I sospetti di Diana «Carlo complotta contro di me»

I sospetti di Diana «Carlo complotta contro di me» L'ULTIMA LETTERA DELLA PRINCIPESSA AL MAGGIORDOMO I sospetti di Diana «Carlo complotta contro di me» «Progetta un incidente alla mia auto per spianare la strada alle sue nozze» Aperta l'inchiesta: Scotland Yard ha un anno per scoprire la verità Maria Chiara Bonazzi LONDRA Il fruscio dei flash attorno alla testa canuta di Michael Bui^ess, il magistrato che ieri mattina a Londra ha aperto l'inchiesta britannica sulla morte di Diana, ha fatto quasi più rumore della detonazione esplosa simultaneamente sulla prima pagina del «Daily Mirror». Mentre nell'aula magna eh un centro congressi nel cuore della capitale il titolare delle indagini incaricava Scotland Yard di investigare per suo conto sull'incidente che costò la vita alla principessa, il tabloid pubblicava la versione incensurata della lettera con cui Diana confidava al maggiordomo il proprio timore di essere ammazzata; «Mio marito - vi si legge - sta progettando un incidente alla mia auto e una seria ferita alla testa per spianare la strada al suo matrimonio». Quella lettera sigillata e, stranamente, non datata, che secondo le isfruziom della principessa avrebbe dovuto essere aperta «a mo' di assicurazione» in caso di necessità, era già stata richiesta nei giorni scorsi dal magistrato a Paul Burrell, il maggiordomo a cui Diana la aveva indirizzata e che ieri ha professato di «non appoggiare né di promuovere» la decisione d.1 «Mirror»: «Non sono contento - ha detto Burrell -. E' sempre stata mia intenzione non pubblicare mai quel nome». Ma il direttore del giornale, Piers Morgan, pur riconoscendo che i sospetti di Diana su Carlo erano probabilmente «campati in aria» (sensazione condivi- sa da alcuni tra gli osservatori veterani di casa reale), ha detto che rientrava nel dovere di cronaca pubblicarli, dal momento che ora quella lettera sarà acquisita all'inchiesta e prima o poi diventerà di pubblico dominio. Ma in realtà i tempi dell'inchiesta saranno lunghi, e non è affatto detto che Michael Bm^ess decida di includere quella lettera tra le prove. Ieri mattina il magistrato ha detto che, realisticamente, l'udienza sarà aggiornata fra 12-15 mesi, e cioè non se ne riparlerà in pubblico prima del 2005. Aparte il fatto che ci sono già 6 mila pagine del fascicolo francese da leggere, più altra documentazione che deve ancora arrivare da Parigi, Burgess ha annunciato che intende affidare al commissario capo di Scotland Yard, sir John Stevens, l'interrogatorio dei possibili testimoni: «Sono consapevole - ha detto nella sua dichiarazione inaugurale - che circolano ipotesi secondo cui queste due morti non sono il risultato di un triste, ma relativamente semphee incidente d'auto a Parigi. Ho chiesto al commissario capo della Metropohtan Pohce (la più alta autorità di polizia nel Regno Unito, ndr) di compiere delle indagini, i cui risultati mi aiuteranno a decidere se queste vicende rientreranno neUe competenze delle mie inchieste. Richiederò alla polizia inglese di interrogare, per mio conto, coloro che saranno individuati come possibili testimoni per stabilire la portata della loro testimonianza e se essa sia rilevante alle inchieste inglesi. Soltanto quando questo processo sarà completato potrò considerare chi potrà collaborare all'inchiesta in qualità di testimone». Nel sottolineare la propria indipendenza da casa reale, che pur lo ha nominato, Bm^ess ha detto che non prende ordini da nessuno. Quindi ha messo in evidenza i limiti delle sue funzioni di «coroner», una figura che secondo la legge britannica è a metà fra un medico legale e un magistrato: l'inchiesta del «coronen) non ha un'accusa e una difesa, ma ha lo scopo «ristretto» di «deteiminare i fatti che hanno causato la morte». L'altro limite riguarda l'inteirogatorio dei testimoni: il «coroner» non può infatti costringere chi viva all'estero a presentarsi per testimoniare sotto giuramento, ma può prendere per buone le testimonianze già agli atti, ovvero contenute nel fascicolo francese. Anche se non si sa quanto materiale dell'inchiesta presieduta dai giudici parigini intenderà pubblicare il «coroner», su una cosa i giomah britannici sembrano essere d'accordo: è probabile che questa inchiesta faccia finalmente luce sui dettagli rilevanti del fascicolo francese, finora rimasti segreti. A proposito del ritardo di sei anni con cui si apre l'inchiesta britannica, Burgess ha detto che le autorità giudiziarie francesi non possono pennettei^li di usare il loro fascicolo finché esso non sarà completato. Per coincidenza, l'autorità di Burgess copre anche la contea del Surrey, dove Dodi al-Fayed viveva ed è sepolto: ecco perché Biugess è titolare anche dell'inchiesta sulla morte dell'amante di Diana, che ha aperto ieri pomeriggio separatamente da quella sulla principessa. In passato Mohamed al-Fayed aveva cercato di unire giudiziariamente le due inchieste, ma la sua istanza era stata respinta. Pur continuando a insistere sull'apertura di una più ampia inchiesta pubblica in Scozia, ieri il propietario di Harrods ha detto: «Finalmente, speriamo di vedere la luce». Più che la luce, la lettera pubblicata integralmente dal «Minror» getta ombre sul già tartassato erede al trono. Non ci sono prove per sostenere le accuse a Carlo contenute nella lettera, che si dice sia stata scritta nell'ottobre 1996, 10 mesi prima della morte di Diana. Il maggiordomo Burrell, nel pubblicare il suo libro {(A Royal Duty», aveva dato all'editore Penguin l'istruzione di censurare la parola «mio marito», e il «Daily Mirror», nell'anticipare a puntate i capitoh più sensazionali del volume, aveva depistato i lettori, scrivendo:«"XXXXXX sta progettando un incidente in macchina per spianare la strada al matrimonio di Carlo», alludendo cioè a qualcun altro. Ma per alcuni osservatori di casa reale, come James Whitaker dello stesso «Daily Mirror», il punto cruciale della lettera è un altro, e cioè lo stato generale di ansietà di Diana, rivelato in un altro passo che diceva: «Vorrei che qualcuno mi abbracciasse e mi incoraggiasse a tenere la testa alta». L'udienza aggiornata al 2005: «Bisognerà consultare almeno seimila pagine di documenti» Il padre di Dodi «Ora speriamo di vedere la luce» Gli amici del principe «Parole infondate» L GIALiO , I PROTAGONISTI I DIANA FRANCES SPENCER Nasce ili0 luglio 1951 a Parkhouse, , accanto alla residenza reale di Sandringham,. e sposa Carlo d'Inghilterra il 29 luglio 1981, Muore il 31 agosto 1997 nel tunnel dell'Alma a Parigi alla fine dì un estate trascorsa con il nuovo compagno Dodi Al Fayed DODIALFAYED Miliardario playboy egiziano di religione musulmana, nato ad Alessandria nel 1955. I due erano stati fotografati sullo yacht di lui e l'immagine del loro bacio aveva fatto il giro del mondo. E' morto con la principessa. MOHAMED AL FAYED Il padre di Dodi. Il magnate egiziano, proprietario dei supermarket Harrods, E' convinto che la principessa. e il figlio siano rimasti vittime di un complotto per troncare la loro relazione HENRI PAUL f Responsabile della sicurezza s dell'Hotel Ritz di Parigi, era alla l guida della Mercedes ì al momento dello schianto in cui è morto. Il suo stato di ubriachezza e l'alta \ velocità sono stati indicati dai giudici francesi cdipe 1 . le cause dell'incidente I TREVOR REES-JONES Ex paracadutista dell'esercito britannico, era la guardia del corpo di Diana e Dodi. E' sopravvissuto all'incidente : ma ricorda pochissimo, per esempio che Paul gli fosse apparso «molto normale», tutt'altro che alticcio MICHAELBURGESS, «Coroner» reale, titolare dell'inchiesta i| sulla morte di Lady D. il 11 suo incarico è istruire un'inchiesta ir) caso di morte violenta o misteriosa' di un membro ^ della famiglia reale I PUNTI CONTROVERSI * LA GRAVIDANZA Il primo a sostenere che Diana fosse in attesa di un figlio al moménto dell'incidente' fu un poliziotto francese. Il suo corpo venne sottoposto ad autopsia nell'obitorio di Hammersmith&Fulham alla presenza dell'allora coroner di Casai Reale, John Burton, e dell'allora vice, che oggi ne ha preso il posto, Michael Burgess L'INCIDENTE LaseradelBI agosto 1997 l'auto di Diana e Dodi si schiantò contro il 130 pilone del tunnel dell'Alma. Chi formula l'ipotesi del complotto cita alcuni testimoni che avrebbero visto una Fiat Uno urtare la Mercedes all'imbocco della galleria. Nessuna delle telecamere del tunnel quella notte . era in funzione PAUL BURRELL Ex maggiordomo di Lady D, tuttofare e confidente per più di 10.anni. E'autore del libro-scandalo sulla principessa, «Royal Duty», e «proprietario» di una lettera di Lady D in cui rivelava i suoi timori di essere uccisa « MISTER X In una lettera consegnata a Paul Burrell, 10 mesi prima di morire, la principessa scrive: «Sta organizzando un incidente alla mia auto e una seria ferita alla testa per spianare la strada al matrimonio con Camilla». Il nome di Mister X, sbianchettato, sarebbe secondo il «Daily Mirror» quello di Cariò

Luoghi citati: Alessandria, Londra, Parigi, Regno Unito, Scozia, Surrey