«Un pugno in un occhio, anzi un capolavoro» di Roberto Pavanello

«Un pugno in un occhio, anzi un capolavoro» «Un pugno in un occhio, anzi un capolavoro» Torinesi ancora divisi ma cresce il consenso attorno ai padiglioni di vetro e legno Roberto Pavanello Monica Perosino «Bello come un'opera d'arte». «No, un pugno in un occhio». «Si vede che dieut) c'è la mano di un designer». «Sì, ma non lo lasceranno lì anche dopo le Olimpiadi, vero?». Schiacciati contro le transenne montate attorno ad Atrium, naso rosso e mani in tasca, i torinesi guardano e commentano. E come già iparigini di fronte alla piramide di vetx-o nel cortile del Louvre, accolgono la novità tra entusiasmo e scetticismo. «A me piace proprio - osserva Hervé Rudino, studente Dams di Cuneo - mi sembrano due grossi gianduiotti e mi ricordano anche due lumache. Mi pare proprio un bel lavoro dal punto di vista architettonico». Il progetto di Giugiaro piace anche a un giovane ingegnere: «E poi, j?ltre ad poi, ol essere bello, dobbiamo abituarci, come città obmpica, a valutare la priorità d'immagine. Questa piazza, fino ad ora poco vissuta, sarà uno spazio completamente diverso. Non solo il capobnea del "5" e l'uscita del Teatro Alfieri». Giuseppe Strafile, pensionato, si guarda intorno con ammirazione: «E' proprio un bel posto e penso che piacerà anche ai turisti» accanto a lui la mogbe, Angela Cavuoto, si gode la vista suUa piazza: «Sono venuta perché ero curiosa di vedere come delle cose così strane potessero essere all'interno. Anche se mi sarebbe piaciuta di più una struttura all'aperto, sono affascinata da questo luogo così tecnologico. Questa sarà la vetrina della città che sta cambiando e Gambiera sempre di più». C'è chi vorrebbe abbatterlo subito, chi non vede l'ora che le Olimpiadi arrivino e finiscano e chi invece guaràa già al futuro di Atrium: «Se gli si troverà una funzione adeguata, perché non sfruttarlo anche dopo il 2006? - suggerisce Angelo MoreUo, fotografo - Questa è una struttura importante che si colloca molto bene in una piazza storica altrettanto importante». Molti hanno paragonato i due padiglioni alle piramidi in cristabo del Louvre e chi ieri ha visto per la prima volta Torino ha sottolineato quanto piazza e Atrium insieme offrano unpiacevobssimo colpo d'occhio: «Secondo noi i due "gianduiotti" valorizzano questo spazio - affermano Stefano e Carlotta da Verona nella nostra città, invece, non c'è molto coraggio architettonico, mentre crediamo che un elemento di rottura estetica inserito in un contesto urbano lo renda più interessante». Intanto, aspettando 1^ festa e lo spetta¬ colo, i circa seicento visitatori si aggirano tra i piani accompagnati dalle hostess alla scoperta dei segreti di Atrium. Armando Corso è preoccupato perché «La piazza è stata deturpata e il monumento e la fontana sembrano non esistere più. Questa piazza ce la dovremo dimenticare fino al 2006». «Mi premeva assistere a questa inaugurazione, perché, fin da bambina venivo in questa bella piazza e mi piaceva tanto la fontana Angelica - aggiunge Anna Lenzi j ma questo edificio la rende più brutta». La pensa diversamente Emilia Evangelista: «Prima in questo posto non osavo venirci, era sporco e pericoloso. Chi continua a fare polemica non si rende conto che la città sta cambiando in megbo, anche se ci vorrà tempo». - La verità è che, c^me tutte le novità, anche Atrium fa discutere: «Magari basta farci l'abitudine» concede la signora Lenzi, «Però bisogna vedere che uso ne verrà fatto dopo le Olimpiadi aggiunge Natale Danieli - non vorrei che facesse la fine di Itaba 6^». Ancora più duro il giudizio di Sabrina Bianco che definisce la struttura appena inaugurata un "obbrobrio": «Un vero spreco di soldi. Per promuovere il turismo a Torino ci vuole altro». Per esempio? «Chiudere i cantieri». Come quello di AJfium? Anna Lenzi Hervé Rudino

Luoghi citati: Atrium, Cuneo, Torino, Verona