Atrium, le astronavi che porteranno Torino all'Olimpiade di Claudio Giacchino

Atrium, le astronavi che porteranno Torino all'Olimpiade INAUGURATA LA DOPPIA STRUTTURA DI GIUGIARO Atrium, le astronavi che porteranno Torino all'Olimpiade Il sindaco: intitoliamo all'Avvocato il palazzetto dell'hockey Umberto Agnelli: una sorpresa gradita, mio fratello lo merita Claudio Giacchino Emanuela Minucci TORINO A 759 giorni dall'inaugurazione, le Olimpiadi di Torino sono diventate visibilissime in uno degli angoli più belli della città: piazza Solferino. Sotto gh alberi, in pieno centro, sono atterrate due «astronavi» gemelle di vetro e legno. Si chiamano Atrium: inaugurate ieri, saranno la vetrina attraverso la quale ammirare la trasformazione della città durante la marcia di avvicinamento al 10 febbraio 2006, quando l'Italia, quarantasei anni dopo la kermesse di Roma e mezzo secolo esatto dopo quella di Cortina, sarà di nuovo la terra dei Giochi. Astronavi. Ma anche, per le linee rotonde, per la forma panciuta, gianduiotti o panettoncini : tante le definizioni alternative di Atrium, nata dalla genialità di uno dei designer più famosi del mondo, Giorgetto Giugiaro. Sotto le volte, luminosissime grazie all'estensione delle vetrate, s'è radunata una gran folla. Politici il mattino, imprenditori, politici e autorità civili e militari il pomeriggio, cittadini la sera. A mezzogiorno, il battesimo officiato dal ministro degli esteri Franco Frattini (ha la delega per occuparsi delle Olimpiadi), dal sindaco Sergio Chiamparino, al suo fianco l'assessore ai Giochi Elda Tessere, dai presidenti di Provincia e Regione, Mercedes Bresso ed Enzo Giugo, da Valentino Castellani, nocchieri del Torce, il comitato organizzatore. Alle 18,30, il bis alla presenza di Umberto Agnelli, Alberto di Monaco, Evelina Christillin e Jacque Rogge, il medico belga che guida il Comitato olimpico intemazionale. Nessuna città culla delle Olimpiadi ha mai inventato una struttura simile ad Atrium. Non retorici, dunque, gh elogi che hanno scandito l'atterraggio delle astronavi, commozione quando il sindaco Chiamparino ha proposto di intitolare all'«Avvocato Giovanni Agnelli l'opera più significativa dei Giochi, lo stadio dell'hockey che sorgerà a fianco dello stadio Comunale». La proposta sarà commentata da Umberto Agnelli così: «E' una sorpresa molto gradita, credo che mio fratello lo meriti». L'Avvocato è stato ricordato anche da Ranier Masera, presidente del San Paolo, uno dei grandi sponsor di Torino 2006: tNon dimentichiamo che questa festa si svolge anche, e forae soprattutto, per merito suo. Senza l'aiuto di Giovarmi Agnelli ma avremmo mai vinto a Seul su Sieri, ottenendo le Olimpiadi». In ms gOBoa simile non potevano r.'xancare le buone notizie: ecco, allora, il mirxistro Frattini annunciare vicina la firma dei decreti per « fmanziame-nti necessari all'ultimazirjne delle opere olimpiche», Chiamparino e Bresso rivelare: «Torniamo nella cabina di regia avendo il ministro assicurato che l'organismo continuerà a lavorare come prima». Alle 21, migliaia di persone in piazza per lo spettacolo «Torino regina delle nevi», presentato da Carlo Massarini, mentre i primi visitatori scoprivano Atrium: le avanguardie del fiume di gente che in questi 759 giorni che separano dalle Olimpiadi scorrerà dentro e attorno alle meraviglie tecnologiche e ludiche ospitate nei 6500 metri cubi dalle astronavi gemelle. Alla fine, tra due anni, saranno circa 800 mila gh uomini, le donne, i giovani, i bimbi e gli anziani che avranno, «vissuto» Atrium,.ii Dnfdnsrri Dunque, quasi l'intera popolazione passerà sotto i traslucidi archi a forma d'anello che parlano mediante video installati al loro interno, sfilerà tra i totem nei quali scorrono senza fine filmati, s'aggirerà nella foresta di monitor che ricamano un intarsio monumentale di videochp, documentari, interviste, materiali cinematografici e televisivi di ogni genere: sempre divertendosi, mai annoiandosi, questa città in transito apprenderà come Torino sta mutando pelle urbanistica, come i Giochi sono il motore della storica metamorfosi e come lo spirito stesso dei Giochi soffia su Torino. Lo spirito palpita nell'astronave numero 1, il piacere non è solo degli occhi e della mente, ma anche sensoriale, tattile e olfattivo perché i creatori di Atrium coordinati da Anna Martina, il direttore dell'immagine del Comune, hanno costruito la «Nuvola»: piccolo, bianchissimo regno sferico di immagini e suoni che fanno credere al visitatore di trovarsi sulla neve, ad alta quota, addirittura ne respira l'aria rarefatta e ascolta il vento: immagini e suoni precipitano da un gigantesco specchio concavo che funge da soffitto della «Nuvola», garantiscono l'esperienza virtuale: il top delle diavolerie che assicurano il divertimento. Le astronavi gemelle sono piaciute alla gente, pochi i giudizi negativi. Tra i quali spicca quello di Roberto Gota: il presidente leghista del consiglio regionale non s'è fatto vedere a nessuna inaugurazione ((Atrium rovina una deUe più belle piazze del centro». Secondo Giugiaro, padre delle astronavi, «la struttura si armonizza bene però io sono del parere che dopo il 2006 deve essere rimossa. Per intanto, voglio migliorarla aggiungendo ima quinta davanti all'ingresso che dà sulle fontane, l'effetto visivo saràpiùbello». E, da oggi, sotto la regia di Paolo Verri, il direttore di Torino intemazionale, via alla missione informativa-ludica delle due astronavi, numerose sono già le prenotazioni dei torinesi per viaggiare nel futuro della città dei cinque cerchi. L'ALFABETO SCOPRI-CITTA' Una serie di colonnine «intelligenti» sistemate nel padiglione che racconta le grandi trasformazioni urbanistiche vissute da Torino in vista delle Olimpiadi. Basta scegliere la lettera e il totem giusto contraddistinto da una singola lettera e premere il pulsante. La «G» di giardini, per esempio, farà partire un filmato su quali progetti ha l'amministrazione per il verde pubblico. Così per tutto l'alfabeto IL MUSEO OLIMPICO Ecco la parte storica, che accoglie i visitatori della prima «astronave», quella che racconta la trasformazione olimpica.Tutti i cimeli - dalla prima mazza del curKng ai caschi dei grandi campioni - sono stati forniti dal Museo di Losanna. Dietro le teche, la serie completa dei manifesti ufficiali dei Giochi: autentiche opere d'arte che ieri hanno destato l'interesse dei visitatori più gióvani (alcuni hanno pure chiesto sefossero in vendita) LE TORCE STORICHE E' il primo «corneo) che dà il benvenuto al visitatore della struttura a cinque cerchi. Si tratta della serie storica delle torce olimpiche, faticosamente ricomposta dagli organizzatori di «Atrium». In mezzo ai cimeli, un monitor su cui scorrono le immagini intrecciate di Torino 2006 (e II fatidico passaggio, a Seul, dalla candidatura alla vittoria) e frammenti di film che raccontano i Giochi del passato 1 TOTEM DEI CAMPIONI Bianche sculture post moderne che racchiudono un'anima: sono i totem olimpici (sempre nel primo padiglione, quello di Torino 2006) al cui interno batte un cuore telematico. Dentro ogni colonna c'è un monitor su cui scorrono immagini che raccontano la carriera di un campione: da Manuela Di Centa ad Alberto Tomba. Ognuno con il compito di raccontare un diverso sport olimpico IL DIVANO INTERATTIVO E' un maxi-imbottito, verde pisello: si trova nella struttura che racconta la metamorfosi urbanistica di Torino. Il pubblico ci si potrà sdraiare sopra per scoprire come sta cambiando la città. L'intera mappa urbana è suddivisa in decine di quadratini. Muovendo un cursore si può scegliere una zona: un click e parte un filmato di approfondimento sui cambiamenti e le prossime novità di ogni quartiere della metropoli LA «NUVOLA EMOZIONALE» E' al primo piano del padiglione olimpico, «un luogo dove provare davvero la sensazione di essere In montagna» dicono i progettisti. Sdraiati su divani sagomati, gli occhi puntati su uno schermo gonfiabile che proietta immagini di cime innevate. Tutt'attomo soffia il vento d'alta quota e presto si sentiranno anche i profumi balsamici i e hi to Le due strutture di «Atrium», inaugurate ieri in piazza Solferino a Torino in vista delle Olimpiadi invernali del 2006