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«Non eliminate 1 piccoli bivacchi» «Non eliminate 1 piccoli bivacchi» Il decano delle guide alpine del Monviso ancia un appello con raccolta di firme Massimo Mathis PONTECHIANALE «Ugni bivacco alpino ha una sua storia, fatta di uomini e ricordi, di imprese e sconfitte, e custodisce un tesoro perché è dedicato a persone che hanno amato la montagna». Una montagna che Clemente Berardo, 68 anni, la più anziana guida alpina del Monviso conosce meglio di chiunque altro e che ora vede minacciata. Per questo è deciso a dare battaglia. «Da sempre - spiega Berardo, che in pochi giorni ha raccolto centinaia di firme per la salvaguardia dei bivacchi - questi ricoveri appartengono a tutti: ora c'è chi vorrebbe smantellarli per favorire i rifugi-alberghi». Siamo alle pendici del Re di Pietra, su quella via normale dalla che fu teatro della prima salita alla vetta dell'inglese William Mathews, il 30 agosto 1861.1 bivacchi sono tre: il Bertoglio, vicino al Passo di San Chiaffredo, il Berardo, alla base delle Rocce di Viso, entrambi del Cai di Savigliano. E l'Andreotti, sul versante Sud, dello Sci club Savigliano. Due anni fa, la sua capienza fu ridotta da 6 a 4 letti, la piazzola dell'elicottero smantellata. «Una decisione subita - precisa Luigi Ponsi presidente dello Sci club -perché la funzione originaria era di punto di soccorso e non di appoggio per la salita». «I bivacchi non si toccano» ribadisce Franco Pacifico, presidente del Cai saviglianese. «Non ha senso mantenere un posto tappa a 3200 metri, a soli 600 dalla vetta ribatte Giancarlo Fenoglio, guida alpina di Crissolo -. Per questo nel 2000 siamo intervenuti». La polemica è nata dopo la decisione della Comunità montana Valle Varaita di costruire un nuovo ricovero al Lago delle Forciolline. «Ma non è nostra intenzione induire lo spostamento di alcunbivacco», rassicura il presidente Silvano Dovetta.