Iraq: ritornano i marines, in versione «soft» di Maurizio Molinari

Iraq: ritornano i marines, in versione «soft» Iraq: ritornano i marines, in versione «soft» Ordine del Pentagono: cambiare atteggiamento per non irritare la popolazione Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Divise verdi, conoscenza di rudimenti dì arabo, piccoli plotoni di stanza nel cuore dei centri abitati e niente occhiali da sole. In Iraq arrivano, o meglio tornano, ì marines. La prima volta, in aprile, entrarono a Baghdad arrivando da Est al termine dì una cavalcata iniziata ai confini del Kuwait e terminata oltre il Tigri e l'Eufrate. Adesso la missione è prendere possesso dell'angolo di Iraq più pericoloso: le regioni occidentali del «triangolo sunnìta», roccaforte della guerriglia dei feddayn e dei clan legati a Saddam Hussein. Gli uomini del generale James Mattis prenderanno il posto della 82esima Divisione aviotrasportata - nel quadro di un ricambio totale di centomila uomini in tutto l'Iraq - e per riuscire a stabilizzare il focolaio di rivolta si propongono di mettere in atto tecniche assai diverse dai loro predecessori. messe a punto partendo dalla constatazione degli errori finora commessi. Innanzitutto i marines per quasi due mesi indosseranno divise verdi - al fine di distinguersi da quelle color sabbia dell'esercito - e punteranno a instaurare migliori relazioni con la popolazione civile. L'in- tenzione del Pentagono è di far percepire subito agli iracheni che con l'arrivo dei marines il clima cambia. Ognuno dei soldati ha ricevuto l'ordine di imparare a memoria sia rudimenti di arabo, per poter salutare e ringraziare i civili, sia nozioni elementari di Islam, per non offendere la cultura locale. Fra i divieti esplicitamente sottolineati c'è quello di avere atteggiamenti o comportamenti che possano sembrare arroganti ai posti di blocco, come ad esempio portare occhiali da sole quando si pongono delle domande. La novità principale riguarda il posizionamento delle truppe. Se l'esercito risiedeva in grandi basi all'esterno dei centri abitati, adesso i marines avranno piccoli plotoni insediati dentro città e villaggi al duplice fine di accelerare l'addestramento della nuova polizia irachena e di favorire contatti e conoscenza con la popolazione civile. Si tratta di un esperimento che come dichiarato dallo storico John Miller al «Washington Post» - è basato su imo «dei pochi successi ottenuti in Vietnam», cioè i «Combined Action Platoon» che «restavano sul territorio» e non si ritiravano a operazioni concluse. A conferma dell'intento di creare «quotidianità di rapporti» e «interazione» fra marines e civili iracheni, i comandi hanno ridefinito anche le tattiche per dare la caccia alla guerriglia: niente più uso di aerei e artiglieria contro case e edifici ma metodi di inteUigence e hi-tech - sui quali c'è il più stretto riserbo - per identificare, isolare e catturare gli autori di attacchi e imboscate. Sebbene il generale James Mattis neghi che la missione sia quella di non ripetere gli eirori della 82esima Divisione, la differenza di approccio è tale da far intuire che il Pentagono abbia cambiato approccio. «La cattura di Saddam Hussein ha creato in Iraq un clima considerato propizio a instaurare nuovi rapporti fra coalizione e civili - spiega una fonte diplomatica chiedendo l'anonimato - ed è un'occasione da cogliere per porre le premesse di una pennanenza che, come avvenuto in Germania, Italia e Giappone, è destinata a durare nel tempo». D'altra parte il motto più caro al presidente americano George W. Bush è quello del predecessore Teddy Roosevelt che, all'inizio del Novecento, suggeriva di «parlare dolcemente tenendo in mano un grosso bastone». ' In un'altra decisione tesa a instaurare un nuovo clima il capo dell'amministrazione militare, ambasciatore Paul Premer, ha annunciato ieri la liberazione di circa cinquecento detenuti iracheni che ebbero responsabilità nel deposto regime del Baath. «Ma vi assicurò che non uscirà di prigione nessuno di coloro che si sono macchiati di crimini contro l'umanità», ha precisato Bremer per fronteggiare il malumore proveniente dai rappresentanti sciiti del consiglio governativo iracheùo. Ma in attesa che questi prupositi si trasformino in fatti, la guerriglia irachena ieri ha messo a segno un altro sanguinoso attacco contro il 541mo Battaglione logistico, posizionato a Ovest di Baghad. Sei colpi di mortaio hanno colpito la base denominata «Selz» ferendo in modo più o meno grave 35 militari. Avranno divise verdi per distinguersi dagli altri soldati impareranno un po' d'arabo e toglieranno gli occhiali da sole parlando con la gente La guerriglia attacca base logistica a colpi di mortaio Feriti 35 militari americani

Persone citate: Bremer, George W. Bush, James Mattis, John Miller, Paul Premer, Saddam Hussein, Selz, Teddy Roosevelt