«L'Italia fu avvisata del blocco della Flash Air» di Giacomo Galeazzi

«L'Italia fu avvisata del blocco della Flash Air» DALL'ENAC UNA RELAZIONE AL MINISTERO DEI TRASPORTI «L'Italia fu avvisata del blocco della Flash Air» Accuse dalla Svizzera. Dal governo venerdì un documento sulla sicurezza Giacomo Galeazzi ROMA Corsa contro il tempo per vietare i voli a rischio, mentre è giallo sull'allarme-charter arrivato a Roma dalla Svizzera. «Anche l'Italia era stata avvisata direttamente dei pericoli per la sicurezza aerea connessi alla Flash Airlines - afferma Celestine Perissinotto, portavoce dell'ufficio federale dell'aviazione civile svizzera -. C'è stato un contatto diretto con l'aviazione civile italiana. L'interdizione totale di una compagnia è una decisione importante, qualcosa di raro. Quando ciò si verifica, non solo mettiamo i rapporti a disposizione degli altri Paesi, ma diramiamo ima comunicazione attiva, cioè facciamo conoscere il provvedimento direttamente all'aviazione civile delle altre nazioni». Ora il governo italiano intende vederci chiaro. In vista del consiglio dei ministri di venerdì e dell'imminente approvazione del documento normativo sugli standard qualitativi minimi dei voli, l'esecutivo vuole sapere dall'Ente nazionale per l'aviazione civile che cosa sia realmente avvenuto in Italia dopo il divieto imposto dalla Svizzera e la relativa comunicazione al nostro Paese.'"LTfnac "dovrà limare una relazione al ministero dei Trasponi^e "le" autorità" elvetiche metteranno a disposizione i risultati delle loro ispezioni. In ogni modo, a tre giorni dal disastro di Sharm el Sheikh, le autorità dell'aviazione corrono ai ripari, dando il via libera a una stretta nei controlli e aumentando il numero degh ispettori. Le compagnie aeree saranno sottoposte a procedure di verifica più efficaci. Proprio oggi volerà nei deh itahani un jet della Flash Airlines e saranno compiuti accurati controlli per verificare che sia tutto in regola. Intanto, nei vari scali, si lavora alla costituzione di un sistema d'allerta comune che garantisca uno scambio di informazioni sui vettori con carenze tecniche. Massimo rigore, dunque, sulle disposizioni tecniche e procedurali per la manutenzione degh aerei e l'addestramento degh equipaggi. D'alWa parte, anche i piloti lanciano l'allarme sicurezza. «Il dramma del Boeing 737 in Egitto rischia di non rimanere un caso isolato: se non ci sarà una maggiore attenzione dal punto di vista umano e al superlavoro degh aerei, questi incidenti sono destinati ad aumentare - ha detto il comandante Andrea Tarroni, presidente della principale associazione di categoria -. La tragedia di Sharm el Sheikh è stata con tutta probabilità causata da un guasto strutturale, aggravato dalla stanchezza dell'equipaggio. Due elementi vitah per garantire la sicurezza in volo». Un duro j'accuse, quello dei piloti, contro la mancanza di controlli e l'atteggiamento deUe compagnie che stanno sempre più stressando l'uso degh aerei e gh equipaggi. «In presenza di guasti ai vehvoh - denuncia l'Anpac - è stato chiesto talvolta ai piloti di denunciare il falso. Pressioni commerciah ma anche insistenze, davanti a un'anomalia o a un'avaria, per ottenere una versione non corrispondente alla realtà». E come contromisura non serve una lista nera delle «carrette del cie- lo»: «Le autorità si preoccupino piuttosto di fare veri controlli». In Europa, infatti, manca un organismo sovrannazionale di verifica e anche in Italia - sostiene l'Anpac non ci sono ancora quelle procedure necessarie al monitoraggio corretto deUe norme dei tempi di volo e di servizio. Per garantire i «cieh sicuri», secondo i piloti, ci vuole un ente che faccia rispettare le regole, che sia in grado di fare ispezioni e controlli, di dare sanzioni arrivando a revocare le concessioni a chi non rispstta le leggi. Invece, la stessa legislazione comunitaria sembra andare in tutt'altra direzione rispetto ai controlli, ma soprattutto alla fatica degh equipaggi. I piloti, perciò. chiedono una commissione medica per verificare se i tempi di volo e di servizio siano compatibili con l'affaticamento deU'oi^anismo. «I tempi oggi in vigore evidenzia l'Anpac - sono stati decisi nell'interesse dell'industria senza pensare ai problemi di stanchezza». A ciò si aggiunge un maggior carico di lavoro per i cambiamenti avvenuti nel settore in questi anni e anche per il problema del terrorismo, che ha aggravato il quadro psicologico in cui si lavora a bordo. Riguardo allo stress degh equipaggi, le compagnie di linea o di bandiera - sottolinea l'Anpac sono più attente ai limiti massimi decretati dagh Stati, perché han¬ no i sindacati intemi. In molti vettori charter o «low cost», però, la rappresentanza sindacale non è toUerata e spesso gh equipaggi vengono sollecitati a superare i carichi di lavoro. Le associazione di difesa dei consumatori, da parte loro, invocano la revisione straordinaria dei vehvoh charter e una serie di provvedimenti a tutela dei turisti in vacanza, come il ritomo garantito dai voh di linea. I charter, secondo il Codacons, spesso non sono in grado di garantire adeguati standard di sicurezza. Tra le regole proposte, quella di limitare gh spostamenti dei vehvoh a un massimo di quattro tratte in 24 ore per un totale non superiore di 5 mila chilometri. L'allarme dei piloti «La tragedia di Sharm rischia di non restare un caso isolato» Le associazioni dei consumatori chiedono controlli straordinari sui charter Un pezzo del relitto del 737 recuperato al largo dell'aeroporto egiziano

Persone citate: Andrea Tarroni, Celestine Perissinotto