Com'è bella la guerra del samurai Cruise

Com'è bella la guerra del samurai Cruise ZWICK DOPO «GLORY» SI CONFERMA GRAN REGISTA DI BATTAGLIE Com'è bella la guerra del samurai Cruise Al centro del film, ambientato a fine Ottocento, il desiderio di conoscenza tra un eroe americano e uno giapponese e il dolore della transizione tra vecchio e nuovo nei loro Paesi Lietta Tornabuoni BELLISSIME battaglie, anche quelle contro i Ninja. Bellissimo Tom Cruise con la barba e i capelli lunghi che già non ha più, protagonista e produttore. Bellissima l'idea di comunicare attraverso la guerra idee di pace: collocati alla fine delTOttocento in Giappone, il desiderio di conoscenza e convivenza tra un eroe americano e un eroe giapponese, il dolore della transizione tra vecchio e nuovo nei loro due Paesi. «Ho sempre amato le storie sulla fine delle cose», dice Edward Zwick, regista de «L'ultimo samurai». II film lungo due ore e mezza, ineluttabile percorso verso una fine destinata, è ambientato nel 1876. Il Giappone, chiuso al resto del mondo in autoisolamento dal 1637, accetta di aprire il proprio mercato e la propria società all'Occidente per le pressioni degli americani che vogliono vendere armi e minacciano altrimenti aggressione e occupazione militari. La modernizzazione cambia tutto, l'esercito, lo stile di vita, i comportamenti e anche il corpo d'elite dei samurai, difensori dell'imperatore, che nel nuovo ordine perdono il loro prestigio, la loro posizione di privilegio, il loro culto della disciplina e dell'onore, il loro rifiuto delle armi da fuoco a favore della spada e d'altre armi da taglio. Anche negli Stati Uniti, dopo la Guerra Civile che in anni terribili aveva rovinato una generazione, tutto è in mutamento: per molti combattenti, il passaggio a una vita civile di individualismo e commerci risulta impossibile. Nel film uno di questi combattenti, Tom Cruise, capitano nel Settimo Cavalleria del generale Custer, pluridecorato per le sue qualità militari, ha visto degradarsi i principi e lo spirito di liberazione della Guerra Civile nel sanguinoso massncro degh indiani. E' un uomo alia deriva, deluso («Custer è un assassino innamorato della propria leggenda»), alcolizzato, solo, che per vivere si esibisce nelle fiere come glorioso reduce facendo pubblici¬ tà al fucile Winchester: quando gli offrono un forte compenso per andare in Giappone ad addestrare modernamente l'esercito dell' imperatore, accetta subito. Presto in battaglia viene fatto prigioniero dalle truppe dei Samurai ribelli al nuovo ordine: in mesi di detenzione in una casa del guerriero Katsumoto (Ken Watanabe) impara a vestire, combattere, meditare, parlare come un giapponese, ritrova «ima parola dimenticata: onore», prende a stimare 0 suo nemico e la rivolta di lui contro il mondo nuovo inaccettabile, partecipa alle battaglie di lui, lo assiste nell'ora della morte per suicidio mentre gli uomini dell'esercito imperiale si inginocchiano di fronte al samurai morente. Il passato non può tornare ma dev'essere onorato, rispettato. La fine della storia viene slungata in un epilogo mutile. La vicenda è in parte affidata a un diario del capitano americano e a immagini veloci, confuse, della memoria di sangue dei due guerrieri. Quando non ci sono battaglie, lo stile di Edward Zick, già regista del film sui neri combattenti della Guerra Civile «Glory», è più convenzionale che classico, magari volontariamente affastella quadretti giapponesi di maniera: un certo compiacimento grava sulle scene di massacro. Non ci si annoia affatto. Tom Cruise e Timothy Spali sono perfetti. E' un poco troppo solenne il samurai di Ken Watanabe, attore giapponese che ha lavorato anche in Italia nel «Ragazzo dal kimono d'oro» accanto a Kim Rossi Stuart. L'ULTIMO SAMURAI di Edward Zwick con Tom Cruise, Ken Walanabe, Koyuki, Timothy Spali Avventuroso. Usa, 2003. Da domani nei cinema. TORINO, Adua, Ambrosio, Arlecchino, Cineplex Massaua, Eliseo, F.lli Marx, Ideal, Medusa, Pathè, Reposi, Studio Rite, Warner Vili. MILANO, Cavour, Colosseo, Maestoso, Odeon, Orfeo. ROMA Adriano, Alhambra, Ambassade, Andromeda, Barberini, Broadway, Ciak, Cineland, Embassy, Europa, Galaxy, Jolly, Lux, Maestoso, Metropolitan (v. 0.), Odeon, Reale, RoxyParloli, Royal, Trianon, Uci, Warner. ^é Perc:iues1:o ™" amo ancora il mio mestiere: il cinema supera i confini, aiuta a celebrare le diversità tra i popoli, a esaltare le individualità, condividere i valori di persone diverse 99 ^6kHoaccei:tato ww di fare questo film perché partiva dagli stessi presupposti etici e filosofici alla base della mia esistenza Sono stato felicissimo di rendere omaggio a questa antica e preziosa cultura » Tom Cruise in un momento del film che sarà nelle sale italiane da domani e con il quale punta all'Oscar

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