Corsa contro il tempo per evitare lo stop dei tram di Fabio Poletti

Corsa contro il tempo per evitare lo stop dei tram Corsa contro il tempo per evitare lo stop dei tram A Milano 24 ore di trattative contro il venerdì nero. I Cobas: non ci faremo abbindolare Fabio Poletti MILANO L'Atm mette i quattrini: «Ma voghamo una maggiore produttività». Il Comune mette la faccia: «I tranvieri non possono chiedere più soldi senza contropartite». I sindacati confederali metterebbero anche la buona volontà: «Ma non possiamo accettare che in cambio di quegli euro, i tranvieri milanesi siano messi in condizioni peggiori di lavoro». I Cobas mettono la rabbia, dopo tre scioperi che hanno bloccato la città: «Non ci faremo abbindolare con quattro lire. Manteniamo l'agitazione di venerdì». Il Prefetto Bruno Ferrante mette la pazienza: «Io sono ottimista. L'accordo di massima sui soldi c'è. Ma sono pronto alla precettazione pur di evitare un altro venerdì nero, con uno sciopero fuori dalle regole». E allora ci sono ancora 24 ore, im giomo appena, per trovare ima soluzione alla vertenza degli autoferrotranvieri sul piede di guerra da due anni. L'accordo firmato a livello nazionale dai sindacati confederali -81 euro al mese, 970 di una tantum - a Milano lo hanno contestato tutti, paralizzando la città con due scioperi improvvisi a dicembre. Adesso la trattativa riprende. Ma non è facile anche se un accordo di massima sui soldi c'è già: 250 euro questo mese come ima tantum per il 2003, 300 euro a febbraio come anticipo sul premio di produzione per il 2004, 25 euro al mese dal 2005. «E' più di quanto chiedevano i tranvieri. In cambio però vogliamo una migliore efficienza e ima maggiore produttività», assicvira il vice sindaco De Corato alla guida dell'Atm, bilanci floridi e casse piene. L'accordo - su cui non c'è intesa fino a notte prevede che in cambio i tranvieri accettino una riduzione delle pause, ritocchi sui ritmi di lavoro, maggiore flessibilità nei turai. Giorgio Rollo della Cgil dice che non si può: «L'azienda non può peggiorare le condizioni di lavoro del personale viaggiante». Insieme a Cisl e Uil rilancia chiedendo ritocchi sugli straordinari: «Basterebbe diminuirli del 10 per cento». Ma dal direttore generale dell'Atm Roberto Massetti, a sera arriva un no su tutta la linea: «Le proposte del sindacato sono troppo lontane dalle nostre». E allora si tratta ad oltranza, per trovare una via di uscita a questa vertenza infinita, sulla città la spada di Damocle di un altro sciopero. Quello che i Cobas dei tranvieri intendono fare per domani, anche se dovesse essere firmato questo accordo a livello locale che per ora vede le parti troppo lontane. Claudio Signore, conducente di autobus del deposito di viale Sarca, tessera dello Slai Cobas in tasca, giura che non saranno quattro euro a fermare la lotta dei tranvieri: «Qualcuno si farà anche abbindolare, ma non possiamo fare marcia indietro sulle nostre condizioni di lavoro. Alla trattativa in Prefettura non ci hanno nemmeno invitato. Se i confederali sottoscrivono l'accordo, firmano la loro condanna». Francesco Barone, Cobas pure lui, deposito di via Giambellino, assicura che non c'è solo Milano sul piede di guerra: «Quei soldi devono saltare fuori a livello nazionale. L'accordo firmato dal sindacato lo hanno contestato tutti. Nelle piccole città, dove ci sono 10 o 20 autobus non c'è la forza. Ma a Genova, Torino, Brescia, Venezia, Roma e in mezza Italia, abbiamo dimostrato che basta fare un paio di telefonate...». E' il tam-tam dei tranvieri, quello che si suona in queste ore: dal deposito del Giambellino a quello di Leoncavallo, da via Messina a viale Sarca, da Raggio alle altre quattro rimesse in città, che hanno impiegato un niente a fermare tutto. Accordo o non accordo, cosa possa succedere domani non lo sa nessuno. Il Prefetto Ferrante è pronto alla precettazione ma potreb-; be non bastare, anche se i Tnbas sono fuori da questa trattativa: «Al mio tavolo si siede solo chi rispetta le regole». Tra i macchinisti si sentono i discorsi di poche settimane fa: «In otto solamente possiamo bloccare la metropolitana. I colleghi dei mezzi di superficie faranno il resto». E alla fine anche se questo sciopero nazionale lo hanno indetto solo i Cobas, mentre Cgil-Cisl e Uil non sono d'accordo e gli altri sindacati autonomi stanno guardare, dalla base dei conducenti milanesi si sentono solo venti di guerra. E Francesco Morisano, tranviere con la tessera Rsu Cgil, dice che non sono venti belli: «Se non si trova un accordo, anche se lo sciopero lo hanno indetto i Cobas, va a finire che saranno tutti i tranvieri ad incrociare le braccia. Anche quelli della Cgil, della Cisl e della Uil». Cobas dell'Atm m/W-** nei 9iomi dello scioperose/wsP'0

Persone citate: Bruno Ferrante, Claudio Signore, De Corato, Francesco Barone, Francesco Morisano, Giorgio Rollo, Leoncavallo, Roberto Massetti

Luoghi citati: Brescia, Genova, Italia, Milano, Roma, Torino, Venezia