Vanno a ruba i gadget di Casa Savoia

Vanno a ruba i gadget di Casa Savoia SUCCESSO DEL «BOOK-STORE» DELLA REGGIA DI VENARIA IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA, GESTITO E CURATO DAI VOLONTARI DELLAVTA Vanno a ruba i gadget di Casa Savoia Gianni Giacomino SARÀ stata la visita primaverile ai cantieri della Reggia da parte della famiglia reale. Sarà il recente matrimonio da favola di Emanuele Filiberto con l'attrice francese Clotilde Coureau e la nascita dell'ultima erede Vittoria. Comunque il nome Savoia «tira sempre». Un esempio? Dagli espositori del «book-store» della reggia in piazza della Repubblica 4, gestito e curato dai volontari deu'Avta (Associazione venariese tutela ambiente e beni culturali), molti pezzi, soprattutto a Natale, sono andati a ruba. Come l'ultimo libro sulla restaurata chiesa di Sant'Uberto, i sei foulards spatolati a mano e rullati su seta jacquard e le porcellane sulle quali sono stati riprodotti affreschi e dipinti della Reggia, preziosi damaschi rossi ricavati dagli originali che abbellivano la camera del Duca di Chiablese, stoffe e cuscini con motivi floreali ricamati a punto bandera, cravatte con su riportato lo stemma sabaudo di Venaria, cappellini che sopra la visiera portano stampato il corno suonato durante le jattute di caccia. E poi la linea di profumi al bei^gamotto che preferiva e regalava agli ospiti Vittorio Amedeo n e le fragranze agli agrumi e gli oli da bagno alla rosa, l'essenza prediletta da Anna Maria d'Orléans, la sposa fedele e discreta di Vittorio Amedeo II. Di tutto, c'è solo l'imbarazzo della scelta. «E non sono assolutamente dei gailgets - ci tiene subito a precisare Isa Giordano Falzoni, la volontaria dell'Avta che da anni si occupa del book-shop e che, insieme agli altri soci coordinati dal marito Gianfranco Falzoni, organizza le visite guidate all'interno del complesso sabaudo -. Sono oggetti che raccontano la storia di Venaria degli ultimi quattro secoli. E il nostro obiettivo è proprio ricostruire il passato della città attraverso libri, aromi, simboli dei Savoia e soprattutto la seta visto che proprio qui il duca Carlo Emanuele n costruì il primo stabilimento in grado di compiere l'intero ciclo della lavorazione della seta». L'ultima creazione, ideata e disegnata proprio dalla signora Giordano Falzoni, è «il gioiello» della Venaria Reale, un prezioso a rombi bianco-blu (come il logo scelto dalla Regione per la reggia) da sistemare su giacche e magboni eleganti. «Tutti i prodotti sono rigorosamente catalogati e accompagnati da un certificato che spiega la loro origine - continua ancora la donna mentre stende davanti a due visitatori un foulard che riporta disegnato l'interno della Citroniera -. Noi puntiamo sulla qualità, sul particolare, perché quelli che proponiamo sono pezzi unici, praticamente da collezione e la gente, soprattutto i venariesi e i torinesi, vediamo che li apprezza proprio per questo motivo». Di prezzi ce ne sono per tutti i portafogli. Dipende da cosa si vuole ma sono comunque decine e decine di euro. «E fino alla durata dei cantieri la merce sarà in occasione - spiegano ancora i volontari -, intanto il ricavato finirà a favore del fondo ministeriale promozione-restauro-riutilizzo del Castello di Venaria». Isa Giordano Falzoni, la volontaria dell'Avta che si occupa del book-shop

Luoghi citati: Savoia, Venaria, Venaria Reale