Pandiscia, un oro davvero pesante

Pandiscia, un oro davvero pesante ■MWZ^Lé. LEVAMENTO PESI: JL TITOLO MONDIALE DI «RESISTENZA SU PANCA»} AUN VENTINÒVENNE TORINESE _ . ....... - ' . Pandiscia, un oro davvero pesante Ha sollevato 23 volte il bilanciere pari al proprio peso «Sono elettricista e mi alleno 5 volte alla settimana» intervista Paolo Accossato LE luci dei riflettori difficilmente si accendono su quelle discipline lontane dal giro dei grandi sponsor e pertanto del facile business. Eppure alcuni sport, definiti «minori», offrono all'Italia atleti di grande levatura e in grado di cogliere risultati a livello intemazionale. Come, ad esempio, il sollevamento pesi, che sul finire del 2003 a Como ha laureato anche un torinese campione del mondo. Si tratta di Rocco Pandiscia, 29 anni, che ha ottenuto la vittoria nella cosiddetta «resistenza su panca». Pandiscia, facciamo conoscere uno sport per pochi iniziati. «Il sollevamento pesi ha diverse specialità: io ho vinto i Mondiali nella resistenza su panca: l'atleta, completamente sdraiato, deve sollevare fino all'esaurimento delle forze un numero di chilogrammi pari al proprio peso corporeo. Io peso 92 kg e sono riuscito ad alzare consecutivamente 23 volte il bilanciere, senza contare naturalmente le alzate invalidate dalla giuria». Perché, naturalmente, esistono delle condizioni ben precise per sollevare l'attrezzo. «Praticamente non è lecito muovere testa, collo, schiena e gambe, in modo che lo sforzo venga fatto esclusivamente dalle braccia. Inoltre non si possono alzare i piedi da terra o far rimbalzare l'attrezzo per darsi maggiore spinta. Infine il bilanciere non deve mai inclinarsi, pena l'annullamento dell'alzata». Le altre specialità in cosa consistono? «Lo "squat" prevede una serie di legamenti con l'attrezzo sopra e spalle, mentre per lo "stacco" occorre sollevare da terra il bilanciere fino a circa dieci centimetri sopra le ginocchia, restare fermo in posizione finché la giuria non dà il via per il rilascio dei pesi, che deve avvenire in maniera lenta, senza lasciare cadere il bilanciere». E Torino è una delle città più all'avanguardia in queste discipline. «La Naturai Powerelifting Team, società di cui faccio parte, è composta da elementi di straordinario valore a livello italiano e mondiale. Il nostro tecnico Michelangelo Minniti è stato tre volte campione europeo di panca, squat e stacco e solleva 212 chili e mezzo per un peso di 67 chili, Leonida Grotto è giunto secondo ai Mondiali over 50 mentre Davide Fumari detiene il record di alzata in base al peso: ha infatti sollevato 135 kg pesandone appena 58. Mario Scirè è campione del mondo over 40, il figho Antonino ha vinto i campionati italiani e Carlo Conforto detiene un record del mondo. A tutti gli effetti un grande gruppo». Eppure il sollevamento pesi continua ad essere una disciplina scarsamente conosciuta. «Tanto per capirci, noi sollevatori, oltre a non guadagnare nulla, dobbiamo pure pagarci le spese di tesseramento e le trasferte in quanto non esistono sovvenzioni Coni e tanto meno sponsor. All'inizio non avevano neppure un luogo dove allenarci, ora abbiamo trovato un punto di riferimento alla Dynamic Gym di via Locana». Quanto sono duri gli allenamenti di un sollevatore? «Io mi alleno cinque giorni alla settimana per circa un'ora al giorno. D'altro canto non siamo professionisti e si va in palestra alla sera, dopo il lavoro. Bisogna poi condurre una vita senza eccessi e mangiare seguendo la dieta mediterranea». Essendo uno sport di fatica breve ma intensa, il pericolo doping è sempre in agguato. «Penso che il sollevamento pesi sia tra gli sport più controllati: alla fine di ogni gara tre atleti vengono estratti a sorte per le analisi. Da parte mia posso dire che nel nostro gruppo l'unico doping sono la fatica e gli allena¬ menti. Chi pensa infatti che il sollevamento pesi sia solo un fatto di muscoli, sbagha. Occorre avere anche una grande forza mentale, arrivare psicologicamente preparati alle gare e convincersi che nessun limite è priori precluso». Oltre le gare, quali sono i suoihobbies? «Sono elettricista e dedico molto tempo al mio lavoro e alla mia compagna, Stefania. E nel fine settimana se non ho le gare, non perdo una partita del Toro: sono un tifoso da curva e partecipo anche a tutte le trasferte della squadra». Foto di gruppo per II neo-iridato Rocco Pandiscia con alcuni componenti della squadra del Naturai Powerlifting Team Torino: da sinistra, Mario Scirè, Fabio Sgarbi, Rocco Pandiscia, Michelangelo Minniti, Carlo Conforto e Davide Fumari.

Luoghi citati: Como, Italia, Torino