Parma, la vittoria del cuore

Parma, la vittoria del cuore ALTALENA DI OCCASIONI, FILIPPINI FIRMA IL SUCCESSO. TRAVERSA DI VIERI Parma, la vittoria del cuore E l'Intarsi riallontana dalla zona-scudetto Giancarlo Laurenzi inviato a PARMA Chi conosce Zaccheroni non si stupisce di simili schianti, quando dai suoi prodi s'attende il definitivo decollo. Dopo la sconfitta contro la Lazio, ecco il ruzzolone di Parma. All'Olimpico maturò tutto nel finale del secondo tempo, stavolta basta la coda del primo. C'era tempo per recuperare ma la missione è fallita sotto la curva dei propri tifosi che hanno a lungo reclamato dai propri idoli un maggiore impiego di attributi. Decide un pastrocchio di J. Zanetti (integrato da Toldo), immediatamente sfruttato da Filippini. Prima di subire la stilettata nemica, l'Inter aveva rischiato di passare in vantaggio (traversa di Vieri, tra quelli da salvare). Subito il gol, dentro Martins e la sua velocità ha spostato il baricentro ma non il punteggio. Il Parma è un miracolo che cammina, per questo dopo la rete del trionfo Prandelli s'è fatto il segno della croce, mentre Fihppini ha utilizzato la bandierina del corner a mo' di chitarra. Suonati gli avversari, Tanzi jr è uscito di scena nel modo più romantico, abbandonando lo stadio con gli occhi gonfi e rossi, ringraziando Frey (miracoli finali su Martins ed Emre) e la pessima serata di Cruz. Tra lo stupore generale Zaccheroni ha azzoppato il tridente di cui va fiero, lasciando inizialmente ai box Martins e la scaramanzia: l'unica vittoria della storia nerazzurra su questo prato concise con l'esordio del bebé nigeriano, 22 dicembre del 2002. La ragione del pentimento tattico? Un pensatore in più, Lamouchi, per creare superiorità numerica in mezzo al campo (5 contro 4). Non distante da Cruz e Vieri, poi, Emre in posizione di raccordo, gestore raffinato dei palloni riconquistati dalla mediana di cui Farinos avrebbe dovuto incarnare la calamita. L'idea è naufragata per la capacità del Parma di tenere le linee compresse, lasciando sottili budelli d'erba in cui era noioso infilarsi, e la frequente mollezza degli estemi ospiti (J. Zanetti male. Pasquale malissimo) ha innervosito i due speroni, soprattutto Vieri. Il Parma aveva avuto dopo appena 4 minuti l'occasione per sbloccare il match, ma una volta saltato Toldo Gilardino (servito al bacio da Marchionni) s'era annodato gli stinchi lanciando verso la porta uno straccio bagnato, al punto che il maggiore dei Cannavaro riusciva a coordinarsi per il rinvio nei dintorni della linea. L'Inter otteneva bricole da Cruz e proprio l'argentino diventava la vite spanata del gioco a terra che i nerazzurri organizzavano una volta arrivati sulla Maginot del Parma, trequarti o I giù di lì. Si vedeva Lamouchi (rasoiata a lato al 12"), ma la grande occasione spioveva al 30' sulla testa di Vieri, perfetto nel!' incomare un cross di Pasquale. Frey ringraziava la traversa, ultimo ostacolo cui aggrapparsi per salvare la porta. Prandelli scuoteva il Parma, sbracciandosi con i propri laterali, improvvisamente passivi e Gilardino diventava fulcro di ogni risalita, mai succube degli scarpini spianati di Cannavaro. Al 35', il primo allarme nell'area ospite: da Donadel a Morfeo, s'allunga Toldo in corner. Al 41', invece, Toldo s'allunga in uscita (lancio di Castellini) per prendere una palla che Zanetti gli aveva già soffiato per donarla a Filippi- ni, porta ovviamente deserta. L'appoggio in gol, una pura formalità. La ripresa inizia con una nuova occasione per il Parma (diagonale di Morfeo sballato in contropiede), al 7' Cruz spedisce a lato un colpo di testa semplice su cross di Emre. Zaccheroni decide che è il caso di muovere le acque e l'agitatore non può essere che Martins, dentro per Lamouchi. Emre passa in mezzo e se ne giova tutta l'Inter, anche se è il Parma a sfiorare il raddoppio (gol annullato a Fihppini per fuorigioco). Junior s'accorge che J. Zanetti non fa male e prende coraggio: al 16' finge il cross e punta l'angolino, Toldo ci arriva. Cruz sciupa un comodo assist di Martins con un controllo da terza categoria (19'), Toldo fa e disfa al 22': esce al contrario, poi ribatte il tacco di Morfeo da tre metri. L'Inter s'affida a Martins, troppo veloce per Cannavaro jr, il miracolo è di Frey (26'). Gli ultimi due lampi nerazzurri germoghano dalle punizioni: 10 cm larga quella di Cruz (36'), perfetta per esaltare Frey la colomba di Emre (38'). Zaccheroni chiama Van der Meyde, va fuori Cordoba. Al primo stop dell'olandese si capisce perchè il tecnico aveva aspettato tanto. (4-4-2) Frey 7; Castellini 6,5, Ferrari 6, P. Cannavaro 5,5, Junior 6; Marchionni 6, Barone 6, Donadel 6, Filippini 6,5; Morfeo 6, Gilardino 6,5. Ali.: Prandelli 7 (3-M, Q Toldo 5,5; Cordoba 6 (40' st Van der Meyde sv), Adani 5, F. Cannavaro 5,5; J. Zanetti 5, Lamouchi 5,5 (IT st Martins 6,5), Farinos 5,5, Emre 5,5, Pasquale 5 (26' st Okan sv); Cruz 5, Vieri 6. AH.: Zaccheroni 5 Arbitro: Bertini 6 Reti: pt41'Filippini Ammoniti: Donadel, P. Cannavaro, Filippini. Spettatori: paganti 22.302 per un incasso di 549.227,63 6 Abbonati: 10470 per una quota di 240.897,62 e Filippini (a destra) esulta dopo il gol segnato all'Inter: accanto a lui Gilardino

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