Il virus in agguato a tavola di Francesco Sisci
Il virus in agguato a tavola LA BESTIOLA E' CONSIDERATA UNA LECCORNIA Il virus in agguato a tavola , j r ; vw;in^^r ^ t Lo zibetto e vietato, ma si mangia lo stesso retroscena Francesco Sisci PECHINO Ritoma anche a tavola l'incubo della Sars. E ritorna l'allarme dopo che un caso di polmonite atipica è stata confermato a Canton per la prima volta dopo l'epidemia della prima-trascorsa. Dopo mesi di vod e falsi allarmi stavolta non jì sono dubbi, è ricomparsa la polmonite atipica, anche se non è un'altra epidemia e, vista l'allerta attuale, sembra che non possa nemmeno diventarla. Il caso è stato isolato e presto è stata anche resa nota l'origine del contagio: si tratta sempre del famigerato zibetto, il piccolo animale selvatico, simile ad una lince di cui vanno ghiotti i Cantonesi. Gh abitanti di questa regione mangiano di tutto, «tutto quello che ha due gambe e non è un uomo, tutto quello che ne ha quattra e non è un mobile» dicono di loro gh altri cinesi. Il governo centrale, dopo i casi della primavera, ha proibito di mangiare carne di animah selvatici. Sono spariti così a Pechino i ristoranti della minoranza dello Yunnan dietro il Kerry centre, dove si servivano in brodo o in arrosto serpenti che il cliente sceglieva da dietro una gabbia divetro.Ancheilcaneèdiventatopiù difficile da trovare. Questo nella capitale e un po' in tutta la Cina, tranne che nella provincia del Guangdong, di cui Canton è capitale. Persino nella vicina Hong Kong (a 200 km da Canton), metropoli con un reddito medio prò capite ben più alto che in Italia, e un terrore diffuso per la malattia che sei mesi fa messo in croce l'economia, la gola non resisteva. Nei ristorantini alla moda, nei vicoli dietro il centralissimo quartiere degh uffici, insegne in cinese promettevano succulenti serpenti in zuppa. Nel resto del Guangdong poi era benpeggjo: serpenti, ma anche scoiattoli, topi, bachi da seta, scorpioni, foimiche e naturalmente linci e zibetti erano offerti vivi e ingabbiati, pronti a essere macellati lì per lì, cotti e trasferiti fumanti nei piatti dei commensali in attesa. È la fiera dello strano e dello straordinario che ha antiche tradizioni in Cina. Già nello Zhouh, (1000 a.C. circa) vino e buon cibo sono parte integrante della vita di una persona di cultura. Più di recente lo storico del cibo li Yu (17" secolo) precisava con grande elaborazione la difficile architettura dei banchetti, che, come nell'antichità, dovevano essere arricchiti ina zampa d'orso, oppure ima pinna di pescecane, o un celeberrimo nido di rondine. Quasi due secoli dopo un altro gounnet storico. Yuan Mei, cercava di porre fieno a questi eccessi. Attaccava i sapori insipidi delle loturie di mare, da altri considerate prelibatezze, e decantava invece il gusto delicatoeparticolare dipollo, anatra, maiale, pesce e gamberi, le sole carni die valesse davvero la pena mangiare. Ma Yuan Mei e i suoi erano e sono rimasti una minoranza, spedo nel sud. Qui la penuria sofferta nel periodo della rivoluzione più la fame patita nel periodo della ripresa alla fine degh anni '50 ha lasciato una spade di appetito «ancestrale». Cuochi e clienti in questi tempi di primo benessere e talvolta opulenza hanno fatto a gara per mangiarsi di tutto, anche pietanze fino ad allora solo leggendarie, e fuori legge, come il cervello di scimmia o il «topo dei tre gridi», sorcetti appena nati passati in una salsa e divorati crudi. Il governo ha messo fuori legge la caccia, ha punito con la pena di morte l'uccisione di un panda o una tigre, ma è stato tutto inutile, perché un minuscolo mercato di affezionati è sempre disposto a spendere qualunque cifra pur di mettere «sotto i denti» su queste carni rare. In Cina astata ordinata l'uccisione di migliaia di zibetti sospettati di trasmettere la Sars
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