Tolone 1944, i salvatori africani

Tolone 1944, i salvatori africani UNA MOSTRA FOTOGRAFICA E DOCUMENTARIA SUL RUOLO DELLE TRUPPE COLONIALI IN FRANCIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Tolone 1944, i salvatori africani Costituivano il grosso dell'esercito di liberazione Catherine Bédarida TOLONE ' VT EL1944 Tolone fu la prima batta- -^l gba, sul lato meridionale, ingaggiata dall'esercito francese, insieme con le truppe abeate, per liberare la Francia. Comandate dal generale de Lattre de Tassigny, queste forze riunivano quelli che allora ,venivano chiamati gli indigeni, provenienti dall'impero coloniale, francesi deUe colonie e fuggiaschi dalla Francia occupata. Quasi un soldato su due era un africano: aU'epoca il grosso della fanteria era costituito da fucilieri maghrebini e neri. È per evocare questa vicenda, spesso misconosciuta, che al Museo d'arte di Tolone è stata organizzata una mostra, di documenti e fotografie, intitolata «Noi liberatori, Tolone, agosto 1944» (fino al 14 febbraio, ingresso libero, tei. 04-94-36-81-00). «Quando si parla d'immigrazione, si dimentica spesso che i padri di molti degb immigrati di oggi furono un giorno accolti come liberatori», osserva lo storico che ha curato l'aUestimen- . to della mostra, Grégoire Georges-Picot, autore di L'innocence et la rase, des étrangers dans la Résistance en Provence 1940-1944. Una gran parte dei documenti riguarda la componente meno studiata: quella deUe truppe coloniab. AU'ingresso della mostra, un numero datato marzo 1944 del mensile An-Nasr pubblicato in lingua araba dalla France libre a uso dei soldati maghrebini dell'esercito francese, riporta una fotografia del generale de Gaulle e una traduzione in arabo deba sua celebre frase: «La Francia ha perso una battàgba, ma non ha perso la guerra». Una foto proveniente da un album di famigba mostra un soldato nero che tiene affettuosamente le mani sulle spabe di due ragazzetti francesi. All' epoca, un membro deba famigba aveva scritto: «Dietro la casa, una compagnia di Neri si sistema sotto i pini. Questi Neri sono disciplinatissimi, discreti, e badano a non invadere l'intera proprietà. I due ragazzi si sono infilati in mezzo a loro e sono stati vezzeggiati e accarezzati, e b hanno riempiti di scatole di carameUe». In un film che raccogbe testimonianze di ex combattenti, girato nel 2002, Samuel Ekwé, un .soldato camerunese del 1 \ Reggimento di fuciberi di marina, ricordaTaccogbenza deUe popolazioni liberate: «Era gente povera. Non avevano né scarpe né babbucce, ma soltanto zoccob, che facevano un ^ran rumore sul selciato. Furono gentii con noi. Erano contenti. Nei eravamo i salvatori. I salvatori!». Altri raccontano di essere stati arruolati a forza. «Mi hanno picchiato per faimi andare laggiù», precisa Mabi Gogoua, ivoriano. Secondo lo storico Grégoire Geoi-gesPicot, in seno ai tre grandi raggruppamenti di battaglioni coloniab c'erano situazioni diverse: «Circa il 99 per cento dei marocchini s'erano arruolati come volontari. Tra gb algerini i volontari costituivano aU'incirca i due terzi degb effettivi; il resto erano richiamati. Ma tra gb africani quattro su cinque erano stati arruolati a forza». In omaggio ai soldati neri deb'esercito francese, Léopold Sedar Senghor, prigioniero in Germania dal 1940 al 1942, scrisse una raccolta di poesie, Hosties noires (Seuil), in cui saluta «tutti insieme (...) il cafro il cabilo/il somalo il mauritano/l...) il minatore delle Asturie/l'ebreo scacciato daba Germania/e tutti i ragazzi di Saint-Denis». Questi documenti sono accompagnati da pannelli didascabei che informano sulla Resistenza, sube operazioni mibtari, sulla progressione delle truppe abeate. Accanto aba bandiera del reggimento di fuciberi senegalesi comandato dal colonnebo Raoul Salan, un testo ricorda che questo reparto subì perdite pesantissime : insieme con quella per l'Alsazia, la battàgba per la Provenza fu una deUe più micidiab deba guerra di liberazione. «Nebe unità per le quab è stato possibile il conteggio, gb indigeni costituirono la grande maggioranza dei morti e dei feriti: tra la metà e i due terzi del totale - spiega Grégoire Georges-Picot -. Erano loro a formare il grosso deba fanteria, impegnata in cruente battagbe di strada». Quasi sessant'anni dopo la Liberazione, a Tolone i conflitti tra memorie diverse rimangono acuti. Durante la guerra la città soffrì in modo particolarmente pesante a causa deb'occupazione tedesca e dei bombardamenti abeati. Negb anni Sessanta accolse ima numerosa popolazione pied-noire, nettamente ostile al generale de Gaulle: l'eroe deba Resistenza era anche l'uomo degb accordi di Evian del 1962, che riconoscevano l'indipendenza deb'Algeria; un debtto imperdonabile agb occhi di buona parte dei rimpatriati. In anni più recenti, la città è stata profondamente lacerata dalle tematiche xenofobe che hanno portato il Front National a guidare il comune dal 1995 al 2001. A Tolone il passato resta presente, come testimonia la controversia su uno dei gesti simbobei compiuti dabe autorità comunab del Front National: battezzare un crocicchio cittadino col nome del generale Raoul Salan, liberatore di Tolone nel 1944. Considerato un eroe dabe associazioni pied-noires più radicab, b colonnebo Salan comandava il 6" Reggimento di fuciberi senegalesi, che ebbe una parte importante neba liberazione di Tolone. Diventato generale, fu in seguito uno dei dirigenti deb'Organisation armée scerete (OAS), che cercò di opporsi ab'indipendenza deb'Algeria con la violenza e gb attentati. Ricordando che nel 1944 Salan non era generale, la Lega per i diritti deb'uomo di Tolone chiede come minimo che la parola genera J sia sostituita da colonel. A tutt'oggi, il comune, guidato dab'UPM (Union pour la majorité présidentiebe), non ha accolto la richiesta. copyright Le Monde Traduzione del Gruppo Logos. Due immagini di guerra del 1944 in Francia: nella foto a fianco, fucilieri senegalesi del 18" Reggimento sulla spiaggia di Cavalaire. Più a destra, soldati marocchini sulla strada per Vars

Persone citate: Catherine Bédarida, Grégoire Georges-picot, Nasr, Picot, Raoul Salan, Samuel Ekwé, Senghor