Legge Gasparri, è di nuovo scontro alla Camera di Maria Grazia Bruzzone

Legge Gasparri, è di nuovo scontro alla Camera IL CENTROSINISTRA ABBANDONAI LAVORI DELLA COMMISSIONE Legge Gasparri, è di nuovo scontro alla Camera L'Ulivo: la maggioranza non vuole cambiare nulla, è una presa in giro Maria Grazia Bruzzone ROMA Rissa alla Camera sulla legge Gasparri. La maggioranza decide di limitare le correzioni alla legge Gasparri a soli 7 punti, il centrosinistra protesta e abbandona i lavori della commissione, appellandosi al presidente Casini per dirimere la questione del regolamento di Montecitorio. L'articolo 71 affida infatti all'assemblea - e non alle commissioni - il compito di circoscrivere eventualmente l'esame di una legge rinviata dal capo dello Stato. Casini ammette la «forzatura», pur entrata nella prassi sotto la presidenza ulivista della Camera. Conclusione: sarà l'aula a pronunciarsi, previa conferenza dei capigruppo. Sebbene l'esito finale non sembri destinato a cambiare un gran che, dal momento che sia An sia l'Udo (che in un primo momento era sembrata sfilarsi, tanto che a Palazzo Chigi si stavano seriamente preoccupando) non appaiono intenzionate a strappi né sulle telepromozioni, care alla Fieg ed escluse dal riesame, né su altri temi, al di là di quei 7 punti indicati dai relatori Paolo Romani e Ferdinando Adomato. Punti che secondo l'Ulivo non esauriscono affatto i rihevi fatti dal presidente Ciampi. «E' una presa in giro che esporrà la legge a nuove sentenze della Consulta e ordinanze dell'Antitmst», osserva il ds Carlo Rognoni. E Giuseppe Giulietti chiede alla maggioranza «uno scatto di dignità istituzionale»: «Una legge sul sistema delle comunicazioni rientra nell'ambito dello statuto delle opposizioni e sarebbe barbaro procedere a colpi di maggioranza». La cosa curiosa é che le telepromozioni (da comprendere nei tetti pubbUcitari) erano comprese nel primo elenco delle modifiche redatto dalla maggioranza la settimana scorsa. Poi è intervenuto un ripensamento. E ieri, in apertura dei lavori, il forzista Adomato ha comunicato il nuovo elenco, dal quale quel tema é stato espunto. «Le telepromozioni non rientrano nei rihevi di Ciampi. Il presidente della Repubblica non parla di affollamento pubblicitario ma solo della pubblicità all'interno deUe risorse del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni che verrà modificato», spiega il cohega Romani, leggendo il passo in cui Ciampi, richiamando una sentenza della Consulta, chiede che «sia evitato il pericolo che la tv, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio a una libertà che la Costituzione fa oggetto di eneigica tutela». L'An Mario Landolfi concorda. Rodolfo De Laurentis e Pippo Gianni sostengono timidamente di aver avuto assicurazioni in questo senso dagh uffici legali della Camera. I due centristi esprimono un cauto dissenso, ma più tardi escluderanno propri emendamenti in materia («Non li avevamo presentati nemmeno in passato»). Con An insistono invece sul Sic, «di cui verrà modificata la composizione» e sull'intenzione di prolungare l'asimmetria fra editori televisivi e della carta stampata, slittando oltre il 2008 la possibilità di acquisto di giornali da parte dei primi. «Abbiamo analizzato attentamente il messaggio del Capo dello Stato e individuato i punti specifici su cui ci ha chiesto di intervenire», prosegue Romani, illustrando i 7 articoli (in realtà solo parti di essi, addirittura singoli commi) su cui si appunteranno le modifiche: parte degh art. 2 e 15 sulla composizione del Sic e la disciplina antitrust, il 2 5 sulla fase di transizione al digitale, alcuni commi del 28 che abrogano gh attuah limiti antitrust, e pochi altri dettagh. II centrosinistra, che chiede il riesame dell'intera legge, polemizza. Rognoni: «Non si esaminano nemmeno gh articoli completi che il capo deUo Stato indicava come palesemente incostituzionah. Così non si risponde alla lettera né, tanto meno, allo spirito del messaggio di Ciampi incentrato sulla necessità di un reale pluralismo estemo, con ampie citazioni della Corte che alludono a temi cruciah come quello delle frequenze». La discussione si muta in bagarre. Renzo Lusetti della Margherita replica a Romani che la scelta della maggioranza é ((tutta politica». Adomato risponde che, al contrario, sostenere che la legge vada tutta rivista «significherebbe piegare gh atti del presidente della Repubblica alle proprie opportunità pohtiche». Paolo GentiIoni deha Margherita si appella al regolamento della Camera, che tra l'altro prescrive che per quanto l'aula possa limitare le correzioni ad alcuni aspetti della legge, «poi deve votare l'articolato per intero». Insomma, dopo le successive precisazioni di Casini si capisce che sarà l'aula a pronunciarsi. Salvo che la presentazione degh emendamenti in commissione scade lunedì. Ma l'opposizione ha già deciso che ne presenterà a tutto campo. Il centrodestra decide di limitare le correzioni a soli sette punti A sorpresa dall'elenco delle modifiche sono scomparse le telepromozioni Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri

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