Paparesta all'altezza grazie anche al grande fair play
Paparesta all'altezza grazie anche al grande fair play (S)VISTE E RIVISTE Paparesta all'altezza grazie anche al grande fair play Gigi Garanzini SEGNAVA 47'57" il cronometro dell'Olimpico quando Totti e Cassano si sono scambiati il pallone sulla bandierina. Con 3' di recupero alla fine di quel primo tempo dominato dal Milan, o finiva direttamente in rete il cross di Totti o qualsiasi altra soluzione vincente sarebbe arrivata fuori tempo massimo. Difatti il tap-in dì Cassano è giunto a 48'07", dopo la sponda aerea di Mancini. Ma Paparesta ha ugualmente concesso il gol, un po' perché nel recupero aveva ammonito Kakà, un po' perché Dida aveva perso un sacco di tempo sui rinvii, un po' perché si giocava all'Olimpico, e non è tipo Paparesta da smarrire mai il senso dell'orientamento. Nemmeno a metà ripresa l'ha smarrito, quando Chivu si è salvato in maniera parecchio robusta su Kakà in piena area. Ma ottima è stata la gestione complessiva del match, grazie anche alla correttezza assoluta degh interpreti. Nelle otto partite pomeridiane, molti gli episodi discussi, per la maggior parte ben interpretati da arbitri e guardalinee. L'eccezione principale, anche per l'incidenza sul risultato finale, è ii fallo di mani con cui Plachi ha smorzato il pahone servitogli di testa da Carrozzieri per preparare la rovesciata vincente: l'arbitro Ayroldi, probabilmente mal piazzato, non è riuscito a coglierlo. Pure un fallo di mani di Maresca in barriera su punizione di Ze Maria è sembrato abbastanza sospetto: la deviazione in ogni caso era netta, ma né Racalbuto né l'assistente Baghoni l'hanno vista, non concedendo nemmeno il calcio d'angolo. E discutibile anche la legittimità degh ultimi due gol dell'Inter: nel primo caso il corner battuto da Emre e trasformato da Cordoba era in realtà una rimessa dal fondo, nel secondo la partenza di Vieri sul lancio di Martins è in più che sospetto fuorigioco. Severe, ma non gratuite, le decisioni disciplinari di Collina a Reggio Calabria. Ineccepibile la prima ammonizione a Muzzi per fallo da dietro, più che ammissibile la seconda per l'uscita anzitempo dalla barriera. Un po' accentuata da Falsini l'entrata di Oddo all'origine del secondo «rosso», ma di sicuro violenta e fuori tempo. Bravi anche i guardalinee di Brescia, Stagnioh e Toscano (l'arbitro era Palanca), in occasione dei due gol di Baggio. Sul primo non c'è fuorigioco di posizione di Brighi, che forse tocca anche il pahone ma in posizione regolare, sul secondo Baggio è nettamente tenuto in gioco da un difensore senese fuori posizione. Vede bene anche De Santis ad Ancona. Sia quando perdona a Cannavaro junior un fallo di mano tanto plateale quanto involontario, sia quando punisce lo sgambetto di Donadel a Rapaio per il rigore poi fahito da Di Francesco. Anche a Bologna c'era un rigore, in avvio a favore dell'Empoli: ma Bosetti ha sorvolato su un abbraccio del bolognese Natali a Cribari alle soghe dell'area piccola.
Luoghi citati: Ancona, Bologna, Brescia, Reggio Calabria, Stagnioh
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