«Pinna Pintor»y cent'anni in clinica di Marco Accossato

«Pinna Pintor»y cent'anni in clinica COMPIE UN SECOLO IL CENTRO PRIVATO NATO IN CORSO REGINA MARGHERITA PER ACCOGLIERE «LE SIGNORE AMMALATE» «Pinna Pintor», cent'anni in clinica Nella palazzina della Crocetta un pezzo di storia torinese Marco Accossato IN camera operatoria non esistevano lampade scialitiche che evitavano le ombre: la luce arrivava attraverso un lucernario sul soffitto e da una grande finestra dai vetri fumé di fronte al lettino. Per l'anestesia si utilizzava etere puro: «Non c'erano monitor: erano il battito cardiaco e la pressione a dirci se il paziente dormiva ancora. Quando iniziava a muoversi era segno che si stava svegliando: allora si somministrava altro etere». Sulla parete che porta all'aula Magna della clinica Pinna Pintor ci sono le foto di cent'anni di storia: 1904-2004. Una piccola raccolta. Immagini sbiadite che raccontano un'altra Sanità: il fonendoscopio non faceva ancora parte degli strumenti del cardiologo, il sangue delle trasfusioni si iniettava direttamente da paziente a paziente, i bimbi nascevano col forcipe di Levret, i letti nelle camere erano altissimi per evitare ai medici di piegarsi troppo sul malato. Oggi, quei ferri chirurgici - quelli sopravvissuti al tempo sembrano troppo pesanti, e le sedie accanto ai letti troppo scomode per passare una notte di veglia. I chirurghi si lavavano le mani con acqua sterile che usciva dai bollitori installati sopra i lavandini. La Pinna Pintor prese il nome dal suo fondatore, il professor Arturo, padre del professor Plinio, sue erede e attuale presidente della clinica di via Vespucci 61. E' stata la prima clinica ginecologica privata a Torino, «dove le signore ammalate - si legge nei documenti dell'epoca - potessero trovare in un ambiente gradito e massimamente riservato, assieme ai mezzi di cura meglio rispondenti agli odierni progressi della specialità, l'assistenza ed il confort di famiglia». Da allora la Pinna Pintor si è trasferita da corso Regina Margherita (prima sede) alla Crocetta, è cresciuta, ha moltiplicato il numero di camere, sale operatorie, interventi. Non è più solo un centro ostetrico-ginecologico. E' nata la chirurgia generale, la gastroenterologia, la cardiologia, la cardiochirurgia, l'ortopedia e l'urologia. Ci sono laboratori analisi, ima piscina e la palestra per la rieducazione. Soprattutto, è rimasta e rimarrà clinica privata, senza accreditamento col Servizio Sanitario Nazionale. «Le assicurazioni oggi - dice il professor Plinio Pinna Pintor - consentono ormai di pagare totalmente o parzialmente un ricovero. In clinica un paziente può scegliere il medico dal quale farsi operare, e trova un'assistenza e un vitto particola- ri. L'umanizzazione, in clinica, è davvero l'obiettivo prioritario». Due piani, poi tre, oggi sette. Nei primi anni esistevano stanze di «prima classe» a uno o due letti, camere di «seconda classe» a due letti, camere di «terza classe» a quattro letti. Le stanze erano molto più grandi di quelle attuali. Il professor Arturo Pinna Pin¬ tor è stato forse il primo ad aver introdotto la diagnostica bioptica contro i tumori dell'utero. Si legge in una lettera - tutt'altro che profetica - del professore, datata 1908: «Quando il mondo femminile, abbandonati i vieti pregiudizi, imparerà a dare importanza ai primi segni dell'affezione maligna e ricorrerà prontamente al consi- glio dell'arte, e quando i medici saranno meno scettici sull'efficacia della cura chirurgica nel cancro dell'utero, vedremo diminuire la desolante serie dei casi che dobbiamo abbandonare impotenti alla loro sorte con uno sconfortante "troppo tardi"». Non ebbe ragione, il cancro dell'utero non è stato ancora completamente scon- fitto, e forse fu il suo unico errore. Ma ebbe coraggio quando, nel dopoguerra, si trattò di ricostruire la clinica semidistrutta dai bombardamenti. Negli Anni '60 la Pinna Pintor è stata la prima clinica torinese a disporre del condizionamento in ambienti di degenza e di un sistema di comunicazione interfonico con le camere dei pazienti. «E' stato il primo e più completo laboratorio della città - ricorda il professor Pinna Pintor -, dotato anche di vm servizio di istopatolo- Oggi i letti sono 85. La Pinna Pintor è nella storia di Torino perché qui, nel corso degli armi, sono stati ricoverati tanti personaggi che hanno fatto la storia di Torino: Primo Levi, Giulio Bollati Boringhieri, Gianni Nasi, fino all'Avvocato Giovanni Agnelli. Nel 2003 i registri parlano di tremila ricoveri l'anno, 2700 interventi chirurgici, 330 parti. Le sale operatorie sono diventate 6, con le scialitiche. Non c'è rianimazione, ma due letti di terapia intensiva e stanze di semi-intensiva. Tutto é diverso: é entrato in sala operatoria un robot, operano oltre 300 medici frequentatori, lavorano 56 infermieri che frequentano regolarmente corsi di aggiornamento. «La Sanità di oggi è tecnologicamente avanzata - dice il professor Pinna Pintor -. Anche noi siamo dotati delle più moderne apparecchiature, così preziose, ma così inutili e costose quando se ne fa un uso eccessivo e inappropriato». La struttura, la prima in città specializzata in ostetricia-ginecologia, non ha convenzioni con la sanità pubblica «Le assicurazioni di oggi consentono ormai di pagare totalmente o parzialmente il ricovero» A destra il professor Plinio Pinna Pintor con la maschera utilizzata nel 1904 per addormentare i pazienti in sala operatoria. Nella foto sopra una sala visita della clinica ginecologica Dal 1912 la Pinna Pintor è in questo edificio di via Vespucci, che oggi ha 7 piani

Persone citate: Arturo Pinna, Gianni Nasi, Giovanni Agnelli, Giulio Bollati, Plinio Pinna Pintor, Primo Levi

Luoghi citati: Torino