Ferrara, l'Italia in scena

Ferrara, l'Italia in scena IL NUOVO DIRETTORE DELL'ISTITUTO DI CULTURA A PARIGI Ferrara, l'Italia in scena Cesare Martinetti GABRIELE: «Tu sei sempre accanto a me e mi parli in silenzio». Eleonora: «Noi abbiamo tutti torto. Nessuno sa amare. E cioè perdonare a se stessi e agli altri. I morti, loro, non conoscono la gelosia». Sipario (che non c'era). Applausi ripetuti. Un mazzo di fiori per Adriana Asti nel «teatro sicihano» dell' ambasciata d'Italia a Parigi. La fine del breve, elegante, sommesso dialogo immaginato dall'italianista René de Ceccaty tra Eleonora Duse (interpretata dalla Asti) e Gabriele D'Annunzio (Michel Duchaussoy) che segna l'inizio di un altro dialogo tra Italia e Francia nel nome di Giorgio Ferrara, regista e nuovo direttore dell'Istituto italiano di Cultura. Martedì sera Ferrara s'è presentato a Parigi con poche, timide parole dette quasi di sfuggita prima del teatrino dannunziano: «Per cultura intendo soprattutto spettacolo, per raccontare la storia del nostro paese». Parterre d'elite: un centinaio di invitati, principi e principesse (Aldobrandini, Borbone di Parma, Napoléon, de Luxembourg), conti e contesse, baroni e baronesse (tra loro Eric de Rothschild), ambasciatori (di Francia, Olanda, Portogallo, Austria e Germania), il direttore del Louvre Henry Loyrette, l'ex direttore del Louvre Pierre Rosenberg, il presidente di Fiat Franca Giorgio Frasca, attrici (Claudia Cardinale e Andrea Ferréol), intellettuali come Marc Fumaroli, Marc Lazar, Hector Bianciotti, Alain Touraine. Dall'Italia sono venuti Lino Jannuzzi, Andrea Manzella, Giorgio Forattini. Padrone di casa Giovanni Dominedò, ambasciatore d'Italia a Parigi. Uno spettacolo o una festa? L'uno e l'altra, finite in chiacchiere, sorrisi, complimenti e mangiando lasagne allabolongese, orecchiette al sugo di pesce, bevendo pinot nero e chianti classico con tanti auguri al nuovo direttore che si sballottava da un gruppo all' altro, soddisfatto della serata che rappresenta per lui un biglietto da visita di quella che sarà la sua direzione dell'Istituto parigino. C'è l'aria dei grandi cambiamenti nelle stanze del meraviglioso Hotel de GaUiffet, in rue de Varenne, che fu residenza di Talleyrand e dal dopoguerra è la nostra «ambasciata» culturale. Per due anni qui ha regnato Guido Davico Bonino, critico teatrale (per molti anni a La Stampa), \ francesista, traduttore, ine- sauribile organizzatore di incontri e occasioni. Tra il settembre 2001 e il dicembre scorso si sono svolte trecento manifestazioni (dibattiti, mostre, rappresentazioni, concerti) nel segno del confronto tra i due mondi. Davico Bonino ha poi dato le dimissioni non sentendosi «in armonia» con gli indirizzi di governo. Giorgio Ferrara, 56 anni, fratello di Giuliano, direttore del Foglio, è stato così nominato a Parigi, dove progetta di rimanere per i quattro anni del suo mandato rovesciando l'impostazione di Davico Boni¬ no: «Lui è un professore, io sono un regista», ha spiegato agli amici. Ma come cambierà l'attività dell'Istituto? Il nuovo direttore non ha ancore annunciato il suo programma, dice che sta lavorando, promette grandi cose, conserva un po' di mistero sui prossimi appuntamenti. Ma poi qualcosa ci dice, almeno per spiegare la sua filosofia: «Penso di fare un lungo racconto dell'Italia e degli italiani, con i nostri pregi e i nostri difetti. Un racconto scandito per temi e rivelato attraverso lo spettacolo, e cioè immagini, suoni e parole, musica, canzoni, teatro per dire chi siamo e come siamo. Non c'è bisogno di far venire dei professori a spiegare l'Italia perché qui, di professoroni, ce ne sono già tantissimi». Anche l'Hotel de GaUiffet cambierà aspetto. I corsi di lingua (che verranno sospesi in primavera e riprenderanno a settembre) saranno trasferiti in altra sede, nel liceo italiano. L'intera sede dell' Istituto diventerà il guscio di installazioni ed eventi che saranno suddivisi in cicli di un mese e mezzo due mesi, con serate ad inviti, tipo quella di martedì sera. Primi temi le feste barocche e i giardini italiani. A settembre partirà il racconto degli ultimi quarant'anni nella storia d'Italia. Vedremo. Per adesso restiamo agli applausi per la bravissima Adriana Asti (moglie di Giorgio Ferrara) nei panni della Duse: «Io vado, portata dal vento, come qualcuno che conosce la sua strada, obbedendo a un ritmo interiore che mi porta sempre avanti...» Giorgio Ferrara, si è insediato ieri a Parigi nella sua nuova carica