro Barbera ROMA La vicenda Parmalat e i possibili lunedi per evitare che si possano ripetere casi simili oggi sono al centro di due importanti appuntamenti: a Roma entra nel vivo l'indagine deUe Camere con l'audizione del presidente della Consob Lamberto Cardia che darà la sua versione dei fatti sui mancati controlli nei confronti del gruppo di Collecchio e potrebbe dare nuovi chiarimenti su analogie con il caso Cirio. Al Tesoro intanto proseguono i lavori sulla bozza di riassetto delle Authority e per la tutela del risparmio, che non sarà pronta per il pre-consiglio tecnico di oggi ma approderà probabilmente in Consigho dei ministri entro la fine del mese. Il progetto di legge - una cinquantina di articoli in tutto - è piuttosto complesso e prevede molto di più del solo riassetto delle Autorità: da nuove regole per la nomina dei revisori, contro i paradisi «fiscali e legali», fino ad un fondo di garanzia per la tutela dei risparmiatori. Cominciano comunque a trapelare le prime indicazioni sui poteri che avrà l'organismo che nascerà sulle ceneri della Consob: la nuova Autorità per il Risparmio avrà rilevanti poteri di indagine (ad esempio potrà disporre intercettazioni telefoniche) ma soprattutto potrà irrogare pesantissime sanzioni amministrative fino al sequestro dei beni. Non potrà decidere sanzioni penali (è necessario l'intervento dell'autorità giudiziaria) ma anche in questo caso la bozza prevede forti inasprimenti: si potrebbe arrivare fino a 25 anni di carcere per i reati societari più gravi, secondo quanto riferisce il sottosegretario all'Economia Gianluigi Magri. Un altro dei punti «caldi» della bozza sono i criteri di nomina dei vertici dell'Autorità, che verranno scelti «esclusivamente» con maggioranza qualificata dal Parlamento. Il progetto invece, riferisce sempre Magri, al momento non contiene riferimenti al govsmatore della Banca d'Italia e ad un eventuale mandato a termine. Non si ferma nel frattempo la polemica pohtica attorno allo scandalo e alle presunte responsabilità della Banca d'Italia nei mancati controlli nei confronti del gruppo agroalimentare. Una polemica che all'interno della Casa delle Libertà si intreccia inevitabilmente con la verifica di govemo in corso e vede da un lato An e Udc - che chiedono maggiore collegialità sulle decisioni di pohtica economica - dall'altra la Lega e il ministro Tremonti, folti questi ultimi del sostegno del presidente Berlusconi. Proprio dalla Lega ieri è arrivata l'ennesima bordata contro il govematore della Banca d'Itaha Antonio Fazio: «Hagrossissime responsabilità e ci augureremmo che si dimettesse per sua dignità personale e per la necessità del paese di cambiare pagina», ha detto il capogruppo alla Camera Alessandro Ce. «Il nostro unico e primario interesse è quello di tute- poStloSS^flp™^ apertamente le difese di Fazio. Il lare i risparmiatori», è stata la risposta del capogruppo centrista Luca Volontà. «Non sono emerse responsabilità di Fazio», ribadisce il senatore Luigi Grillo, uno dei apertamente ministro della Giustizia Roberto Castelli, pur senza citare direttamente il govematore, dice.che «chi voleva vedere poteva vedere» e che il vero problema tuttavia è quello dei controlli e della trasparenza, «perchè i risparmiatori devono essere tutelati. È inutile adesso evocare pene pesantissime se non si sono fatti, prima, controlli accurati». Il viceministro all'Economia Mario Baldassarri sottolinea che il crack della Parmalat potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita economica di quest'anno. Inoltre, aggiunge, la Guardia di Finanza avrebbe dovuto iniziare a investigare sul colosso agroalimentare molto prima. «Se, due, uno, tre anni fa la polizia finanziaria avesse fatto dei controlli le cose sarebbero venute alla luce prima che ci fosse un buco di 11 o 12 mihardi di euro». DeUe prospettive del gruppo di Collecchio parla infine il ministro deUe Attività produttive Antonio Marzano: «Parmalat è un'impresa che dal punto di vista industriale merita di essere salvata per quel che riguarda il suo core business: il latte e i derivati». Oggi audizione Consob Continua la polemica in seno alla maggioranza Baldassarri: il caso Parmalat potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita Il ministro Castelli

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