Nel nome del padre del figlio e del nipote un secolo di Grecia di Aldo Rizzo

Nel nome del padre del figlio e del nipote un secolo di Grecia SSERVATORIO Nel nome del padre del figlio e del nipote un secolo di Grecia Aldo Rizzo TRA sette mesi, le Olimpiadi ritornano in quella Grecia che le aveva viste nascere 2780 anni fa. Forse è nel ricordo di quel remoto esordio dei Giochi, che servivano per rinsaldare la pace nazionale, o almeno come tregua degb scontri pobtici e militari, che si è deciso ad Atene di anticipare al prossimo marzo le elezioni generali, cosicché sulla fiamma olimpica non soffino più le inevitabili polemiche inteme. Che non avrebbero comunque giovato a una serena gestione di quello che è ormai diventato il più impegnativo e spettacolare evento dello sport mondiale, impegnativo anche come organizzazione della sicurezza, di questi tempi. E dunque un test severo per il «sistema Grecia». Ma c'è un'altra curiosità, chiamiamola così, in questo particolarissimo momento greco, ed è che a guidare la maggioranza sociabsta di govemo nelle imminenti elezioni, dopo l'annuncio del ritiro del premier Costas Simitis, sarà l'attuale ministro degli Esteri, Gheorghios Papandreu. Non ci sarebbe niente di strano se Papandreu non fosse figlio di un altro Papandreu, Andreas, primo ministro per undici anni tra il 1981 e il 1996, e se questi non fosse stato a sua volta figbo di un altro Gheorgios, capo del govemo di Atene già subito dopo la seconda guerra mondiale e poi nei primi anni Sessanta. Dunque, nonno, figlio e nipote. Un caso di dinastia non inedito, a parte le monarchie e le autocrazie, nelle stesse democrazie (si pensi, in America, ai due Bush, e due secob fa ai due Adams, e poi anche ai Kennedy, non fosse stato per la sfortuna), ma che in Grecia rivela un'ampiezza straordinaria, copre praticamente un secolo, visto che il nonno era già politico influente e ministro negli anni Venti. La vicenda dei Papandreu diventa così una metafora o una sintesi della storia greca moderna, dalle guerre balcaniche, dopo la caduta dell'impero ottomano, alla resistenza alle dittature interne e all'occupazione nazifascista, dalle turbolenze politiche e istituzionali del regno del giovane Costantino II al tragico epilogo del regime dei colonnelli, dalla ca- duta di questo anche per effetto dell'invasione turca di Cipro alla lenta marcia verso l'Europa, verso l'euro, verso il disgelo col nemico storico, la Turchia, e insomma verso un definitivo passaggio da una pobtica levantino-balcanica all'integrazione nel sistema dei valori e degli interessi occidentali e liberali. Il nonno, Gheorghios primo, fu protagonista soprattutto nella fase che precedette il colpo di Stato militare del 1967. Con molti meriti. Fondò quell'Unione del Centro che spezzò una logica di opposti estremismi, offrendo una prospettiva di modernizzazione democratica, che purtroppo non fu compresa e accettata dalla Corte, che intrigò contro di lui, favorendo di fatto quel golpe che avrebbe spazzato anche la monarchia. E tuttavia il suo disegno perseguito non senza asprezze polemiche ed eccessivi appelli alla piazza, e qui stanno i suoi torti - riprese fiato, lui morto, democrazia restaurata, con la sua controparte moderata di destra, Costantino Karamanlins (a proposito di dinastie, ma in chiave minore, era lo zio dell'attuale candidato dell'opposizione). Karamanlis fece in tempo a portare la Grecia nella Comunità europea, e subito arrivò Papandreu figlio, Andreas, personaggio discusso e discutibile, che dalla sua educazione universitaria americana portò in Grecia un' astrattezza «liberal» e un'irrequietezza personale, che non giovarono alla stabilità dello sviluppo interno e dei rapporti internazionali, ma che nondimeno, a conti fatti, permisero una crescita sociale e laica della vecchia Grecia ortodossa. E ora Papandreu terzo, il nipote. Come giovane ministro nel govemo del padre, fu spesso in contrasto, anche per vicende familiari, apprezzatissimo invece dall'ottimo premier Simitis, che prese il posto di Andreas alla sua morte. Agli Esteri, si è fatto apprezzare in tutta Europa, anche in Turchia, per competenza e moderazione. Sembrerebbe il vero erede del nonno, in senso positivo, senza eccessi caratteriali e cbentelari. Che vinca lui, o magari anche il nuovo Karamanlis, nelle elezioni di marzo, dovrebbe, essere una buona Olimpiade in agosto. Una storia greca, una storia europea. Gheorghios Papandreu guiderà la maggioranza socialista nelle elezioni, anticipate per non pesare sulle Olimpiadi: il nonno fu protagonista prima del golpe dei colonnelli, il papà Andreas tra gli anni 80 e 90 j P W