Tremonti: il crack Parmalat è costato come la Finanziaria

Tremonti: il crack Parmalat è costato come la Finanziaria LO SCANDALO DEL COLOSSO DEL LATTE DI FRONTE AGLI ARTIGIANI IL MINISTRO FA I CONTI DEL RISPARMIO TRADITO Tremonti: il crack Parmalat è costato come la Finanziaria «I bond argentini si sono mangiati un altro punto del Pil italiano Tornerò ad occuparmi di tasse, occorre un sistema fiscale giusto» Federico Monga ROMA Tremonti ieri mattina ha presentato il conto del risparmio tradito. Un passivo pesante per l'Italia. Non nella preziosa moneta che è la reputazione sui mercati intemazionali. Ma in soldi veri. Tanti. Quasi trenta miliardi di euro. Il ministro del Tesoro ha scelto l'assemblea della Cna per sbattere sul tavolo della commissione d'inchiesta parlamentare, che si apre oggi, la portata del danno. Una carta pesante, tanto per far capire di che cosa si andrà a discutere nelle prossime settimane al Senato e alla Camera in vista anche di un nuovo sistema di controlli su quel pantano che è diventato il mondo della finanza. »I1 borni argentini - snocciola, dal palco Tremonti - si sono mangiati l'un per cento del nostro prodotto intemo lordo, il crack della Parmalat ha avuto un impatto pari a quello della finanziaria». Tradotto in cifre, la perdita dei tango bond, che ha coinvolto 450 mila risparmiatori italiani, è stata di 13,9 miliardi. I guai di Collecchio invece costeranno di più. Tra mancati introiti per il fisco, caduta del giro d'affari, azioni e obbligazioni trasformate in carta straccia, 16 miliardi. Proprio quanto la manovra di bilancio 2004, messa a punto con il bilancino, tanta fatica, compromessi e altrettante tensioni nella maggioranza. Tra Collecchio e Buenos Aires, Tremonti ha trovato molti spunti per guardare in casa Italia. A partire dalla questione fiscale. Tagli alle tasse, tanto per dirla con semplicità. «Da un po' di tempo non me ne sono più potuto occupare perché concentrato e impegnato su altri fronti». Da quest'anno - ha promesso - «però tornerò ad occuparmene». Per ora è fermo alla primo interventino di inizio 2003 e all'abolizione della tassa sulla successione - «è uno dei provvedimenti di cui vado più orgoglioso» - che ieri è stata lo spunto di accese battute con il diessino Pierluigi Bersani, coinvitato all'assemblea della Cna: «L'abbiamo fatta noi, il centrodestra si è limitato ad aggiungere l'eliminazione della tassazione per i redditi miliardari». Gli artigiani in platea hanno fatto capire di aspettarsi però nuovi interventi fiscali. E il ministro, prendendo spunto dai viaggi off shore della coppia Tanzi-Tonna, si tiene lontano dal «paradiso che non è vincente perché i fatti di questo giorni dimostrano il valore economico della legalità». Ma non vuole nemmeno che il Belpaese «continui a presentarsi come l'inferno», delle tasse e delle leggi. Proseguendo sulla falsa riga della metafora tremontiana, c'è allora un purgatorio fatto, par di capire, di qualche altro taglio alle imposte e di «buone, stabili e semplici leggi che ti permettano di lavorare bene, di conservare e attrarre la ricchezza e soprattutto di non rischiare di perdere tutto». Proprio come chi ha creduto ai bilanci del colosso del latte o alle promesse di alti rendimenti da parte del govemo argentino. Che si stia avvicinando di nuovo il momento di pensare al fisco e al potere d'acquisto, anche per attrarre almeno una parte del sindacato sulla riforma delle pensioni, lo si capisce anche dal giudizio del ministro sull'andamento dei conti pubblici. L'Italia ha sempre «il terzo debito del mondo e il primo prò capite, però sta continuando a diminuire mentre in altri paesi continua a salire». In generale «non andiamo male, nemmeno sul lato del deficit». C'è poi sempre il panno caldo dei nostri concittadini europei: «Non saremo i migliori, ma neanche i peggiori». Insomma se l'economia davvero gira al meglio, qualche altro sconto potrebbe arrivare, qualche risorsa si potrebbe cominciare a trovare. Anche perché al Tesoro si conta molto sull'appoggio del mercato per foraggiare le opere pubbliche. Chi critica Tremonti insiste con la bolla della «finanza creativa»' U ministro invece ieri è tornato a difèndere la sua strategia: «E' una finanza vecchissima, utilizzata anche per la costruzione dell'Autostrada del Sole». «I fatti di questi giorni dimostrano il valore anche economico della legalità Il paradiso fiscale non è vincente Non bisogna però continuare a presentarsi come l'inferno I conti pubblici non stanno andando male» COME FUNZIONA LA VIGILANZA mi MONDO LA FSA INGLESE È un'autorità unica sul risparmio. Ha poteri molto estesi: può aprire inchieste e comminare sanzioni, fino al ritiro della licenza dì operare. Nata nel 1997 dalle ceneri di altri organismi, è divenuta di fatto pienamente operativa nel 2001, dopo una legge che ne ha disciplinato compiti e natura. Alla Financial service authority e affidata la vigilanza sulla attività bancaria (in precedenza esercitata dalla Banca d'Inghilterra), il settore dei prestiti ipotecari, i fondi d'investimento, il mercato azionario (prima controllato dalla Security and investment board) e dei prodotti derivati, e il settore finanziario al dettaglio. Con l'obiettivo di tutelare i risparmiatori. LA FSÈ uainal d LA AMF FRANCESE Da novembre è operativa in Francia la Amf (Autorite des marches financiers) che vigila sulla Borsa con il compito di regolare i mercati finanziari, di tutelare i risparmiatori e può infliggere sanzioni. La Amf è nata dalla fusione di tre organi: la Commission des operations de Bourse (Cob), il Conseil des marchés financiers (Cms) e il Conseil de discipline de la gestìon financiere (Cdgf). Sono rimaste così com'erano le autorità indipendenti che regolano il mercato assicurativo e quello bancario anche se, in futuro, è prevista una maggiore collaborazione con la Amf. LA AMDa nla AfincfeLddil Ce il Cfinancie LA BAFIN TEDESCA Nata nel 2002 su ispirazione della Fsa britannica, le sue competenze spaziano dall'attività bancaria, ai mercati finanziari, alle assicurazioni. Di recente, il Governo tedesco ha annunciato anche un rafforzamento dei meccanismi di controllo sulla contabilità delle società e alla Bafin dovrebbe essere affiancata un'agenzia indipendente di revisione contabile. LA BANabeind LA SEC USA Al centro della rete di organismi che controllano e vigilano sul rispamio c'è la Sec (Securities and exchange commission). Si tratta di una sorta di "Superorganismo" che opera sul mercato azionario e che dopo lo scandalo Enron ha visto ulteriormente rafforzati i propri poteri grazie alla legge Sarbanes Oxley sulla pubblicità dei bilanci e sulle responsabilità dei manager. La legge, tra l'altro, prevede la responsabilità penale nella certificazione dei bilanci per l'amministratore delegato e il direttore finanziario e dà alla Sec il potere di nominare il Public company accounting oversigh board, cui spetta il compito di vigilare sulla regolarità dei libri contabili con nuovi poteri d'inchiesta. Di concerto con la Sec opera il New York Stock Exchange che svolge attività di autoregolamentazione; mentre la Nasd (proprietaria del mercato tecnologico) si occupa della regulation. Sul sistema bancario, vigilano la Federai Reserve e l'Office of the comptroller of currency. Al National association of Insurance commissioner spetta la vigilanza sul settore assicurativo. LA SEAl cchralupoOxleresponl'ltd lbi tó*—^ ^w- H '«^ "t li ministro dell'Economia Giulio Tremonti ieri all'assemblea della Cna

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