Un messaaaio da Sharon

Un messaaaio da Sharon Un messaaaio da Sharon Consegnato da Ankara all'ospite siriano AldoBaquis TEL AVIV Il presidente siriano Bashar al-Assad ha iniziato ieri una visita ufficiale in Turchia durante la quale esaminerà l'andamento delle relazioni bilaterab (anni fa i due Paesi erano stati sull'orlo di un conflitto) nonché la situazione creatasi nelle zone curde deU'Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein. Si tratta di una questione di vitale interesse per Siria e Turchia, due Paesi in cui vivono minoranze curde che potrebbero avanzare pretese separatiste. Nel complesso scacchiere regionale si inserisce anche Israele: da tempo alcuni giornali arabi parlano con insistenza di attività dei servizi di intelligence di Gerusalemme nel Kurdistan. In un palese gesto di amicizia, il governo di Sharon ha approvato proprio domenica l'acquisto di 50 miboni di metri cubi di acqua dolce l'anno per un periodo di 20 anni. Proveniente dal fiume Manvgat, in Anatoba, l'acqua sarà caricata su una flotta di navi cistoma e scaricata ad Ashqelon, a Sud di Tel Aviv. La Turchia si trova dunque oggi in ima posizione avvantaggiata per fare da trait d'union fra Israele e Siria. Secondo il quotidiano Yediot Abronot, il premier di Ankara, Erdogan, e il ministro degb Esteri AbduUah Gùl si accingono a consegnare a Assad un messaggio di Sharon che è stato loro affidato dab'ambasciatore di Israele in Turchia, Pincbas Avivi. Giorni fa, il capo deb'intelbgence mibtare israebano, generale Zeevi Farkasb, ha detto che «sembra davvero seria» la svolta di carattere moderato annunciata da Assad il mese scorso in un'intervista al New York Times. Subito dopo il presidente siriano ha intrapreso missioni diplomatiche in Egitto e in Grecia: la Siria - è sembrato voler dire - si apre adesso al mondo. Agb israebani, Assad ha fatto sapere che i negoziati di pace bloccatisi quattro anni fa a Wye Plantation, negb Stati Uniti, potrebbero ripartire dal punto in cui si erano fermati aUora. Sharon bà repbcato che dovranno piuttosto riprendere da zero. Nel frattempo il ministro deU'Agricoltura israeba¬ no, Katz, ha annunciato un ambizioso progetto di sviluppo per i coloni del Golan: una zona strategica (domina sia la Galilea, sia l'area di Damasco) occupata nel 1967. Nel 1981 Israele vi ha esteso la propria legislazione. «Il Golan non tornerà mai più in mani siriane», ha detto di recente il ministro Hanegbi,delLikud. In un incontro con la stampa, un'alta fonte pobtica di Gerusalemme ha tuttavia assicurato nei giorni scorsi che Israele «non chiede di meglio» che tornare al tavolo dei negoziati. Ma per abontanare ogni possibile ombra daba sua proclamata volontà di pace, Assad dovrebbe chiudere gb uffici di Hamas e deba Jibad islamica a Damasco e magari «iniziare la rimozione dal Libano del Sud degb 11 mila razzi puntati dai guerriglieri HezboUab verso le retrovie israebane, fino a Haifa e a Raderà». Yediot Abronot, dal canto suo, ha appreso che Israele vedrebbe di buon occhio.anche sempbci gesti umanitari, come la restituzione dei resti di una spia israebana impiccata a Damasco 40 anni fa. Questo sarebbe il contenuto del messaggio affidato a Erdogan e Gul. Subito dopo il suo arrivo, Assad ha rilevato che la sua visita in Turchia «coincide con un momento in cui le nostre relazioni bilaterab hanno raggiunto una vetta. Ma la nostra regione, nel suo insieme, è reduce da un bmtto periodo... L'importante è che si riesca ora a creare un nuovo clima di stabibtà regionale». Solo cinque anni fa Sina e Turchia erano state vicine aba guerra a causa delle attività del Pkk di Abdubab Ocalan. C'era stato abora un brusco ultimatum di Ankara in seguito al quale il presi¬ dente Hafez Assad aveva accettato di espebere daba Siria i guerrigberi curdi. Adesso Siria e Turchia guardano con sospetto abe attività dei curdi iracheni, che potrebbero tentare di sfruttare la situazione confusa a Baghdad per trasformare l'autonomia in una entità indipendente. La cosa avrebbe prevedibilmente ripercussioni sui curdi turchi e siriani. Nei giorni scorsi Assad, in una intervista televisiva, non ha lasciato dubbi: la costituzione di una (muova entità curda)) in Iraq, ha avvertito, sarebbe considerata una «linea rossa)) dai Paesi confinanti, fra i quab appunto Siria e Turchia. Le first lady turca (a sinistra) e siriana, Semra Sezere Asma al-Assad