«Pronto a riprendere lo sciopero della fame»

«Pronto a riprendere lo sciopero della fame» IL LEADER RADICALE: QUEL CHE VIENE DATO IN PASTO ALLA PARTITOCRAZIA MUORE «Pronto a riprendere lo sciopero della fame» Pannella: l'ho detto ad Adriano, la quasi grazia è un passo indietro intervista Jacopo lacobonl COME volevasi dimostrare, Pannella. Tiro al piccione su Boato. «Non cambia nuba. E poi c'erano dubbi? Un potere così nobilmente arbitrario e rituale qual è la grazia, affidato ovunque abe supreme magistrature degb stati, non viene esercitato e viene smistato al parlamento, cioè a mibe persone deb'apparato partitocratico: ci si poteva aspettare un risultato diverso, per ora poco meno che un disastro?» Dici Sofri e i partiti si trasformano in una fossa dì leoni. ((Altro che leoni, una fossa debe iene! Ha prevalso bsobto richiamo, non deba foresta ma del cadavere. Però guardi, lei mi chiede di Sofri e abora bisogna fare una premessa». Premetta. «Qui b problema non è e non doveva essere una legge ad personam per graziare Sofii. Come radicab lo abbiamo dichiarato ossessivamente. Su sette conferenze stampa dedicate ab'argomento, cinque le ho iniziate dicendo "prego stampa e tv di precisare e rettificare che noi non ci occupiamo del problema deba grazia a Sofri"». Sì sì, vi occupate di «un problema dì legalità». Intanto Sofri sta in carcere: magari anche la proposta Boato, se funzionasse... «Ma b punto per cui ci battiamo è affermare in Itaba b principio di legalità. Da anni abbiamo posto due obiettivi. Uno: stabilire quando e fin quando la detenzione di un condannato sia conforme aba legt btà e ab'interesse pubbbci. Due: perché b potere di grazia non viene, esercitato da un presidente che se ne ritiene impedito». Ha già le risposte. «È parifico che l'immagine data ab'estero e anche ab'opimone pubbbca del nostro paese con la detenzione di Sofri non è esattamente soddisfacente. Mi domando chi possa pensare che la permanenza in carcere del Sofri di oggi, secondo cultura, diritto, sentimento comune deb'Itaba o deb'Europa, serva al Paese. Che Sofri stia in galera è giusto e utile aba legabtà deb'Itaba o piuttosto la mette in crisi?» Sì risponda anche sul secondo punto, con rispetto al Quirinale. «Io non vogbo avere verso b Cobe b tono che ha Cossiga, anche con i suoi tanti nom de plumes. Posso però permettermi di dire che Ciampi se voleva poteva, indipendentemente daba proposta di Boato? La soluzione deb'altro giomo, la telefonata a Casini e l'accelerazione di un iter parlamentare, è conforme abe pressioni che storicamente le presidenze deba repubbbca, intese come apparato del Quirinale, fanno per indurre i presidenti a rinunciare ab'esercizio dei loro poteri». Traduzione: già la Costituzione, Boato o non Boato, assegna al capo debo Stato b potere dì decidere in autonomìa la grazia di un condannato. «Non solo la Costituzione: anche una schiera di insigni giuristi, b vostro Ainis, Giubano Amato, Chieppa, Andrea Manzeba... Ciampi ha preferito ascoltare i suggerimenti deba sua segreteria generale e del suo ufficio giuridico. Con ciò ha commesso un errore, vorrei che scrivesse proprio così: un errore di alfabeto, ortografia, lessico, sintassi. Spiego perché: la grazia è un potere rituale che contiene un fortissimo elemento di arbitrarietà. Questa arbitrarietà è affidata aba coscienza di un uomo solo, che incarna b sentimento cobettivo, per un motivo chiaro: se viene affidata al parlamento, ai partiti, a mibe funzionari, la si rende di fatto impraticabbe». La fossa dei leoni o debe iene non grazia. «Non grazia e soprattutto non lo fa ad hoc. Se ci si pone b problema deba grazia a Sofri si va a sbattere». Però scusi, se la proposta Boato era dannosa sgombrarla dal tavolo non potrebbe fare chiarezza? «Non fino a quando non si sarà ripristinato quel minimo di legabtà generale per b quale noi radicab lottiamo da anni, le battagbe per i giudici deba Consulta, l'indulto, le carceri. È questo b problema complessivo. Quanto aba grazia è merito nostro aver provocato almeno un chiarimento: per tre armi si è detto che Sofii non poteva essere graziato p ìrché non lo aveva chiesto. Poi si è detto che non esisteva né la necessità di una richiesta né queba di una proposta da parte del ministro. Noi abbiamo sempbcemente reso nota la legge esistente, del 1989: che funziona senza la necessità di richiesta o di proposta». E la controfirma del ministro? Non è puro protocobo. «Una quantità di giuristi la considera da tempo come un "atto dovuto". In questa luce la decisione del presidente appare incomprensibile. Spero che aba fine, dopo averle davvero provate tutte, b presidente ritenga colma la misura ed eserciti il potere che la Costituzione gb assegna e che la prassi aveva eroso». Ammetterà che anche scegbere di non esercitarlo rientra nebe sue prerogative. «Se la detenzione risulta non conforme aba legabtà e ab'interesse pubbbco, non concedere la grazia configura addirittura una fattispe¬ cie penale. Una omissione». Per una questione dì legabtà lei ha già bevuto le urine in tv. Sei medici gbelo permetteranno rivedremo la memorabbe scena? «Quando esiste una ferita si deve rischiare la vita, non la morte, contro la morte del diritto. Non ho tentazioni, ma sappiamo che lo sciopero estremo è uno strumento di speranza». Lo userà? «Io posso riprendere la mia azione, che è sempre personale, nel momento in cui questo contributo, di dialogo e non di violenza, presenti una speranza di successo». È chiaro. Last: mandi un messaggio al suo amico Adriano Sofri. «Ci siamo visti ieri l'altro. Abbiamo parlato deba mia prefazione a un libro di Andrea Valcarenghi su fascismo e antifascismo. Non abbiamo avuto nuba di nuovo da dirci eccetto questo: la quasi-grazia di questi giorni è un passo indietro». «Ciampi non doveva fidarsi dei suoi uffici Il potere di concedere questo beneficio è soltanto suo, e non andava affidato alle iene politiche»