Dalla Cina alle Filippine, la Sars si risveglia

Dalla Cina alle Filippine, la Sars si risveglia NUOVI CASI. PECHINO DECIDE UN'ALTRA STRAGE DI ZIBETTI, SOSPETTATI DI ESSERE GLI «UNTORI» Dalla Cina alle Filippine, la Sars si risveglia L'Oms: ora più impegno contro la malattia ROMA Toma l'allarme Sars nel mondo, puntuale come annunciato da mesi: tre casi confermati, due a Taiwan e uno in Cina, nella provincia del Guangdong. C'è poi anche un caso sospetto nelle Filippine. Le autorità sanitarie di Pechino hanno deciso di sterminare tutti gli zibetti in cattività: c'è il sospetto che i piccoli mammiferi siano un veicolo di trasmissione della polmonite atipica. I circa diecimila esemplari già sui banchi dei venditori saranno tolti dal commercio e distrutti entro sabato. L'Organizzazione mondiale della sanità ha confermato ieri l'ultimo caso di sindrome respiratoria acuta, registrato nel Sud della Cina. Un produttore televisivo di 32 anni è stato ricoverato lo scorso 20 dicembre nell'ospedale di Canton e, dopo essere stato subito classificato come «caso sospetto», è risultato positivo al coronavirus, in seguito a un ennesimo test clinico, questa volta effettuato da un laboratorio indipendente. È il primo caso confermato in Cina da agosto. Ora è in isolamento, a scopo precauzionale, mentre si è saputo che 1 avuto stretti contatti con l'uomo. Hong Kong ha intanto rafforzato le misure di sicurezza per evitare il rioetPisi del diffondersi dell'epidemia. Ma l'allarme Sars non ha toccato soltanto la Cina. Poche ore prima dalla conferma dell' Oms sul caso del produttore televisivo, era arrivata la notizia di un nuovo possibile contagio nelle Filippine, che hanno registrato 14 episodi di Sars e due decessi nell'epidemia che si è verificata lo scorso anno. La persona che potrebbe essere stata infettata è una domestica filippina, rientrata di recente da Hong Kong. La donna, che soffriva di febbre alta, è stata immediatamente isolata e ora è sotto costante osservazione. In quarantena anche la sua famiglia e tutte la persone che avrebbero avuto contatti con lei ad Hong Kong. L'Organizzazione mondiale della sanità ha espressamente chiesto alla Cina e alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi nelle ricerche sull' origine della Sars e in particolare sulle possibili modalità di trasmissione dagli animali agli uomini. «E necessario testare un gran numero di animali», ha avvertito l'Oms, sottolineando che non spetta solo alla Cina finanziare le ricerche. «Speriamo che la situazione non diven¬ ti ancora più rischiosa - ha aggiunto Julia Hall, coordinatrice dell'Oms in Cina - perchè non sono state prese tutte le precauzioni per l'abbattimento degli animah. E comunque sarà difficile eliminarne il consumo alimentare nel Sud della Cina. Bisogna infatti tenere presente anche il problema economico, visto che molte persone vivono di questa attività». In un comunicato, l'Oms rassicura: «Un caso confermato di Sars non costituisce un pericolo immediato di sanità pubblica, poiché la malattia è controllabile e disponiamo di un sistema efficiente che ci premette di interrompere la catena dei contagi. L'Oms ha infine chiesto all'equipe dei ricercatori cinesi, secondo i quali il produttore t^ sarebbe stato colpito da un virus della Sars mutato rispetto a quello registrato nell'epidemia della primavera scorsa, di rendere pubblici i risultati. E ha invitato alla prudenza neh' interpretazione di questi dati, dal momento che sono stati trovati soltanto dei frammenti di virus in uno solo dei prelievi effettuati sul malato, [fama.] i ' i i i Sono stati registrati nuovi casi di Sars

Persone citate: Julia Hall