Il Cavaliere vuole «oscurare» il vantaggio dei comuni ulivisti di Ugo Magri

Il Cavaliere vuole «oscurare» il vantaggio dei comuni ulivisti LA STRATEGIA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Il Cavaliere vuole «oscurare» il vantaggio dei comuni ulivisti Le amministrative si svolgono in località nelle quali l'opposizioneè StrafaVOr'lta, mentre per l'EUrOpa 1 giOChi SOnO anCOra aperti; retroscena Ugo Magri ROMA CHE l'opposizione non sia d'accordo, a Silvio Berlusconi importa poco o nulla: il premier ha deciso che «election day» debba essere, ed «election day» sarà. L'ha convinto quella mappa variopinta che gli hanno preparato i fedeUssimi di Forza Italia, in rosso le giunte uscenti di sinistra, in azzurro quelle del centro destra. Appena vi ha gettato lo sguardo, si narra, il Cavaliere ha fatto uno zompo sulla sedia poiché la cartina era praticamente color fuoco. Conferma la brutta impressione Fabrizio Cicchitto, vice-coordinatore nazionale del partito: «Queste amministrative si svolgono per due terzi su territori ulivisti, dove rovesciare i rapporti di forza è praticamente impossibile». Salvo sorprese di cui dai sondaggi non si colgono i presupposti, la sera delle amministrative i tigì annunceranno che l'opposizione ha stravinto, e la Casa delle libertà le ha buscate di santa ragione. Una figuraccia che Berlusconi gradirebbe evitare. Come? «Coprendo» mediaticamente la cattiva notizia con un evento politico ancora più importante. Cioè le elezioni europee. Ecco dunque dove nasce l'idea dell'accorpamento cbe al grande pubblico verrà spiegata con la politica della lesina: le elezioni costano care, meglio spendere i denari altrove. E poi non si possono chiamare per tre volte in un mese gli italiani alle urne (primo turno delle amministrative, ballottaggi ed europee) senza provocare fenomeni di rigetto... Nelle intenzioni berlusconiane, l'election day farà convergere gli ultimi due appuntamenti su una domenica di giugno. La maggioranza è d'accordo, gh ex-dc sono pronti a dare il via libera purché il Cavaliere non tenti di infilare nel decreto-legge una riforma che spazzi via il siste- ma delle preferenze. A Berlusconi piacerebbe, ma la sua rinuncia sarà merce di scambio con l'Udc. L'unica incertezza, a questo punto, pare rappresentata da Beppe Pisanu. Giorni fa è stato ricevuto da Berlusconi nella villa di Porto Rotondo, ma l'election day è rimasto fuori dalla porta. Il ministro dell'Interno è freddino, agli emissari del premier che l'hanno sondato il giorno dell'Epifania Pisanu ha esposto una montagna di controindicazioni tecniche. L'unico precedente di accorpamento fu una personale débàcle per il suo predecessore Enzo Bianco (chi non ricorda le code interminabili ai seggi?). Inoltre Pisanu coltiva qualche ambizione in t-jprio che passa, come insegna la vecchia scuola democristiana, per il fair play con l'opposizione. Che andrebbe in briciole se il ministro tentasse forzature sgradite a D'Alema e Fassino. Ecco perché l'uomo del Viminale recalcitra assai. Chi sta dentro alla partita scommette, tuttavia, che la dignitosa resistenza di Pisanu verrà presto fiaccata dalla determinazione del premier. Il quale, ormai libero dagli impicci intemazionali, si prepara a tuffarsi anima e corpo nella campagna elettorale con un unico imperativo: vincere. In questi ultimi giorni di isolamento in Sardegna, dove gli unici contatti sono con Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il premier sta preparando un'agenda con tutte le cose da fare e da comunicare in vista delle elezioni. Il resto, ai suoi occhi, significa poco, verifica di maggioranza compresa. «La vera verifica saranno le percentuali di voto», conferma un ministro che l'ha sentito, «quella delle prossime settimane non sposterà una virgola. Al massimo rimpiazzeremo Sirchia, ma chi se ne importa?». Berlusconi vestirà i panni dell'asso pigliatutto. Non perderà occasione per spiegare la riforma delle pensioni che, s'è accorto, gli italiani non hanno ben digerito. Salterà da un cantiere all'altro per dimostrare che le grandi opere sono un «work in progress» (Pietro Lunardi, ministro delle Infrastrutture, è sotto pressione). Convocherà per fine maggio un Congresso nazionale di Forza Italia che non passerà certo alla storia per l'incoronazione del suo successore, ma garantirà diversi giorni di passerella televisiva al premier proprio nei giorni antecedenti il voto. «E' gasatissimo», conferma l'anonimo ministro, «e deciso a spendersi personalmente». Con quale grinta Berlusconi farà ritomo a Roma lo svela la sua prossima uscita: il 24 gennaio, al Palaeur di Roma, per celebrare i dieci anni della «discesa in campo». Due lustri più tardi, qualche capello in meno e la stessa voglia di strafare.

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