McEnroe, confessione choc «Drogato come un cavallo»

McEnroe, confessione choc «Drogato come un cavallo» IL MITO RIBELLE DELTENNIS RIVELA: ERA UNA PRATICA MOLTO DIFFUSA McEnroe, confessione choc «Drogato come un cavallo» L'ex campione americano: «Per sei anni, a mia insaputa, mi hanno dato dosi di steroidi, poi hanno deciso che erano troppo forti anche per loro» il caso Pàolo Mastrolilli NEW YORK DOSI di steroidi da cavallo. A giudicare dalla struttura fisica di John McEnroe non si direbbe, ma così lo pompavano le persone che gli stavano intomo. L'ammissione è venuta dallo stesso ex campione di tennis americano, e quindi c'è poco da discutere sulla sua autenticità, a meno che non sappia di cosa parla o non abbia secondi fini. Comunque McEnroe, reagendo alla notizia che il giocatore britannico Greg Rusedski è stato trovato positivo ai test per il nandrolone, ha commentato così: «Per sei anni, a mia insaputa, mi hanno dato steroidi del tipo legale che usavano somministrare ai cavalli, fino a quando hanno deciso che erano troppo forti anche per loro». Com'è nel suo stile esplosivo, l'ex monello del tennis non si è fermato qua, e ha attaccato la stessa credibilità del sistema dei controlli: «Non sono così sicuro delle prescrizioni legali. Alcune forti medicine antinfiammatorie, che vengono date agli atleti per accelerare i processi di recupero dagli infortuni, sono ad un passo dalle sostanze illegali. La gente deve prendere maggiore coscienza di ciò che mette nel proprio corpo. In generale, le medicine vengono somministrate troppo facilmente». McEnroe, che dal 1981 al 1984 èra stato il numero uno mondiale del tennis, non aveva mai ammesso prima l'uso degli steroidi. Nella sua autobiografia, «You cannot he serious», aveva scritto di aver preso droghe a scopo ricreativo, ma mai per migliorare le sue prestazioni. Aveva accusato l'ex moglie Tatum O'Neil di avere un problema con gli stupefacenti, e lei aveva reagito rivelando che lui prendeva gli steroidi. Supermac, però, aveva smentito. Ora non lo fa più, e tira in ballo anche gli ex colleghi, nonostante non faccia né i loro nomi, né quelli di chi gli passava il doping: «Io sospetto che parecchi giocatori usassero droghe ai miei tempi. Ma siccome non ho le prove, devo stare buono. Non credo che fosse una pratica molto diffusa, però sono sicuro che esisteva». Nei suoi anni migliori, John era stato protagonista di sfide epiche con Borg e Connors sui campi verdi di Wimbledon, e il tennis subirebbe un colpo tremendo se venissero macchiate dal sospetto del doping. Perciò c'è di mezzo anche la polìtica, nella rivelazione di McEnroe. Giudicando il caso Rusedski, infatti, l'ex allenatore della nazionale americana di Coppa Davis non ha fatto sconti: «L'Association of Tennis Professional deve punire duramente lui, o chiunque altro risuh' positivo ai test. Non avevo mai notato nulla di particolare nella struttura fisica di Rusedski, anche se non lo conosco bene, e sarebbe sorprendente se la sua storia fosse vera. La gente, però, ricorre a misure disperate per combattere con gli infortuni cronici e tirare avanti». Lo stesso tennista britannico ha detto che si difenderà sostenendo di essere stato discriminato dalla Atp, perché almeno altri 47 test fatti negli ulimi tempi ai primi cento giocatori del mondo sono risultati positivi: in pratica, se si tratta di persone diverse, significa che circa metà del circuito mondiale si dopa. Perciò McEnroe sta usando questa vicenda per tornare a spingere la sua proposta di nominare un nuovo supercommissario del tennis intemazionale: «E' ora di farlo. Abbiamo già abbastanza problemi in questo sport, solo per convincere più persone a giocarlo ed attirare la loro attenzione senza scandali del genere. Il doping è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno nel tennis». John McEnroe durante un'esibizione in Svizzera: il mancino terribile continua a giocare e a dare spettacolo

Persone citate: Borg, Connors, Greg Rusedski, John Mcenroe, Mastrolilli, Rusedski, Tatum O'neil

Luoghi citati: New York, Svizzera